Gli nft come le carte di credito? Per Samuel Falic, co-fondatore e presidente di BlockBar (piattaforma operativa nella vendita di vini e alcolici di lusso autenticati su blockchain), è così. La sua società offre marketplace, servizi di stoccaggio, assicurazione e spedizione per gli spiriti da collezione. Nella recente prima edizione del Luxury Insight report di Arttactic e Cultural Communications, l’imprenditore paragona l’evoluzione e la percezione degli nft a quello dell’uso delle carte di credito online: «All’inizio il cliente non si fidava, poi il loro utilizzo si è normalizzato. È una tecnologia nuova: il panorama è in continua evoluzione, così come il quadro regolamentare. Gli operatori poco onesti – che pur ci sono – sono destinati a fallire, a vantaggio dei progetti veramente validi. Fra cinque o dieci anni gli nft saranno parte integrante della nostra vita: non ci faremo nemmeno caso, proprio come quando usiamo la carta di credito online».
Problemi operativi legati al collezionismo di whisky e alti spiriti
Il mondo del whisky, in particolare quello degli alcolici pregiati, riscontra problemi di contraffazione. Ma non è l’unico problema, ve ne sono diversi. E le persone non ne sono consapevoli finché non iniziano a collezionare. La prima questione è quella dell’accesso: non sempre è possibile acquistare un vino pregiato direttamente dal marchio di produzione, né lo si può fare in certi paesi. Spesso inoltre non è dato sapere quante bottiglie siano state prodotte in un’annata e quante ne siano state vendute. Per non parlare della spedizione, dell’assicurazione e della adeguata conservazione dell’asset fino alla decisione di berlo. Un altro problema è quello della rivendita: oltre ai problemi di cui sopra, bisognerebbe dimostrare l’autenticità del vino o del whisky nel mercato secondario. Un nft risolverebbe questi problemi: il possesso del certificato digitale costituisce prova di autenticità e conferisce il diritto a riscattare il bene fisico, la cui conservazione è a carico della piattaforma.
Gli nft possono allargare il mercato del whisky da collezione. A patto che…
Il fine ultimo degli nft collegati agli spiriti da collezione è espandere il mercato. Il collezionista tipico di questo pleasure asset oggi è un uomo di 40-60 anni; ma le aziende vogliono conquistare le fasce demografiche più giovani, il cui interesse nei confronti dei liquori premium e super premium sta crescendo rapidamente. Un fenomeno che fa il paio con la diffusione dei non fungible token: il 60% delle persone che visitano OpenSea (una delle piattaforme leader nello scambio di nft) ha meno di 35 anni; il maggior numero di possessori di nft ha tra i 18 e i 34 anni. Un’altra delle potenzialità del web3 per whisky & co. è data dal metaverso, spazio in continuo sviluppo molto utile per “lanci emozionali” da parte delle case produttrici, molto amati dalla clientela più giovane (e non solo).
La tecnologia digitale offre una opportunità di scalabilità altrimenti non raggiungibile per il mercato dei whisky e degli spiriti da collezione.
Si tratta indubbiamente di un percorso agevolato anche per la raccolta della clientela hnwi, ma il contatto umano – osservano le voci più critiche intercettate dal report – non deve essere perso. Si deve preservare in qualche misura quel po’ di “romanticismo” e di fisicità tipico del mercato degli spiriti da collezione. Gli nft aprono il marchio e il consumatore a esperienze che l’acquisto di una bottiglia fisica non offre; ma l’aspetto “sentimentale” dell’acquisto non può essere escluso. Lo si può mantenere tramite degustazioni e visite alle distillerie, ai luoghi di produzione e ad alberghi eleganti nei pressi di quei siti.
Bisogna tuttavia tenere in mente che il collezionismo degli spiriti sta mutando: un nft non sostituisce certo l’oggetto reale, ma presenta strade che invitano alla scoperta e stimolano la curiosità. Si pensi solo al lancio dello scotch whisky Time Series 51 Year Old 2021 Release Royal Salute, avvenuta insieme a una miniatura da 5cl della miscela ad alto invecchiamento. Il lancio prevedeva un lussuoso pernottamento in Scozia con un’esperienza di degustazione attinta dalla selezione “Royal Salute”. E, ça va sans dire, una visita alla distilleria Strathisla, aperta solo alla persona che alla fine avrebbe “bruciato” il suo nft (come nel caso della migliore performance art).