“Guanti bianchi” meno uno
«Il mio ego non ha sofferto». Ci risponde così Aurel Bacs, il banditore d’asta numero uno al mondo negli orologi, quando gli chiediamo di tornare con la mente a quella piccola increspatura del 4 novembre 2023 a Ginevra, quando un unico lotto, il 187 – un Rolex! – l’ultimo della serata, mancò di trovare un acquirente, lasciando tutti di stucco: erano quasi tre anni che il dipartimento orologi della casa d’aste Phillips non lasciava sul terreno nemmeno un segnatempo, in una scia mai registrata prima di white gloves, di tutto esaurito.
«Nessun’altra casa d’aste nella storia, in nessun altro campo (arte e borsette incluse) ha mai registrato – e mai registrerà, credo – una scia di guanti bianchi per tanto tempo. Abbiamo tenuto la prima asta con il 100% del venduto nel 2020. Fu per noi una grande sorpresa: non era certo un risultato “pianificato”». Con lo scorrere degli appuntamenti in calendario, quello che era solo un esito auspicato, i “guanti bianchi” che ogni banditore vorrebbe sventolare a ogni chiusura, diventa una consuetudine». Ginevra, Hong Kong, New York: una pavimentazione verso un record assoluto. Record che – tralasciando quel brivido isolato – prosegue anche nel 2024, a ogni latitudine.
Il Rolex ref. 1665 Single Red Sea Dweller: croce e delizia di Aurel Bacs
Ma torniamo a quella sera di novembre. Dopo la chiusura d’asta (The Geneva Watch Auction: XVIII), Bacs con sua stessa sorpresa viene sommerso da messaggi e telefonate di collezionisti che avrebbero voluto portarsi a casa quel Rolex ref. 1665 Single Red Sea Dweller (385.000 – 769.000 dollari la stima), considerato inarrivabile.

Tutte le foto sono cortesia di Phillips
Si tratta infatti di un rarissimo prototipo, testato a fine anni ’60 dal sommozzatore americano Robert Palmer Bradley (biologo marino e pilota del Deepstar-4000, sommergibile di profondità progettato dal leggendario esploratore oceanico Jacques Cousteau). L’appellativo di “Single Red” deriva dal nome del modello stampato in rosso. Questo lotto vanta inoltre la particolarità di non possedere valvola di fuoriuscita dell’elio e di avere una cassa leggermente più sottile rispetto a quella dei modelli di produzione successivi. Ulteriori particolarità che ne accrescono la desiderabilità per un appassionato.

Come una nevicata ad agosto
I collezionisti non potevano credere che un simile “Graal” fosse rimasto senza una nuova casa: «Nelle ore successive, un rincorrersi di rilanci ufficiosi stava dando il via a una vera e propria “contro asta”» fra coloro che volevano recuperare il lotto della “distrazione” (racconta Bacs che molti si erano «distratti» quando era il turno del lotto 187). Con tale foga ed entusiasmo da farla aprire davvero, una mini-asta ufficiosa: «Non volevo privilegiare nessuno, così dissi: entro tale ora di domani tutte le offerte dovranno essere arrivate. E così è stato. Si è trattato di un evento eccezionale. Se posso azzardare un paragone, dico che è stato come una nevicata ad agosto, come la caduta di un meteorite o… La vincita di una lotteria. Forse però la colpa è stata mia».
Il mercato non è sentimentale (forse)
In che senso? «Faceva la sua comparsa in sala, al momento dell’aggiudicazione del penultimo lotto, uno dei più grandi collezionisti della storia dell’orologeria. Tornava in pubblico dopo gravi problemi di salute, superati solo grazie alla sua forza di volontà. La mia commozione (con quella della comunità dei collezionisti) fu tale da sollecitare un applauso di omaggio a questo amico. Ecco, è come se la mia umanità avesse in quel momento distratto il mercato. Ma non si può stare sul mercato con sentimentalismo».
Il collezionista, come testimoniato dalle reti sociali, era Claude Sfeir.
Ma nel giro di 48 ore l’ultimo lotto era comunque venduto…
«Si. Infatti il venditore fu molto soddisfatto alla fine».
Allora possiamo dire che anche quell’asta fu una guanti bianchi!
«No, noi consideriamo nel computo solo i lotti venduti pubblicamente, come previsto da catalogo».
Aurel Bacs e il Rolex che Steve McQueen donò al suo stuntman: una vicenda scottante
Era il 2018, We Wealth apriva i battenti e Phillips annunciava che il 25 ottobre avrebbe messo all’asta il Rolex ref. 5513 di Steve McQueen (1930-1980). Non un orologio qualunque, ma quello che lo stesso attore sul finire degli anni Settanta donò al proprio storico stuntman, Loren Janes (1931-2017), suo collega in 19 pellicole (da “Bullit” alla “La grande fuga”).

The best damn stunt-man in the world
A testimoniare il legame fra il mitico attore e la sua controfigura, l’incisione sul fondello: Loren, the best damn stunt-man in the world. Steve. Un orologio sopravvissuto anche al fuoco: quello del terribile incendio che nel 2016 devastò 17 mila ettari di territorio a Sand, in California, incluse le proprietà della famiglia Janes. La moglie e la figlia dello stuntman, ormai molto malato, lo ritrovarono intatto in mezzo alle ceneri di quella devastazione, decidendo poi di farlo passare dalla riparazione ufficiale di Rolex. Il marchio “coronato” attesta questo passaggio con una lettera.

Dall’incendio alla proposta a Phillips in Association with Bacs & Russo passano un paio d’anni. Il mondo dei collezionisti è in fermento per “l’orologio del fuoco”. Pochi giorni prima dell’asta però, la doccia fredda. Qualcuno della famiglia «solleva dubbi sulla veridicità del dono», rivela Bacs. Ma come? Con un pedigree così evidente… «Abbiamo preferito evitare polemiche e ogni potenziale diatriba, ritirando il lotto».

Ma la storia di Aurel Bacs e di Steve McQueen non termina così. Nel 2021, l’orologio Heuer Monaco ref. 1133, indossato nel film Le 24 ore di Le Mans e poi regalato al capo meccanico del film, Haig Alltounian, viene aggiudicato in un’asta Phillips per 2,2 milioni di dollari. È il record assoluto per un Heuer. Sul fondello, ancora un’incisione: To Haig Le Mans 1970. La generosità d’animo si è presa la sua rivincita.