In tutte le antiche religioni il dio del vino è appunto un “dio” e non una dea: Osiris, Dioniso, Bacco… Il vino sarebbe quindi di genere maschile? Quello che è certo è che nell’antica Roma le donne non potevano partecipare alle libagioni e inebriarsi con il dolce nettare. Ciononostante, fin dai tempi remoti le donne partecipavano attivamente alla vendemmia, come già riferito nella Bibbia, ed il loro rapporto al vino è sempre stato particolare.
Le donne, un’impronta importante nel vino
Oggigiorno è riconosciuto che la donna ha un odorato superiore a quello dell’uomo e quindi sente e riconosce più facilmente gli aromi e gli odori come, per esempio, il caratteristico “sentore di tappo”. Inoltre, sono numerosissime le “grandi” produttrici di vino che hanno lasciato un’impronta importante nel settore. Andando ad esaminare solamente alcune regioni della nostra Europa vitivinicola si rimane colpiti davanti al numero elevato di personaggi femminili diventati dei miti della propria regione.
Personaggi femminili diventati miti nell’enologia mondiale
Ricordiamo a cavallo tra la fine del ‘700 e l’inizio del’800 due “Grandes Dames”, che hanno rispettivamente ognuna lanciato un monumento dell’enologia mondiale: Joséphine d’Yquem ha creato Château d’Yquem, il più straordinario vino dolce al mondo, e Barbe Nicole Ponsardin ha diffuso lo champagne nel mondo con il suo nome da vedova, Veuve Clicquot. Più vicino a noi Lalou Bize-Leroy è diventata un’icona della Borgogna da quando nel 1955 ha vinificato un meraviglioso Chambertin del Domaine Leroy prima di reggere le redini per alcuni anni del Domaine de la Romanée-Conti. A tutt’oggi ella rimane un mito vivente dell’enologia mondiale.
Le donne protagoniste anche nel vino a Bordeaux
Se ci spostiamo a Bordeaux non possiamo non sottolineare che ben tre dei cinque 1ers crus classés sono stati diretti da donne dalle doti eccezionali in materia enologica: la duchessa de Mouchy nata Joan Dillon proprietaria dello Château Haut-Brion, Corine Mentzelopoulos presso Château Margaux e l’indimenticabile baronessa Philippine de Rothschild che guidava Château Mouton-Rothschild. Tra l’altro da alcuni anni anche il famoso Château Ausone situato a Saint-Emilion è ora diretto dalla figlia di Alain Vauthier, Pauline. E sempre a Bordeaux va ricordata Catherine Péré-Vergé un’altra straordinaria produttrice dei vini di Pomerol che ho ben conosciuto a Château Le Gay.
I grandi nomi femminili della Borgogna
Ritornando alla Borgogna, quella dei vini bianchi, come non menzionare Anne-Claude Leflaive che ha prodotto i più meravigliosi e delicati Montrachet. Per concludere questa carrellata di donne produttrici che hanno segnato il loro tempo rammentiamo che in Svizzera il numero 1 del vino è donna: Marie-Thérèse Chappaz!
Le grandi donne produttrici di vino in Italia
L’Italia non è da meno nell’osannare le donne produttrici di vino: da Elisabetta Foradori con il suo Granato, a Silvia Imparato ed il suo Montevetrano, passando per il Barolo Vigna Rionda di Ester Canale, senza dimenticare le tre sorelle Antinori, Albiera, Allegra e Alessia, né il mitico Sassicaia oggi prodotto da Priscilla Incisa della Rocchetta. Alla fine, dopo averli tutti assaggiati sembra proprio che le donne sappiano apportare un qualcosa di magico e di finezza nei vini che producono.
Articolo pubblicato sul numero 66 del magazine We Wealth