Rembrandt e quel fortunato cambio di attribuzione

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Nei toni del grigio e del bruno, un piccolo dipinto attribuito
a Rembrandt nel dicembre 2023 ha sfiorato la splendida
quotazione di 11 milioni di sterline. In precedenza, lo stessodipinto – ancora non attribuito al maestro olandese – era transitato nelle aste con prezzi decisamente inferiori

Prologo: L’Adorazione dei magi di Rembrandt

Il 6 dicembre 2023 un piccolo dipinto attribuito a Rembrandt (di dimensioni inferiori ad un formato A4) raffigurante L’Adorazione dei Magi è stato aggiudicato all’asta serale Old Masters da Sotheby’s a Londra per quasi 11 milioni di sterline. Il dipinto è stato realizzato a olio su un panello di quercia, con la tecnica cosiddetta en grisaille et en brunaille, ossia con toni prevalentemente grigi e marroni. Il catalogo d’asta riporta una dettagliata (per quanto è possibile) descrizione della provenienza, della letteratura e della storia espositiva del dipinto ed è accompagnata da uno studio storico-artistico e tecnico. Scorrendo la descrizione della provenienza si nota come questo dipinto sia stato, anche in tempi recenti, diversamente considerato come autografo di Rembrandt, ovvero appartenente allo studio ovvero alla cerchia dell’artista. I dati pubblicamente disponibili relativi al prezzo con cui l’opera è stata venduta variano in modo sbalorditivo: in un articolo del 24 febbraio il New York Times ha riferito che il dipinto sia stato offerto in asta con una stima di 17.000 dollari nel 2021 con un’attribuzione ad un artista collegato a Rembrandt, ma il prezzo di aggiudicazione sia lievitato fino ad un milione di dollari. Due anni dopo, il dipinto è stato nuovamente offerto in asta come un’opera autografa di Rembrandt ed aggiudicato ad un prezzo superiore di quattordici volte rispetto a quello a cui era stato precedentemente acquistato. Il dipinto è lo stesso, ma gli studi e le opinioni di alcuni esperti hanno determinato uno straordinario incremento del suo valore. Il New York Times ha sottolineato il potere esercitato sul mercato dai connoisseurs rilevando anche come vi siano ancora oggi opinioni dissenzienti sulla riconducibilità dell’opera alla mano di Rembrandt.

Giuseppe Calabi, avvocato

Le condizioni di vendita in uso presso le case d’asta non prevedono una garanzia rispetto a quanto descritto nel catalogo d’asta con riferimento ad un lotto, ad esempio, la descrizione dell’opera, le sue condizioni, la provenienza, rarità, valore o importanza. L’opera viene offerta per conto del venditore “AS IS”, ossia come si presenta. In alcuni casi, viene fornita una “authenticity guarantee”, ma questa è limitata alle ipotesi in cui l’opera sia una contraffazione, ossia un’opera creata con lo scopo di ingannare circa la sua attribuzione, origine, datazione o altre caratteristiche dell’opera. Naturalmente questi sono casi limite, perché, come ha notato il New York Times, “reattributions happen”, e dietro una riattribuzione non necessariamente si manifesta una contraffazione.

Nei glossari dei cataloghi d’asta, si distingue tra opera di un artista, opera attribuita ad un artista ed opera riconducibile alla cerchia di un artista. L’indicazione, come indicato, rappresenta sempre un’opinione e non un fatto incontrovertibile ed immutabile. Ad esempio, quando si descrive un’opera come “attribuita all’artista”, significa che probabilmente è un lavoro dell’artista, ma con un grado inferiore di certezza, rispetto a quello che si può rilevare nel caso (come quello del quadro di Rembrandt) in cui l’opera sia indicata come autografa dell’artista. L’indicazione “cerchia di” significa normalmente che l’opera è attribuibile alla mano di un determinato artista non ancora identificato ed in stretto collegamento con l’artista nominato, ma non necessariamente un suo allievo. Si tratta, comunque, sempre di opinioni e, quindi, se le opinioni cambiano, la responsabilità della casa d’aste non potrebbe essere invocata. Anche in Italia, la legge prevede che in caso di cambio di attribuzione, a meno che il contratto di compravendita non abbia espressamente previsto una garanzia espressa circa l’attribuzione ad un determinato artista, in caso di mutamento di opinione, il compratore non potrà invocare la risoluzione del contratto per inadempimento (aliud pro alio) e chiedere il risarcimento dei danni.

Sharon Hecker, Storica dell’arte

Come nota giustamente il New York Times, “le riattribuzioni accadono”. Ma non tutte le opere hanno attribuzioni non certe o rischiano di essere riattribuite. Alcune opere sono certamente dei falsi, se contengono materiali che non esistevano all’epoca dell’artista o, come nel caso della scultura, se si tratta di copie realizzate illegalmente. All’estremo opposto ci sono le opere “gold standard”, le cui attribuzioni sono sicure. Si sa che sono state commissionate e realizzate durante la vita dell’artista (l’Adorazione dei Magi di Leonardo da Vinci) o esposte durante la vita dell’artista (l’Olympia di Manet), o regalate o vendute dall’artista a una persona o a un’istituzione (l’Etant donnés di Duchamp alla Philadelphia Museum of Art) e spesso appaiono in lettere, diari, elenchi, foto, incisioni, giornali o cataloghi nella vita dell’artista, oppure si sapeva che esistevano ma sono state trovate tra i contenuti dello studio dell’artista alla sua morte (la Pietà Rondanini di Michelangelo).

Lo studio e l’analisi materiale forense di queste opere con attribuzioni conosciute può a volte aiutare a capire le opere che hanno attribuzioni meno sicure o che non possiedono documentazione in vita o che hanno elementi visivi difficili da interpretare e non possono indicare in modo definitivo un’attribuzione sicura. Se pensiamo a un medico che cerca di diagnosticare un paziente, ci sono casi in cui i sintomi, l’esame fisico, gli esami diagnostici e la storia del paziente vanno tutti nella stessa direzione. Ma ci sono anche casi in cui il medico non può fare una diagnosi sicura perché i dati puntano in direzioni diverse o le interpretazioni dei dati variano. Un consenso generale con altri medici potrebbe essere d’aiuto, ma può anche lasciare la diagnosi aperta a ulteriori discussioni. A volte la malattia non è ancora stata scoperta e il medico deve aspettare che emergano ulteriori ricerche. In questi casi, il medico serio rimarrebbe cauto nell’etichettare definitivamente la malattia: parlerebbe di possibilità, probabilità e valutazione del rischio. Non dovrebbe essere diverso quando si attribuiscono opere d’arte difficili, e un acquirente che decide di investire in esse deve essere consapevole dei rischi.

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