Pelé, il calciatore più celebrato del XX Secolo, le cui imprese sono state tramadate come leggende attraverso le generazioni, è morto all’età di 82 anni. Nel corso della sua vita il Re del Calcio ha giocato in sole due squadre, il Santos e il Cosmos, rifiutando le offerte di grandi club europei ben più blasonati – complici le pressioni di masse entusiaste che l’avevano eletto a simbolo di un’intera nazione, il Brasile. Con i Verdeoro sono stati tre i mondiali vinti, unico calciatore a cui sia riuscita questa impresa e, secondo alcune stime spesso controverse che considerano anche le partite non ufficiali, oltre 1.000 gol segnati. Le statistiche sportive potrebbero continuare a lungo, così come i premi che Pelé ha ricevuto nel corso della sua seconda vita da ambasciatore del calcio. Quello che per molto tempo è stato considerato il numero uno indiscusso di questo sport è stato anche l’atleta più pagato della sua epoca.
Il confronto sportivo di sempre, quello fra Pelé e Diego Armando Maradona, non si è mai consumato sul terreno, dato che i due giocatori appartenevano a due diverse generazioni. Il dibattito su chi sia stato il più forte continuerà a dividere i tifosi anche dopo la morte, che aveva già colto Maradona nel 2020. Ma, di sicuro, il confronto dei patrimoni nel momento della rispettiva scomparsa vede una forte predominanza di O Rei.
Secondo le stime del maggiore quotidiano sportivo spagnolo, Marca, Pelé lascia un patrimonio netto di 100 milioni di dollari. Per fare un confronto, aveva affermato la Bbc, Maradona nel momento della morte aveva un patrimonio netto di 500mila dollari, ossia appena il 5% di quello di Pelé.
A testimoniare come il giro d’affari del calcio sia radicalmente cambiato rispetto alle cifre di un tempo è sufficiente una cifra, quella dello stipendio annuo del calciatore francese Kylian Mbappé: ogni anno il suo contratto con il Psg vale, inclusi i bonus, circa 100 milioni di euro netti – una cifra pari all’intero patrimonio di Pelé.
Le entrate extracalcistiche di Pelé
La carriera professionistica del calciatore brasiliano era iniziata precocemente, con un contratto siglato nel 1956 con il Santos, dove giocherà quasi fino alla fine. Nonostante un percorso proficuo da atleta, la gran parte della fortuna di Pelé deriva dai redditizi accordi di endorsement che O Rei ha siglato con vari brand come Puma. A testimoniare un certo fiuto per gli affari da parte di Pelé è l’aneddoto risalente alla sfida di Coppa del Mondo contro il Perù nel 1970: sapendo di avere le telecamere puntate, Pelé si chinò per alcune decine di secondi ad allacciarsi gli scarpini della Puma, con il quale aveva stretto un contratto.
Altri accordi più recenti Pelé li siglò con Volkswagen, in occasione delle Olimpiadi e dei campionati del Mondo svoltisi lo scorso decennio proprio in Brasile.
Fra gli altri brand che hanno collaborato con Pelé figurano, poi, la compagnia di volo Emirates e la catena di fast food Subway. La lista, però, potrebbe proseguire.
L’eredità economica di Pelé
Ad accomunare Pelé e Maradona, da un punto di vista di “passaggio generazionale”, c’è la folta schiera di eredi in linea diretta che entrambi i calciatori hanno generato nel corso della vita. O Rei ha avuto tre matrimoni, sette figli, di cui due riconosciuti da relazioni extraconiugali. Sono sei i suoi figli attualmente ancora in vita. Dal primo matrimonio con Rosemeri dos Reis Cholbi, durato dal 1966 al 1982, è nata anche Kelly Nascimento, dal cui profilo Instagram è stata annunciata la morte del padre. Gli altri matrimoni sono stati con Assiria Lemos Seixas (1994-2008) e con Marcia Aoki (dal 2008). Nel caso della travagliata eredità di Maradona, bisogna considerare non solo gli otto figli riconosciuti dall’argentino nel corso degli anni: almeno altri due possibili discendenti sono passati alle vie legali per provare ad ottenere una parte dell’eredità di Maradona, Argentines Santiago Lara e Magali Gil.
