Il 13 febbraio Sotheby’s Parigi terrà un’asta dedicata allo storico Palazzo Volpi di Venezia. Fortemente voluta dal conte e dalla contessa Volpi di Misurata – che hanno dichiarato di voler aprire le porte della dimora nella Serenissima per offrire le proprie opere d’arte a una nuova generazione di collezionisti che possano godere e apprezzare la loro bellezza – la vendita di Sotheby’s comprenderà 200 lotti divisi tra arredi e opere d’arte.
Palazzo Volpi è un’istituzione del sestriere di San Marco, affacciato sul Canal Grande. Costruito nel XVI secolo per la famiglia Talenti, fu acquistato nel 1917 da Giuseppe Volpi di Misurata (1877-1947), grazie al quale visse i suoi anni di maggiore splendore.
Ministro plenipotenziario fascista, il Conte ebbe una lunga carriera come imprenditore e patron delle arti. Dopo aver fondato la Volpi & C., una società di import export di prodotti agricoli con l’Ungheria, stabilì saldi contatti nei Balcani, diventando console onorario di Serbia e svolgendo attività diplomatica in Montenegro e Turchia (motivo per il quale Vittorio Emanuele III lo nominò conte nel 1913). Nel 1905 fondò la Società Adriatica di Elettricità (SADE, una delle principali aziende del settore dell’energia), nel 1917 fu promotore e ideatore della costruzione di Porto Marghera, ricoprì gli incarichi di Governatore di Libia (1922-1925), Ministro delle finanze (1925-1928) e presidente di Confindustria tra il 1934 e il 1943.
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Giuseppe fu anche una personalità di spicco nel mondo dell’arte e del cinema. Sposato in prime nozze con la nobile Nerina Pisani (figlia del rinomato collezionista e mercante fiorentino Luigi Pisani), il conte fu il presidente della Biennale di Venezia dal 1930 al 1943 (diverse sono le foto dell’Archivio Luce che lo ritraggono quale cicerone del re nelle sale della Biennale del ’42) nonché promotore della prima Esposizione Internazionale d’Arte Cinematografica (ancora oggi, il premio come miglior attrice e miglior attore porta il nome di “Coppa Volpi”).
Tante erano le star internazionali (hollywoodiane e non) che partecipavano all’ambito “Ballo Volpi”, organizzato ogni anno nei sontuosi spazi dell’omonimo Palazzo anche dopo la morte del conte (per volontà della seconda moglie, l’algerina Nathalie El Kanoni). Come spiegato dal figlio Giovanni, Palazzo Volpi è stato il “cuore pulsante” della vita sociale della Serenissima del ventesimo secolo, ospitando illustri personalità quali Winston Churchill (che da uno dei balconi dell’edificio dipinse il Canal Grande), Jean Cocteau, Maria Callas, Kirk Douglas, Coco Chanel, Andy Warhol, Cary Grant, Paul Newman, ma anche il Re d’Egitto Fouad e il Duca e la Duchessa di Windsor.
Palazzo Volpi: lo visitò Michelangelo?
Il palazzo oggi non gode più della fama di un tempo (sembra che nel 1529 Michelangelo si recò a Venezia appositamente per ammirare gli affreschi delle sue sale e 80 stanze) e Giovanni Volpi di Misurata vive nella zona della Giudecca. L’ultimo doge di Venezia – così come viene spesso soprannominato – ha avuto un’interessante carriera nel mondo delle automobili fondando negli anni ’60 la Scuderia Serenissima, che utilizzò le vetture Ferrari per competere nel Campionato mondiale di Formula 1 (e che commissionò a Piero Drogo della Carrozzeria Sports Cars di Modena la Ferrari 250 GT Drogo). Dopo una prima vendita degli arredi del palazzo di famiglia a Roma (sempre tramite Sotheby’s, nel 1998), il conte e la moglie hanno deciso di vendere anche alcuni oggetti del palazzo veneziano, forse anche a causa delle accuse di evasione fiscale mosse a Giovanni nel 2017 dalla Guardia di Finanza (sembra che il conte sia formalmente residente a Ginevra, ma passi la maggior parte dell’anno in Italia).
Ancora un po’ di mistero sul catalogo d’asta di Palazzo Volpi da Sotheby’s
I 200 lotti – non ancora totalmente divulgati dalla casa d’aste – ricomprenderanno soprattutto gli arredi ed opere d’arte del piano nobile, in gran parte disegnato da Maison Jansen (ricordiamo qui che il Presidente di Sotheby’s Francia Mario Tavella, riferendosi allo stile del palazzo, lo ha definito come “un edificio di cui Luchino Visconti non cambierebbe nemmeno un dettaglio”).
Qualche anteprima d’asta
Tra i pezzi offerti all’incanto, ci saranno due tavolini in legno dorato italiano del 1745 ca. (stimati tra i 150.000 e i 300.000 euro), una coppia di specchi veneziani del 1700 ca. (con una stima d’asta compresa tra i 100.000 e i 200.000 euro), quattordici sedie veneziane in legno dorato del 1710-1715 (stimate tra gli 80.000 e i 120.000 euro), una coppia di panche del XVIII secolo (stimate tra i 30.000 e i 50.000 euro), una consolle con decoro giapponese del 1700 ca. (con una stima d’asta compresa tra i 25.000 e i 40.000 euro), ma anche un arazzo rappresentante una scena con Alessandro Magno, orologi da tavolo e diversi candelabri.