Ma che cosa è un family office?
Difficile dare una definizione univoca anche perché la classica definizione spesso non trova riscontro nella realtà.
Il family office può essere definito come la struttura che si candida a fornire una serie di servizi di gestione e consulenza, in ambito finanziario o meno, a una o più famiglie facoltose.
In pratica, dobbiamo pensare a una struttura che, al suo interno, abbia la competenza e/o la possibilità di soddisfare o, comunque, di riscontrare le richieste dei componenti di una famiglia facoltosa.
Qual è oggi la realtà dei family office in Italia?
Al fine di comprendere la realtà italiana, possiamo trovare un supporto nell’elaborazione di una recente ricerca sulle attività svolte dai family office, realizzati da uno studio di consulenza internazionale.
Dalla lettura del report, si comprende che l’indagine ha riguardato 36 tra i più importanti family office con sede legale in Italia e nella Svizzera italiana.
Dalla sua consultazione si può notare come la quasi totalità delle strutture svolga una gran parte delle mansioni relative all’attività di investimento, a esclusione della gestione dell’attività filantropica.
All’incirca i due terzi delle strutture consultate offrono un servizio di consulenza generale in cui solo l’attività di pianificazione finanziaria viene svolta direttamente. I restanti servizi (estate planning, insurance planning, tax planning) vengono esternalizzati.
Meno della metà dei family office offrono servizi generali alle famiglie come, ad esempio, la consulenza in tema di pianificazione successoria o la gestione delle opere d’arte.
La prima peculiarità è che le attività di gestione del patrimonio mobiliare interessano maggiormente gli operatori del settore. Le restanti attività, qualora siano offerte, spesso sono esternalizzate a soggetti terzi perché molto spesso il family office non ha al suo interno la professionalità che consenta di rendere direttamente quel particolare tipo di servizio.
Personalmente, ritengo che ciò sia una grave lacuna professionale perché, a mio avviso, l’attività di family office dovrebbe includere non solo i servizi sopra citati, ma addirittura anche degli altri.
Il family office si propone di soddisfare e tutelare gli interessi e le specifiche esigenze di una famiglia facoltosa.
Questa attività può riguardare la semplice e abbastanza scontata richiesta di una consulenza in merito ai propri investimenti finanziari e/o immobiliari fino all’organizzazione di un viaggio, al noleggio di un aereo privato o di uno yacht per trascorrere le proprie vacanze e, perché no, l’acquisto dei biglietti di ingresso per un concerto.
I diversi desiderata di una famiglia abituata a un certo tenore di vita necessitano di particolari attività che, a prima vista, potrebbero sembrare superflui, ma che tali non sono in quanto diretti a soddisfare un’esigenza. Gli esempi sono molteplici. Supponiamo che un padre e una madre debbano prendere una decisione sul tipo di istruzione scolastica da garantire ai propri figli: scuola privata Italiana, scuola americana o francese con sede in Italia, collegio in Svizzera oppure collegio in Inghilterra. Quali sono le migliori strutture? O, ancora, mia figlia vorrebbe andare al concerto della cantante Dua Lipa che tiene in Europa solo a Parigi. I clienti vorrebbero andare a vedere l’opera “Così fan tutte” di Mozart al Teatro alla Scala. Il family office si occupa anche di questo.
Ritengo che si debba andare oltre i classici servizi finanziari: il family office deve essere una struttura di riferimento per le esigenze di tutti i componenti di una famiglia ed essere in grado di soddisfare i suoi desiderata. A questo punto occorre chiedersi chi può svolgere l’attività di family office?
Sicuramente una struttura che per sue peculiarità viene autorizzata ad amministrare i beni per conto terzi. Queste sono indubbiamente le società fiduciarie.
Ciò è sufficiente? Assolutamente no. Sarebbe necessario strutturarsi internamente in modo adeguato o, comunque, avere l’esperienza necessaria per poter gestire le possibili diverse richieste familiari, al fine di fornire un servizio di consulenza “integrata”, a 360 gradi.
(Articolo pubblicato sul Magazine We Wealth di maggio)