L’universo investibile della Gen Y: tra tematici ed ETF

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Consulenti e private banker devono guardare al futuro e trovare il modo giusto per relazionarsi con i figli dei propri clienti, i nuovi investitori. Per attirarli, però, non basterà solo proporre nuove soluzioni di investimento.

È ormai chiaro, servono nuove proposte che possano “agganciare” i futuri clienti del wealth management: i Millennials. Molti di loro sono ancora alle prime armi in materia di investimenti finanziari e questo accade per due ragioni, in primo luogo perché mancano le giuste competenze e poi perché i loro interessi e la loro sensibilità sono cambiati rispetto a quelli dei propri nonni o genitori con i quali consulenti e private banker si sono confrontati finora. Ne abbiamo parlato con Elena Baccani, senior business development manager di Legal & General Investment Management, in occasione del II Forum dedicato ai Millennials dal titolo “Come investono i millennials? Il wealth management alla prova della gen Y”, organizzato da We Wealth lo scorso 29 novembre. 

Gli investimenti tematici, secondo Elena Baccani, possono essere la giusta chiave per attirare i nuovi investitori. Si spazia tra cybersecurity, intelligenza artificiale, robotica, idrogeno, green energy, senza dimenticare il Metaverso, in quanto sono temi di più facile comprensione, ma soprattutto sono vicini alla quotidianità dei Millennials (e non solo). La cybersecurity, per esempio, è un tema che tocca tutti gli utenti delle cosiddette “nuove tecnologie”, imprese e Governi inclusi. “Si può facilmente incorrere in un problema di cybersecurity semplicemente cliccando sul link di un SMS o di una mail, quindi sono problematiche che dobbiamo affrontare tutti i giorni”, ha spiegato Elena Baccani. E la stessa familiarità si lega al tema dell’idrogeno “una possibile fonte futura di energia infinita” e, quindi, un tema accattivante per chi, come i Millennials, presta molta attenzione a ciò che si lega alla transizione energetica

Guarda l’intervento di Elena Baccani 

Parliamo però di una tipologia di investimento non facile da costruire, perché l’investitore vuol essere sicuro della robustezza dei processi d’investimento e cerca, per questo, società o aziende pienamente esposte al tema da lui selezionato. Come ha sottolineato Elena Baccani, “molto spesso si tende ad associare alcuni temi a indici magari più globali ed occorre individuare quanto effettivamente del business sia vero e legato a quella ‘purezza’ dell’investimento”. Gli indici tematici proposti da LGIM nascono proprio per questo e la loro particolarità è data da una costruzione basata su un approccio attivo. “Andiamo a costruirli insieme a consulenti industriali esterni – ha spiegato Baccani – che non hanno nulla a che fare col mondo della finanza. Ogni consulente ci aiuta a individuare quelli che sono i leader di mercato su ogni tematica, siamo supportati per quanto riguarda il monitoraggio di tali aziende e grazie a loro costruiamo l’indice che poi noi replichiamo all’ETF”. 

Ma oltre a uno storytelling accattivante questa nuova clientela fa caso anche e soprattutto ai costi dell’offerta. Secondo una ricerca di Fidelity Investment Research il 47% dei Millennials ha avuto bisogno del supporto finanziario dei genitori anche dopo l’ingresso nel mondo del lavoro. E questo ha inciso sulle modalità con cui questa generazione gestisce e prende in mano il portafoglio dei propri nonni o genitori e fruisce dei vari servizi finanziari. Gli ETF in questo senso rappresentano un valido strumento a basso costo, utile non solo ad avvicinarsi alla clientela Millennials, ma anche come proposta all’interno dei servizi di consulenza. Come ha spiegato Elena Baccani, il costo di gestione di un ETF oscilla tra lo 0,2-0,5%, inserirlo in portafoglio vorrebbe dire abbassarne il TER complessivo e potrebbe quindi essere interessante per attirare sempre di più questo target.

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