Dopo l’approvazione della direttiva sulle case green, il tema fondamentale su cui si deve lavorare è quello della predisposizione di strumenti finanziari adeguati all’efficientamento energetico dei condomini.
Lo ha detto Alessandro Ponti, presidente di Harley&Dikkinson, a margine della conferenza di presentazione di Agorà, un innovativo progetto sviluppato da H&D per supportare, nel post superbonus e attraverso un ecosistema di garanzie, coloro che vogliono proseguire nel percorso di efficientamento energetico di un edificio, mettendo a disposizione tutta la filiera della rigenerazione, nel rispetto delle normative italiane ed europee vigenti.
Gli strumenti finanziari per l’efficienza energetica
Ponti, lei ha parlato di strumenti finanziari per l’efficienza energetica, in cosa consistono?
“Si tratta di cartolarizzare i finanziamenti fatti ai condomini. Mi spiego meglio – ha risposto Ponti – Innanzitutto le banche devono finanziare i condomini (e ci possono essere diversi modi per finanziarli, con la giusta attenzione); a questo punto, se l’edificio è stato ristrutturato in un certo modo, il credito è assolutamente cartolarizzabile. Si crea così un sistema finanziario revolving che è assolutamente quello che serve in questo momento al mercato immobiliare italiano”.
Le agevolazioni fiscali per ristrutturare le case
“C’è stato un décalage nel corso degli anni: dal 110%, si è passati lo scorso anno al 90%, mentre quest’anno la detrazione è al 70% (non cedibile, ndr) e l’anno prossimo sarà al 65%. Queste sono le leggi oggi in vigore, poi non è detto che lo stato non rinnovi delle norme, quando sarà il momento. In ogni caso, credo che qualcosa farà anche l’Europa”, ha spiegato il presidente di H&D, che poi si è soffermato sulla carbon tax (in italiano tassa sul carbonio), ossia sulla tassa che regolamenta le emissioni di Co2 per limitare i danni ambientali.
La carbon tax
“Da anni si sta parlando di carbon tax. In Usa, in questo momento, mi risulta che lo stato di New York stia analizzando quanta Co2 viene emessa dalle case per calibrare una carbon tax. Ma anche in Europa qualcosa si sta muovendo. So per certo che prima del covid era un tema sul tavolo della Commissione europea e mi risulta che in queste settimane sia uno dei ragionamenti per arrivare ad avere quei famosi 270 miliardi di cui si sta parlando”, ha aggiunto il presidente di Harley&Dikkinson.
Ponti entra poi nel dettaglio e spiega: “Una formula che abbiamo studiato, e che secondo noi sarebbe molto funzionale, sarebbe quella di riuscire a finanziare, per esempio con la carbon tax a livello europeo, un fondo gestito dalla Bce, che possa dare un finanziamento a 25 anni, con un tasso fisso dell’1-1,5%. Se questo strumento finanziario, distribuito dalle banche italiane, fosse attualizzato dal governo, vorrebbe dire cash per oltre il 15% dell’intera opera. Se poi fosse aggiunto un credito di imposta, anche solo del 50% in 10 anni non cedibile, probabilmente questo strumento permetterebbe allo stato di guadagnare e non far dissanguare le casse come sembrerebbe aver fatto il 110”.
Si tratta di un’idea concreta che potrebbe dare un grosso aiuto. Il rispetto dei parametri imposti dall’Europa con la direttiva case green e lo stop ai bonus edilizi decisi dal governo hanno, infatti, comportato numerose criticità nei processi di efficientamento energetico degli immobili, rallentandone e, molto spesso, bloccandone la prosecuzione.
“È qui che entra in gioco H&D, che con Agorà è pronta a rispondere all’appello dei cittadini che, malgrado il taglio degli incentivi, vogliono portare avanti un percorso di efficientamento energetico, supportandoli nella ricerca e ottenimento dei finanziamenti, nell’organizzazione dei lavori, fino alla gestione delle dinamiche condominiali relative all’approvazione dei lavori stessi”, ha spiegato Ponti.
Gli italiani e le case green
Una recente ricerca condotta con Euromedia Research ha evidenziato che l’81,5% degli italiani ritiene fondamentale la riqualificazione energetica degli edifici per avviare un reale processo di transizione ecologica nel nostro Paese, con un 75% di cittadini che necessita di un intervento di riqualificazione per l’edificio in cui vive.
“Come sempre, se si chiede alle persone di spendere dei soldi e non si capisce bene dove prenderli, un po’ di preoccupazione la si crea. Ma è un fatto economico. In una casa efficiente si vive meglio perché è più confortevole, si spende meno, si muove molta economia, quindi il fatto di efficientare gli edifici porterà un risultato che le persone impareranno ad apprezzare“, ha aggiunto il presidente di H&D”.
Come la storia insegna, ci sono state delle rivoluzioni industriali che hanno fatto partire addirittura degli imperi. “Questo credo possa essere il nostro momento: una rivoluzione immobiliare. Un cambio industriale che può insegnare al mondo”.
I riflessi sul mondo immobiliare italiano
“Sicuramente ci sarà un calo dei prezzi degli immobili in Italia, ma dipende dalle città. Milano è sempre un’isola felice, il resto d’Italia un po’ meno. Ma la grande differenza sarà tra un appartamento efficientato e uno no perché il rischio è il combinato disposto dal fatto di avere un edificio che non è ristrutturato, quindi consuma di più e costa di più gestirlo, e dal fatto che si dovrà pagare una carbon tax. Inoltre, e questo è importantissimo, se uno vorrà venderlo sarà più complesso perché chi deve acquistare avrà più difficoltà ad accendere un mutuo, o magari lo riuscirà a ottenere ma solo per il 50% del valore o a tassi più elevati, perché – a loro volta – le banche non riescono a cartolarizzare questi finanziamenti. Quindi o si trova qualcuno che ha soldi aggiuntivi per pagare il valore che serve per chiudere la compravendita o si rischia di vendere la casa a una cifra più bassa o addirittura di non venderla”.
Oggi le banche, infatti, sono sempre più vincolate ai parametri europei legati a tassonomia e sostenibilità nella scelta dei singoli progetti su cui investire.