- Prendendo come orizzonte temporale i sei mesi – o in generale fine 2024 – alcuni conti deposito offrono rendimenti attorno al 4% lordo
- Investendo nel Btp 0% con scadenza al 15 dicembre 2024, attualmente il rendimento lordo è pari al 3,3%
Si avvicina la prima sterzata della Banca centrale europea sui tassi di interesse. L’inflazione dell’eurozona è rimasta stabile al 2,4% su base annua nel mese di aprile, ma l’inflazione core (al netto dei costi energetici e alimentari) è scivolata al 2,7% secondo l’ultima stima flash dell’Eurostat. Un dato che, secondo alcuni analisti, alimenta le attese su un’inversione di rotta nell’orientamento della politica monetaria in occasione della riunione del 20 giugno. Se ciò accadesse, avrebbe certamente un impatto su alcune delle alternative per la gestione della liquidità. Quali? We Wealth ne ha discusso con Rocco Probo, analista dell’ufficio studi e ricerche di Consultique Scf.
Conto deposito, Btp, fondo monetario: le differenze
Una delle alternative per investire la liquidità è quella del conto deposito, definibile come un rapporto contrattuale con un intermediario – tipicamente di natura bancaria – con predeterminazione del rendimento e della scadenza dell’investimento. “Il tema principale dei conti deposito è la facoltà o le penalità legate al disinvestimento delle somme, tendenzialmente più vincolante rispetto a un Btp o a un fondo monetario”, spiega Probo. L’investimento in conti deposito è tuttavia coperto fino a 100mila euro dal Fondo interbancario tutela depositi (consorzio di diritto privato costituito nel 1987 su base volontaria e divenuto successivamente obbligatorio dal 2011, ndr). Oltre quella cifra “ci si espone al rischio di fallimento dell’intermediario bancario, pur avendo un livello di garanzia superiore a tutti gli azionisti e obbligazionisti”, avverte l’esperto.
“Nel caso del Btp si possono individuare sul mercato differenti soluzioni per scadenza, con un corrispondente rendimento a scadenza”, aggiunge Probo. La possibilità di svincolo è garantita dall’elevata liquidità dei titoli, ma il disinvestimento a mercato prima della scadenza potrebbe esporre a perdite in conto capitale. I fondi o gli Etf monetari, infine, sono strumenti che possono investire in strumenti obbligazionari governativi a brevissimo o possono essere legati ai tassi interbancari. “Nel primo caso le considerazioni sono identiche a quelle rivolte al Btp, mentre il secondo caso è sicuramente più interessante in quanto il rendimento è prossimo a quello corrisposto ai depositi presso la Bce”, spiega l’esperto.
Btp, conto deposito o fondo monetario: come scegliere
Per scegliere tra le tre alternative nell’attuale contesto di mercato, occorre innanzitutto definire l’orizzonte su cui si intende investire. “Prendendo ad esempio come orizzonte temporale i sei mesi (o in generale fine 2024) si possono individuare offerte di conti deposito anche con rendimenti attorno al 4% lordo. Tale rendimento, al netto della tassazione del 26%, corrisponde a poco meno del 3”, osserva Probo. Investendo invece nel Btp 0% con scadenza al 15 dicembre 2024, in questo momento il rendimento lordo è pari al 3,3%, ovvero un 2,9% netto. “Inoltre, questo bond nello specifico permetterebbe di compensare eventuali minusvalenze pregresse, quindi il rendimento potrebbe essere esente tasse”, aggiunge l’esperto.
Nel caso dell’Etf o del fondo legato al rendimento sui depositi presso la Bce, il rendimento complessivo da qui a fine anno non è noto perché dipende direttamente dalle decisioni della banca centrale. In questo momento, uno strumento di questo tipo rende il 3,9% annuo, ma tale rendimento “si abbasserà non appena si avrà una revisione della politica monetaria della Bce”, afferma Probo. “Stando alle attese attuali dei mercati finanziari – che scontano due o tre tagli dei tassi della Bce – il rendimento lordo fino a fine anno di un Etf legato a tale rendimento sarebbe del 3,5% abbondante. Considerando che ci sono strumenti di questo tipo tassati a circa il 12,5%, il rendimento netto che si otterrebbe sarebbe superiore a quello del Btp in assenza di minusvalenze pregresse”.
Cosa succede se la Bce delude le attese
Attualmente i Btp scontano già i tagli dei tassi attesi dai mercati. Ad ogni modo, spiega Probo, sulle brevi scadenze le variazioni legate all’evoluzione dei tassi saranno quasi impercettibili e investendo in titoli a sei mesi si otterrà quanto dovuto alla relativa scadenza. Diverso avverrà per i titoli a lunga scadenza, dove variazioni sulle attese dell’evoluzione futura dei tassi hanno un impatto più sensibile. Più che l’azione della Bce, in altre parole, conta quello che il mercato si attende dalla Bce per le future decisioni. “Se invece nei prossimi mesi i tassi scendessero meno del previsto, il rendimento di conti deposito e Btp resterà fisso, mentre resterà più elevato – quindi incrementerà rispetto all’ipotesi precedentemente evidenziata – nel caso degli Etf monetari legati al rendimento della remunerazione dei depositi presso la Bce”, conclude Probo.