Il più grande deserto di sabbia del pianeta. Cieli stellati non contaminati dall’inquinamento luminoso. Danze tradizionali e grattacieli high tech scintillanti. La fragranza di un caffè aromatico, la morbidezza di un dattero. Le inebrianti spezie. Il fascino di tradizioni millenarie e il mistero di oltre 11.000 siti archeologici. È l’Arabia Saudita: basta il nome a evocare luoghi ricchi di mistero, storia, tradizioni mai scalfite. La meta perfetta per un viaggiatore mai pago di scoperte ed esperienze.
Ma pur essendo una meta di indubbio fascino, fino a soli cinque o sei anni fa il Paese non era certo una destinazione ricorrente nelle rotte dei viaggi internazionali. Poi però, nel 2016, grazie alla volontà del principe Mohammed bin Salman bin Abdulaziz, la percezione globale del regno è iniziata a cambiare. In quell’anno la classe dirigente saudita, sotto la guida del principe, accoglie la Visione 2030 (Vision 2030), ovvero il piano strutturale strategico per rendere lo Stato indipendente dall’estrazione del petrolio. Una lungimirante rivoluzione culturale, prima che economica, in cui il turismo, unitamente al patrimonio storico del paese – è messo al centro. Turisanda fra i primi ha colto le opportunità di questa nuova meta che si stava dischiudendo alle rotte dei viaggi internazionali, offrendo soluzioni esclusive e non convenzionali. Scegliendo le loro proposte ci si potrà immergere in luoghi magici e ricchi di mistero.
La città di Diriyah e il Palazzo Salwa
Come le stradine tortuose di Al-Turaif, una delle più grandi città di mattoni di fango al mondo, fondata nel 1744, nei pressi di Diriyah. Qui, ogni giovedì alle 21 si può rivivere il rito suggestivo dell’ardha, ovvero la danza della spada. Ma la storia riverbera pure nelle incisioni rupestri, nelle vecchie rovine e nelle tombe scavate nella roccia di Nabatean Hegra. Così come la sorpresa (del viaggiatore) anima le inaspettate verdi colline di Al Baha, i milioni di ulivi, palme, alberi da frutto di Al Jouf. Immergendosi nelle acque cristalline del Mar Rosso saudita.
Snorkeling nel Mar Rosso
Le destinazioni sono molteplici. L’Arabia Saudita è il centro spirituale del mondo islamico: vi hanno sede le Due Sacre Moschee, a La Mecca e Medina, rispettivamente città di nascita e morte di Maometto. L’ingresso in entrambe le città è vietato ai non islamici; tuttavia è possibile visitare terre affascinanti lungo le strade che vi conducono. Si pensi ad Al-Ula, nella provincia di Medina, sulle antiche vie dell’incenso. L’area è uno dei luoghi fra i più esclusivi del pianeta, scrigno dei quattro importanti siti storici Hegra, Dadan, Jabal Ikmah e AlUla Old Town. Oppure alle grotte di Al Ahsa, all’altopiano di Asir sulle estremità meridionali delle alture del Mar Rosso, ideale per esperienze sportive all’aria aperta.
Hegra
Ma Arabia Saudita vuol dire anche città avveniristiche e tecnologiche, aperte all’arte. Come la capitale Riyadh, per cui nella Vision 2030 è proprio stato previsto uno speciale “progetto arte” volto a promuovere anche la creatività dei cittadini. O come Jeddah, vero centro cosmopolita del regno: qui, passeggiando, ci si può imbattere nelle statue di Henry Moore e Mirò disseminate lungo il lungo mare, oppure ammirare la maestosa fontana del re Fahd.
I progetti concreti del piano strategico Vision di sviluppo vanno dalla dissalazione delle acque alla implementazione delle energie rinnovabili, a politiche industriali mirate, passando per sviluppo scientifico e programmi di istruzione mirati ad attrarre anche investimenti diretti esteri.
La città di Jeddah
Il regno si è posto degli obiettivi numericamente misurabili. Ossia: far aumentare l’aspettativa di vita da 74 a 80 anni; passare dalla 26esima posizione alla decima nella classifica dell’indice del capitale sociale; avere tre città nella classifica mondiale delle top 100; accrescere il numero di ore settimanali dedicate all’esercizio fisico (dall’attuale 13% al 40%); incrementare la spesa culturale delle famiglie dal 2,9% al 6%; più che raddoppiare il numero di siti Unesco. I primi risultati della Vision 2030 sono giunti già nella fase 1 (2016-2021) di messa in atto del piano. Durante la pandemia per esempio sono state lanciate diverse piattaforme digitali, tra cui l’asilo virtuale. Sul fronte della ricerca, l’Arabia Saudita si è classificata al 14° posto per numero di pubblicazioni sul Covid-19. È ora in pieno svolgimento la fase 2 (2021-2025) del programma, che continuerà a lavorare per potenziare infrastrutture, sviluppo sociale, e raggiungere tutti gli altri obiettivi al fine di realizzare appieno la Visione 2030 per la data indicata.
In copertina: Jar Rock ad AlUla