Sembra che la parola chiave degli ultimi mesi sia intelligenza artificiale. Con la sua corsa, l’AI sta travolgendo e trasformando dall’interno moltissimi settori. Sono pochi infatti gli ambiti che sembrano slegati dal suo potenziale d’impatto. Ma più che analizzare questi settori, la domanda da porsi è se valga veramente la pena non farsi travolgere dalla nuova ondata tecnologica.
L’AI ha ufficialmente preso piede anche nella vita quotidiana, grazie a software e chatbot in grado di rispondere a qualunque domanda in tempo reale. Eppure sembra che il suo impatto economico sia solo agli inizi.
Il Global Economics and Investment Analysis (GEIA) team di BNY Mellon è convinto che nel prossimo decennio l’adozione dell’intelligenza artificiale potrebbe comportare un aumento dell’1,5% della produttività globale. Basti pensare che in Italia, secondo la più recente indagine promossa dalla X Commissione Attività produttive, commercio e turismo della Camera dei deputati, l’AI generativa ha il potenziale di creare a parità di ore lavorate fino a 312miliardi di euro di valore aggiunto annuo per l’Italia, pari al 18% del Pil.
Intelligenza artificiale: dalla produttività al mercato
Ogni volta che nella storia vi è stata una rivoluzione si sono apprezzati i cambiamenti di sistemi e le migliorie, la rivoluzione tecnologica non sarà da meno. Come si è già visto, la produttività è destinata ad aumentare rapidamente, senza contare che le macchine potranno svolgere anche le attività più pericolose, ripetitive e alienanti.
La crescita della produttività gioca un ruolo chiave nel Prodotto interno lordo di uno stato, ma permette anche l’aumento degli utili e dei margini operativi.
I primi risultati dell’applicazione dell’AI sono ben visibili anche nel mercato, non solo nella vita delle singole persone o aziende. I mercati azionari hanno già iniziato a registrare guadagni influenzati dall’intelligenza artificiale, come è chiaro guardando al rally degli ultimi mesi. Ma più il fenomeno si espanderà più i benefici diventeranno chiari. Secondo Jake Jolly e Seb Vismara, economisti del team GEIA, “ciò potrebbe portare l’indice S&P 500 a superare i 6.500 punti nei prossimi anni, rispetto ai circa 5.000 punti di questo aprile”.
Rally tech o bolla pronta a esplodere?
Nel passato, ogni volta che il mercato azionario è stato trascinato in un rally guidato da un trend molto specifico, come l’arrivo di internet alla fine degli anni ’90, la rivoluzione dell’agricoltura nel 1600 o la prima rivoluzione industriale, presto questo è stato seguito dall’esplosione di una bolla. Succederà lo stesso?
Gli esperti di BNY Mellon ritengono che il rally dei mercati che è iniziato a novembre 2022 sia stato significativo, ma non insostenibile, questo non significa che il rischio della bolla sia ormai scomparso, anzi. La probabilità che ciò accada rimane elevata, quindi è importante che gli investitori considerino anche questo aspetto.
Nuove tecnologie: oltre i confini dei computer
Al momento sono per lo più le aziende tecnologiche a trarre vantaggio dalla spinta dell’intelligenza artificiale. Questo però non significa che i suoi effetti non saranno presto visibili anche nel resto del mercato, se non addirittura dare origine a nuovi settori industriali.
“Le nuove tecnologie possono alterare radicalmente la struttura dei costi di un determinato settore e il modo in cui i fattori di produzione vengono combinati. Ciò consente di ridefinire il modo in cui beni e servizi vengono forniti al pubblico e di far emergere nuovi modelli di business”, spiegano Jolly e Vismara.
Insomma, gli ambiti di applicazione per le nuove tecnologie possono essere svariati: dai servizi di comunicazione alla finanza, dalla sanità all’educazione, passando anche per il tempo libero. Solo il tempo potrà svelare a pieno le opportunità, ma anche i rischi, che derivano dall’intelligenza artificiale.