Il ministro dell’economia Roberto Gualtieri ha parlato in diverse occasioni di “una riforma della tassazione diretta e indiretta” che per l’Irpef dovrebbe ispirarsi al modello tedesco e dovrebbe portare a rivedere le detrazioni fiscali, mentre per l’Iva dovrebbe portare nelle intenzioni al taglio (temporaneo) delle aliquote per i settori più colpiti dall’emergenza sanitaria. Per l’avvio della manovra si stima una prima copertura di 5-6 miliardi di euro che dovrà essere finanziata con risorse interne.
“Bisogna partire dalle fondamenta”, ha dichiarato il direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini, tra i più attivi sostenitori della riforma e che ha lanciato la proposta di raccogliere in cinque testi unici – imposte dirette, indirette, accertamento, riscossione e contenzioso – “una materia immensa di cui nemmeno gli esperti conoscono i confini”. “Una volta fatto ordine – ha aggiunto – ecco che bisogna iniziare a sfrondare. E cambiare”. Visione che ha poi confermato nell’audizione alla Camera del 14 settembre e in successivi eventi pubblici in cui ha sottolineato la necessità della riforma del fisco, puntando, tra l’altro, sulla semplificazione, su un contrasto all’evasione supportato sempre di più dal digitale e sul pieno utilizzo e interoperabilità delle banche dati, nel rispetto della privacy.
La strada del digitale, già intrapresa negli ultimi anni con il 730 precompilato, la fatturazione elettronica, i corrispettivi telematici fa parte di un processo di ammodernamento e controllo del sistema che era non più procrastinabile. Siamo all’inizio di un processo che avrà altre e successive fasi di sviluppo. Dal lato dell’Amministrazione finanziaria questo processo va visto nell’ottica anche di migliore il rapporto con cittadini, i professionisti e le imprese.
Come sottolineato da Enrico De Mita in un suo recente intervento, la storia dei tributi in Italia è soprattutto il succedersi di questioni, a volte politiche, a volte giuridiche, che non hanno ancora dato vita a un sistema. I temi più ricorrenti e importanti sono quelli della legalità, della parità di trattamento, della semplificazione legislativa, delle irrazionalità incostituzionali, del federalismo, della famiglia, della tutela del contribuente, dei giudici tributari, della formazione dei professionisti e dei magistrati, dei compiti della dottrina e dei rapporti di essa con la politica.
E almeno nelle intenzioni la riforma in discussione va in quella direzione.