La galleria fiorentina sposa uno dei temi dell’ultima Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia con una mostra al Padiglione Venezia
La metamorfosi è uno dei temi portanti della 59. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia. La galleria Poggiali di Firenze lo ha fatto proprio con la mostra Alloro delle artiste Goldschmied & Chiari all’interno del Padiglione Venezia. La pianta è da sempre, come insegna la mitologia greca con il mito di Apollo e Dafne, emblema della metamorfosi.
La mostra, a cura di Giovanna Zabotti, si articola in tre tematiche: l’avvicinamento dell’uomo alla
natura; la forza della donna; la metamorfosi spiegata dall’arte. La stessa curatrice afferma che la mostra affronta il tema della metamorfosi «in tutte le accezioni del suo significato: nel suo senso di trasformazione di un essere in un altro di natura diversa e come elemento tipico di racconti mitologici, religiosi, magici. La novità di questo padiglione sta nel fatto che il visitatore non vedrà le opere d’arte ma le vivrà: si muoverà al suo interno ad un ritmo preciso scandito da una musica, che lo porterà inizialmente a indagare il proprio io, per poi vivere una sorta di percorso emozionale in tre dimensioni, fino ad assaporare lo sguardo dei giovani artisti verso il futuro».
Goldschmied & Chiari presentano Portali e Magnifica, due opere inedite che aprono il percorso espositivo. Le artiste le hanno create nel 2022, dopo il lungo isolamento: «Il sogno, la visione, l’inconscio sono stati gli strumenti attraverso i quali abbiamo navigato nei primi mesi di chiusura e immobilità corporea», sottolinea il duo. Le due opere celebrano la femminilità multiforme, ibrida e mostruosa. I Portali sono specchi di grande formato sui quali sono fissati scatti fotografici speculari. Le foto ritraggono combinazioni di fumogeni colorati fatti divampare dalle artiste all’interno del loro studio.
Magnifica invece è costituita invece da una serie di vasi in vetro di Murano fitomorfici a metà tra bocche femminili e piante carnivore. «La realizzazione delle forme del vetro comporta il respiro, il soffio, una bocca crea un’altra bocca», spiegano le artiste. «Queste “sculture” installate nel Padiglione Venezia soffiano idealmente il fumo impresso nei Portali».
Entrambe le opere vogliono rappresentare la soglia di mondi enigmatici tra l’alchimia e la prescienza. Il corpo dello spettatore riflesso nello specchio diventa un punto di convergenza, entra nell’opera, la moltiplica e si dissolve.
Alloro prosegue con le opere di Paolo Fantin & Ojcina, Pino Donaggio e Ottorino De Lucchi.
Nella terza sala del Padiglione Venezia, infine, sono esposte le opere vincitrici della terza edizione del Premio Artefici del Nostro Tempo.
La metamorfosi è uno dei temi portanti della 59. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia. La galleria Poggiali di Firenze lo ha fatto proprio con la mostra Alloro delle artiste Goldschmied & Chiari all’interno del Padiglione Venezia. La pianta è da sempre, come insegna la mit…
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