L’oro ha raggiunto un nuovo picco di giornata a 2.150,50 dollari l’oncia, secondo i dati del Continuous Contract tracciati da Marketwatch, a un capello dal massimo storico segnato sulla piattaforma a 2.152,30. Tuttavia, potrebbe arrivare in giornata la notizia di un livello record in chiusura. Solo negli ultimi cinque giorni l’oro ha guadagnato il 4,64%, mentre la performance da inizio anno al 5 marzo risulta attualmente del 3%.
L’oro è entrato nel 2024 su livelli storicamente elevati, spinto dalla domanda di oro fisico delle banche centrali e la domanda di protezione in seguito alle numerose crisi internazionali. Andando avanti, la prospettiva del calo dei tassi d’interesse da parte della Federal Reserve, che dovrebbe ridurre i rendimenti dei Buoni del Tesoro Usa, renderà relativamente più attrattivo l’oro – un “bene rifugio” che, a differenza dei Treasury, non paga interessi. Mercoledì e giovedì è attesa la testimonianza al Congresso del presidente della Fed, Jerome Powell, dalla quale potrebbero emergere degli indizi sull’orientamento del Comitato.
Lo slancio delle ultime ore “è difficile da interpretare”, dal momento che tutti gli elementi sopra descritti erano noti al mercato da tempo, ha affermato a We Wealth Carlo Alberto De Casa, analista esterno di Swissquote e specialista del mercato aureo. “Non mi convince appieno l’idea che sia solo la prospettiva del calo dei tassi Fed a motivare questo rialzo: piuttosto, ritengo che l’oro si stia gradualmente posizionando su un nuovo paradigma”, ha aggiunto De Casa.
Da dicembre, fatta salva una breve parentesi in seguito alla pubblicazione dei dati sull’inflazione Usa di gennaio, l’oro si è saldamente mantenuto sopra i 2.000 dollari l’oncia, con una volatilità particolarmente bassa. Considerando le dinamiche del mercato, “l’oro si è mosso dove, ritengo, debba stare”, ha proseguito l’esperto, ritenendo poco probabile un arretramento del metallo giallo al di sotto dei 2.070 dollari nel prossimo futuro.
La parte alta della forchetta potrebbe ora assestarsi a 2.200-2.250 dollari, soglia raggiunta la quale i trader inizierebbero probabilmente ad alleggerire le loro posizioni. Se fino al novembre scorso il traguardo dei 2.000 dollari sembrava innescare rapidamente spinte sulle vendite, ora il mercato dell’oro sembra entrato in un “nuovo paradigma”, ha dichiarato l’analista di Swissquote.
L’altro metallo sotto i riflettori: l’argento
Oltre all’oro, un altro metallo prezioso che potrebbe avere un potenziale di rialzo ancor più interessante è l’argento, il cui prezzo è aumentato del 7,4% negli ultimi cinque giorni a 24,19 dollari:
per tornare al suo massimo degli ultimi 12 mesi l’argento dovrebbe apprezzarsi di un ulteriore 9,28%. Uno spazio significativo che potrebbe essere coperto. Se l’oro dovesse raggiungere il target dei 2.200 dollari, ha dichiarato De Casa, l’argento potrebbe portarsi in area 26-27 dollari, con la possibilità di allungare oltre data la sua maggiore volatilità rispetto all’oro.
“Rispetto all’oro, va tenuto conto che la domanda di argento è molto più collegata all’espansione dell’economia, con tre principali utilizzi industriali: il fotovoltaico, il 5G e le auto elettriche”, ha spiegato De Casa, secondo il quale le valutazioni dell’argento “potrebbero non essersi apprezzate pienamente”.
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