“In un periodo di forte campagna per il collocamento del Btp Valore, gli investitori potrebbero avere più di un dubbio su come i titoli di Stato italiani si confrontino con le alternative di investimento considerate, di solito, a basso rischio.
L’elevato debito pubblico italiano, nonostante per ora non sollevi problemi a breve termine sulla sua sostenibilità, è un fattore che potrebbe essere considerato nel valutare quanti Btp inserire in portafoglio. L’oro, considerato il più tipico investimento di rifugio, che caratteristiche ha rispetto al Btp? Può essere considerato un’alternativa o un complemento?
“È vero, sia l’oro sia il Btp rientrano nel gruppo degli investimenti considerati come più sicuri, ma con numerose differenze”, ha affermato a We Wealth l’analista di Swissquote, Carlo Alberto De Casa, esperto del mercato aureo. Innanzitutto, “l’oro non ha un emittente”: vale a dire, che possedere oro instaura un rapporto debito e credito, per cui non esiste il rischio che il debitore possa non essere in grado di restituire il denaro che ha ricevuto dal risparmiatore. “Il Btp, al contrario, “ha un rischio emittente, che dipende dalla qualità delle finanze dello Stato italiano”, ha affermato De Casa. In termini generali, ha aggiunto, si può dire che l’oro sia ancora più sicuro del Btp.
Il rischio emittente associato al Btp permette agli investitori di ricevere cedole regolari, a differenza dell’oro che non genera alcun reddito.
“Il vantaggio del Btp è la certezza del rendimento, fatta salva la capacità di rimborso dell’emittente-Italia”, ha dichiarato l’analista, mentre “con l’oro ci possono essere periodi di forte rialzo, come a inizio 2024, ma non c’è la garanzia che fra sei anni“, l’orizzonte temporale del Btp Valore, “il prezzo dell’oro sarà più elevato di quello attuale: anche se personalmente lo reputo improbabile, potrebbe anche essere più basso”.
Storicamente, l’oro ha mostrato un aumento costante di valore nel lungo periodo, nonostante ci siano stati decenni meno favorevoli, come quello tra il 2010 e il 2020. Tra il 1971 e il 2022, l’oro ha registrato un ritorno medio annuo del 7,7%.
L’oro può battere il Btp in un orizzonte di 5-7 anni? “Dipende dal prezzo di acquisto dell’oro nell’ultima fase: un conto è averlo acquistato a 2.000 dollari l’oncia”, all’incirca il prezzo dello scorso dicembre, “un altro a 2.400”, un livello che l’oro ha raggiunto poche settimane fa. Al momento di pubblicazione l’oncia ha un prezzo intorno ai 2.300 dollari. “Perché l’oro possa battere il Btp in un orizzonte di questo tipo dovrebbe raggiungere in sei anni quota 2.700-2.800 dollari l’oncia, “chi non si aspetta di poter vedere l’oro su quei livelli dovrebbe puntare sul Btp, ma questa è una percezione soggettiva”, ha aggiunto De Casa, ribadendo che l’andamento futuro dell’oro non può essere previsto con la stessa precisione di un Btp detenuto fino a scadenza.
Oro e Btp: possono convivere
“In un portafoglio diversificato, sono convinto che oro e Btp possano convivere, così come altri titoli di Stato che in questa fase offrono rendimenti superiori rispetto al passato”, ha affermato De Casa. Il problema si pone quando si concentrano molti titoli e prodotti il cui andamento collegato direttamente o indirettamente. “Nella mia esperienza ho visto fra molti investitori italiani dividere il loro portafoglio fra Btp e azioni italiane, o magari bond bancari di istituti italiani. Il problema di questo approccio che si è sovraesposti sull’Italia”, ha affermato l’analista, “aggiungendo oro in portafoglio questo rischio di eccessiva concentrazione su un solo Paese si va a ridurre”.
Quanto oro inserire in portafoglio
“Personalmente suggerisco di inserire sempre una quota di oro nel portafoglio, pari all’2-3% fino ad arrivare a un massimo del 10-12% del valore complessivo, a seconda delle aspettative di prezzo future sull’oro e della propria propensione al rischio”, ha affermato De Casa.
Anche se il confronto con il Btp Valore del maggio 2024 porta a ragionare sulla scadenza a sei anni, ha sottolineato De Casa, chi investe in Btp dovrebbe diversificare anche sulle scadenze e mettere in portafoglio anche titoli a scadenza più breve, in particolare se si vuole ridurre ulteriormente il rischio. Infatti, le volatilità di prezzo dei titoli di Stato tende a essere superiore per le scadenze più lunghe: il che potrebbe incrementare il rischio di perdita in caso si decidesse di vendere il Btp prima della scadenza, rinunciando alla garanzia di restituzione del capitale.
Oro o Btp: sciogliere il dubbio
Chi dovesse avere dubbi su cosa scegliere, posto che oro e Btp possono convivere in portafoglio, De Casa suggerisce di considerare che, da un lato, strumenti come il Btp Valore permettono di incassare cedole periodiche – una caratteristica che l’oro non offre. In comune, oro e Btp hanno il fatto di non poter garantire un profitto in caso di una vendita a breve termine: anche il Btp Valore, ad esempio, se venduto fra qualche mese, potrebbe comportare una perdita sul capitale investito “nello scenario in cui le banche centrali non dovessero tagliare i tassi come previsto”. Lo ricordiamo, il prezzo delle obbligazioni, come il Btp, tende a salire quando i tassi di riferimento (e rendimenti) scendono e viceversa. L’oro potrebbe essere una scelta consigliabile per chi volesse coprire in modo più forte il portafoglio da scenari di crisi.
In conclusione, l’oro non permette di programmare il rendimento, ma offre le più elevate garanzie di mantenimento del valore negli scenari di crisi, compresi eventuali insolvenze a livello statale. Il Btp, invece, sarà la soluzione preferita per chi desidera essere a conoscenza in anticipo del rendimento a scadenza, ma avendo cura di non concentrare troppo il suo portafoglio sull’Italia.