Aperta fino al marzo prossimo, Triennale Milano in collaborazione con Fondation Cartier pour l’art contemporain (che segue assiduamente l’artista dal 2005) ospita (con sole sei opere delle quarantotto ad oggi realizzate) la prima personale italiana di Ron Mueck, scultore iperrealista famoso per le sue installazioni rappresentanti la figura umana “fuori scala” (ovvero gigantesche o minuscole).
Nato nel 1958 a Melbourne da famiglia tedesca, l’artista australiano è – curiosamente – cresciuto immerso nel mondo dei giocattoli (i genitori erano produttori di bambole). Dopo aver ricevuto un’educazione inglese (la famiglia è emigrata in Inghilterra quando Ron era ancora bambino), l’artista ha iniziato a lavorare a Londra realizzando manichini e burattini per programmi televisivi per bambini, diventando poi parte del team del The Muppet Show ideato da Jim Henson (ed entrando anche nel mondo cinematografico, creando gli effetti speciali per il film Labyrinth con David Bowie). A 37 anni però, decide di lasciare il lavoro di modellista, confessando in seguito di sentirsi “costretto” dalla predeterminazione del suo ruolo, volto a raccontare storie altrui su uno schermo bidimensionale. Al contrario, la sua carriera nell’arte è iniziata per caso. Avendo notato l’incredibile manualità di Ron, nel 1996 la suocera (nonché conosciuta artista) Paula Rego gli ha commissionato una statua di Pinocchio per il group show Spellbound: Art and Film all’Hayward Gallery di Londra. Charles Saatchi, di passaggio, ha notato il lavoro di Mueck ed ha subito acquistato la sua seconda opera, Dead Dad (poi esposta nel 1997 nell’esibizione Young British Artists from the Saatchi Collection). Dal 2000 l’artista diventa sempre più conosciuto: è selezionato come Associate Artist alla National Gallery di Londra, per cui produce tre dei suoi lavori più iconici – Mother and Child (2003), Man in a Boat (2002) e Pregnant Woman (2002) – poi esposti in un solo show organizzato dal museo. Nel 2001 partecipa alla 49esima Biennale di Venezia con Boy (1999), mentre nel 2005 inizia la collaborazione con Fondation Cartier (con cui l’artista ha organizzato un totale di tre mostre e prodotto otto opere, tra cui Spooning Couple (2005), Woman with Shopping (2013) e Couple Under an Umbrella (2013)).
Baby (2000)
Le opere di Mueck esposte nelle istituzioni culturali nel mondo
Oggi le opere di Mueck sono esposte in collezioni pubbliche e private in tutto il mondo (tra cui la National Gallery of Victoria a Melbourne, la National Gallery of Canada ad Ottawa, la Tate di Londra e il Museum of Fine Arts di Houston) e l’artista è rappresentato dalla galleria austriaca Thaddaeus Ropac (dopo anni nella scuderia di Anthony D’Offay). Nonostante il successo, però, Ron è rimasto una persona riservata e poco affascinata dal “business dell’arte”. Come ben visibile anche dai due cortometraggi proiettati in Triennale (Still Life: Ron Mueck at Work (2013) e Three Dogs, a Pig and a Crow (2023) di Gautier Deblonde), l’artista è totalmente dedicato – in modo quasi maniacale – alle proprie opere, che compone nel suo studio insieme ad assistenti fidati e di lunga data. Chiari sono i due pilastri fondamentali della sua arte: alterare le misure di ciò che si osserva (Mueck ha dichiarato di non essere interessato a ritrarre le persone con dimensioni reali, perché le vediamo ed incontriamo già tutti i giorni) e cogliere il moto d’animo interno dei propri soggetti (nonostante l’artista passi molto tempo a lavorare sulla superficie). Tante sono le opere di Ron che rispecchiano in modo evidente questa filosofia, come In Bed (2005) (monumentale figura di donna stesa sotto le coperte con lo sguardo straniante perso nel vuoto), Baby (2000) (il ritratto di un neonato di dimensioni minuscole, appeso al muro in posizione simile a quella del crocifisso) e Woman with Sticks (2009) (una donna che regge con fatica un fascio di legna), tutte esposte nelle sale della Triennale. Diverse sono invece le installazioni più recenti (quali i teschi di Mass, 2017, realizzati per la National Gallery of Victoria), che pur richiamando il tema della morte non ci fanno dubitare intensamente dell’oggetto che stiamo osservando (a differenza delle opere “storiche” di Mueck).
Woman with Sticks (2009)
Ron Mueck: i risultati del mercato secondario
I lavori di Ron non sono passati inosservati anche sul mercato secondario dell’arte (in particolare le opere di dimensione non museale). Il record d’asta è stato realizzato da Big Baby (1996), opera di 67 cm proveniente dalla collezione di Kay Saatchi, venduta da Christie’s Londra nel 2011 per 825.250 pound. Sempre nel 2011, la sede londinese di Christie’s ha aggiudicato anche Man under cardigan (1998, 63 cm) per 601.250 pound. Mother and Child (2001-2003) – dalla lunghezza di 89 cm – è stata battuta da Christie’s Londra nel 2012 per 445.250 pound, mentre l’opera Man in blankets (2000, 71.1 cm) è stata aggiudicata da Phillips New York nel 2018 per 447.000 dollari. La vendita più recente risale invece al 2022: Sotheby’s London ha venduto – al ZAMU Museum di Amsterdam – Untitled (Baby) (2000, 26 cm) per 141.200 pound.
Mass (2017)
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In copertina: Ron Mueck, In Bed (2005). Tutte le foto copyright Alice Trioschi.