È il 2006 quando l’Italia del calcio vince il suo ultimo titolo mondiale. Non c’entra nulla (forse) con quanto si sta scrivendo ma è in quell’anno che Guido Mondani (29/10/1945), uno dei nomi più noti al mondo nel collezionismo fa – per la prima volta nella storia delle aste di orologi – il tutto esaurito con la vendita di una collezione, la sua: 309 segnatempo che all’epoca incassano a Ginevra (sotto il martelletto di Osvaldo Patrizzi) la cifra inaudita di 11.037.278 franchi, realizzando quelli che allora erano i due record assoluti di prezzo per altrettanti Rolex.
Quali? La referenza 4113 e la referenza 6062 “Stelline” con quadrante nero. A quella storica asta mancavano i pezzi cui Mondani era sentimentalmente più legato, come il primo orologio acquistato per sé negli anni ’70 (un Cartier) o i regali da e per la sua famiglia. Vale a dire, tutti i lotti che l’11 e il 12 maggio 2024 andranno in asta a Ginevra da Phillips Watches.
(Articolo apparso per la prima volta sul magazine We Wealth numero 67. Abbonati qui!)
La stessa emozione della prima volta
Come mai? “Volevo provare la stessa emozione provata 18 anni fa”, ci risponde lo stesso Guido Mondani nella sede milanese di Phillips. La conferma di essere il numero uno: fu evidentemente con spirito agonistico che nel 2006 l’imprenditore mise in vendita la sua spettacolosa collezione. Con lo stesso gusto per la sfida spera che anche l’asta incipiente vada “tutta esaurita”.
La certezza non è possibile averla, ma le probabilità che ciò accada sono elevate: a battere i 40 lotti della sua collezione personale sarà il banditore numero uno al mondo, Aurel Bacs. “Non avrei accettato nessun altro”, prosegue Mondani. La vendita della collezione sarà divisa nelle due serate dell’asta ginevrina. Come mai la decisione di ‘dividere’ la collezione nelle due serate? Aurel Bacs: “Per evitare di offrire in sequenza troppi Rolex in una seduta sola”.
La storia della collezione dei Rolex Guido Mondani
Quella di Guido Mondani è infatti una delle collezioni simbolo del marchio fondato nel 1905 a Londra dal 24enne Hans Wilsdorf. Mondani inizia la sua collezione 38 anni fa, nel 1986, grazie al regalo di compleanno che gli fa sua moglie: un Rolex, giustappunto. Un dono d’amore che esplode in autentica passione. Guido studia, ricerca, si informa. Non accetta di acquistare nessun orologio che non sia “perfetto al 100%”. Diventa il punto di riferimento nel mondo del collezionismo Rolex.
Tale e tanta è la sua attività di studio che, nel 1992, fonda una casa editrice specializzata, la “Guido Mondani Editore”. Un atto di generosità nei confronti della grande ‘famiglia’ dei collezionisti, con la quale Mondani ha instaurato un longevo rapporto di condivisione e divulgazione: il suo primo testo, “Collezionare orologi da polso Rolex” (1993) ha venduto più di 100.000 copie. “Un risultato eccezionale”, ricorda. Una collezione riassumibile in una sola fondamentale parola
Un collezione, una parola
Chiediamo ad Aurel Bacs: Se si potesse riassumere la collezione Mondani in una sola parola, quale sarebbe? “Qualità”. Monsieur Bacs concorda con noi quando tratteggiamo Mondani come ‘prototipo del collezionista ideale’ per il suo approccio. “Guido è uno preciso, capace di chiamare a mezzanotte per una virgola fuori posto nelle bozze del catalogo. Con lo stesso spirito ha costruito la sua collezione. E il mercato non cerca nulla di meno che questo. Oggi magari è facile reperire informazioni, ma al tempo in cui è iniziata la sua raccolta, no. Per una casa d’aste è un sogno interfacciarsi con un collezionista così dedito al perfezionismo. Guido non ha mai fatto compromessi”.
Fra i pezzi forti in asta, il Rolex Cosmograph Daytona del 1985 ref. 6269 (oro giallo 18 carati; 600mila–1,2 mln franchi) acquistato come regalo per la moglie; la coppia di orologi sportivi Rolex presi per commemorare la nascita dei nipoti. E poi il suo cronografo Rolex ref. 6036 “Jean-Claude Killy” del 1955 (oro rosa 18 carati; 400mila – 800 mln franchi).
Non solo Rolex nella collezione di Guido Mondani
Vale la pena di soffermarsi sul cronografo in oro 18 carati Eberhard & Co. del 1938 per ca- pire come nessuna collezione che si rispetti sia mai immune dal cuore: l’orologio fu acquistato nell’ultimo giorno di apertura dell’omonima boutique di Genova, città natale dell’editore. Era il 1988, e questo pezzo di storia passò dal polso di un anziano commesso al suo ultimo giorno di lavoro a quello del collezionista che lo avrebbe portato sul palcoscenico mondiale del tempo scandito lussuosamente.