Attrarre investimenti in cambio di visti e passaporti è diventato un metodo abituale di molti Stati per mantenere il buon funzionamento della loro economia
La vendita dei “passaporti d’oro” rappresenta ormai una consolidata e profittevole pratica portata avanti da alcuni Stati per fare cassa e garantirsi nuovi investimenti sul territorio e correlate (e consistenti) nuove entrate fiscali
Il fenomeno dei golden visa
Non si arresta il fenomeno della compravendita dei cosiddetti ‘golden-visa’. In un recente report pubblicato dalla Commissione europea, infatti, emerge che, tra gli altri, alcuni Stati situati ai Caraibi hanno venduto ‘passaporti’, e dunque la cittadinanza, ad almeno 88 mila persone negli ultimi anni.
Si tratta di un business estremamente fruttuoso che, oltre al lato economico, determina una serie di effetti negativi: in primo luogo sul fronte della sicurezza, in quanto i passaporti vengono ceduti prettamente tenendo conto del corrispettivo in danaro, senza considerare né la provenienza (lecita o illecita) del denaro né il passato dei richiedenti. In secondo luogo, perché favorisce l’erosione della base imponibile: i contribuenti alto spendenti, al fine di pagare meno tasse, decidono di trasferirsi in questi paradisi fiscali sottraendo a gettito nello stato di residenza la propria ricchezza.
I cittadini stranieri che decidono di acquistare un passaporto e ottenere la cittadinanza in uno di questi ‘paradisi’ fiscali spendono cifre non da poco, con una base di partenza, stima la Commissione europea, di 100 mila dollari.
Basti pensare che la sola isola-nazione caraibica la Dominica, con non più di 70.000 abitanti, ha emesso negli ultimi anni almeno 34.500 passaporti. Come ha messo in evidenza anche il Guardian, inoltre, la Federazione di Saint Kitts e Nevis, uno stato insulare dell’America centrale, arcipelago delle Piccole Antille, con una popolazione di appena 48.000 abitanti, ha rilasciato 36.700 passaporti.
Ma non è tutto. In questo commercio sono coinvolti anche luoghi più famosi e rinomati, come ad esempio Antigua e Barbuda.
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I rischi per l’Europa
I meccanismi di rilascio dei golden visa e in generale di permessi di residenza o cittadinanza, da un lato, determinano una vera e propria svalutazione della cittadinanza dell’Ue, dall’altro, favoriscono la corruzione, il riciclaggio di denaro e l’evasione fiscale.
A tal riguardo, spiega la Commissione, occorrerebbe inasprire le politiche sui visti e sull’esenzione dai visti, in quanto, per via del fenomeno dei golden visa, rischiano di essere una finestra che favorisce il transito in Europa di soggetti coinvolti nella criminalità organizzata, il riciclaggio di denaro, fenomeni di evasione fiscale e corruzione.
La vendita di passaporti negli ultimi anni, spiega la Commissione, nonostante l’inasprimento delle regole per contrastare questo fenomeno, ha registrato un’impennata. La circostanza non può stupire, in quanto questi stati caraibici, spesso, siglano degli accordi di esenzione dal visto con l’UE: in questo modo, coloro che sono interessati a commerciate in Europa ma, per diverse ragioni, non integrano i requisiti per ottenere la residenza in uno Stato, fanno il giro più largo, acquistando un passaporto in queste giurisdizioni fiscalmente e finanziariamente opache e, tramite il visto ottenuto, accedere in UE.
Per questa ragione, osserva la Commissione, l’Unione dovrebbe dotarsi di un sistema atto a sospendere ogni permesso ad accedere in Europa per quei soggetti che hanno fruito dell’acquisto di passaporti tramite i regimi implementati da giurisdizioni fiscalmente opache che prevedono l’acquisto della cittadinanza.
Il rapporto afferma che il tasso di rifiuto delle domande di acquisto della cittadinanza in questi paesi caraibici è estremamente basso e si aggira tra il 3% e il 6%. Chi acquista la cittadinanza, inoltre, è autorizzato a cambiare nome e identità, mettendo in discussione le principali misure di sicurezza poste dall’Europa per gli ingressi di soggetti pericolosi.
È vero che l’applicazione dell’esenzione dal visto per questi paesi caraibici ha portato benefici all’Europa, aumentando il turismo e i viaggi d’affari, tuttavia, l’accesso senza visto di soggetti provenienti da questi territori può essere pericoloso per l’UE.