Dal digitale al reale (e ritorno)
Siamo in un’epoca dove sempre più il digitale sta diventando protagonista della nostra vita, gli strascichi della recente pandemia hanno inoltre accentuato questa tendenza rendendo consuetudine pratiche come lo smart working, la didattica a distanza e le riunioni su zoom. Come sempre ogni evoluzione porta in sé lati positivi e lati negativi con la conseguente ricerca di nuovi equilibri e approcci sociali.
Queste usanze contemporanee si sono fatte largo in tutti gli ambienti andando a toccare anche il mondo dell’arte, del design e affini, facendoci conoscere nuovi sistemi di comunicazione come il metaverso, nuove concezioni dell’arte come gli NFT e nuove metodologie di ricerca e acquisto di questi beni di lusso che fino a poco tempo fa vedevano il loro commercio solo attraverso un rapporto dal vivo.
Oggi invece scopriamo come i collezionisti utilizzino mezzi quali instagram, piattaforme online o aste sul web, per intercettare il loro prossimo acquisto, senza più la necessità di visionare l’opera dal vivo.
Allo stesso modo per quanto riguarda l’istruzione e i workshop specializzati nei settori creativi, siamo stati testimoni in questi ultimi anni di un crescente aumento di accademie di settore online, che vendono pacchetti di corsi brevi, acquistati tramite un click, che possono essere fruiti dall’utente in qualunque momento, quasi come fossero dei tutorial.
Ma nonostante questa appaia come la via del futuro c’è ancora qualcuno che sembra andare “controcorrente”, c’è un movimento che sta rivolgendo i suoi valori verso un ritorno all’unicità, autenticità e alla condivisione tramite la costruzione di una community in carne e ossa.
Parallelamente infatti non si può ignorare il crescente bisogno, l’inevitabile necessità, di trovare un equilibro fra la vita contemporanea/tecnologica e un mondo più naturale, lontano dalle città, avvolto in ritmi umani che siano in armonia con quelli della natura.
Soprattutto per quanto riguarda il mondo dei creativi di cui artisti e designer fanno da portavoce, notiamo un bisogno crescente di rapportarsi con la natura e con gli esseri umani per mettere in moto i processi creativi, trovare ispirazione, confrontarsi con persone e luoghi diversi per ampliare la propria visione e successivamente trasmettere questi ricchi contenuti attraverso le proprie opere.
A questo proposito vogliamo raccontarvi un progetto che incarna esattamente questi valori e che sta creando una community composta da creativi che spaziano in tutti i settori della cultura quali: Design, arte, giornalismo, danza, grafica, scrittura, cinema e fotografia. Una community nomade che unisce il viaggio e l’esplorazione di un luogo nuovo, alla condivisione e all’esperienza in tema di materie creative, guidati ed ispirati da “mentori” di grande spessore.
Il nome di questo progetto di Workshop è OSA e il suo ideatore è Roberto Marone, fondatore anche del noto locale OTTO a Milano.
L’idea è quella di far viaggiare la cultura, individuando luoghi magici e unici in giro per il mondo e dando così ai partecipanti la possibilità di scoprire insieme questi posti e al contempo di approcciarsi alle materie creative con uno spirito comunitario dove la vita quotidiana, nei suoi diversi aspetti viene esperita unitamente.
Si tratta di rinnovare un approccio alla sfera creativa con modalità “analogica”, radunando partecipanti di ogni età e provenienza per imparare e approfondire temi a sfondo creativo.
Come base italiana per questo progetto, Roberto ha scelto la meravigliosa Isola di Stromboli conosciuta nel mondo per la sua straordinaria unicità, caratterizzata dalle spiagge nere e da un vulcano vivente che conferisce al luogo delle energie uniche ed è in questa speciale cornice che i workshop prendono forma.
Questa visione ci preannunciarci uno degli scenari possibili nel prossimo futuro, cioè quello di una “cultura nomade”, dove la contaminazione e il confronto assumono un’accezione positiva, portando una partecipazione in presenza, fatta di sguardi e autenticità che diano vita ad opere destinate a durare nel tempo e ad essere condivise con una community in espansione.
Abbiamo avuto il piacere di scambiare qualche informazione in più con Roberto Marone, ideatore del progetto che sta avendo luogo proprio in questi giorni.
Di seguito l’intervista
OSA, l’intervista a Roberto Marone
Quando e come nasce il progetto dei workshop di Osa?
OSA è un progetto nato durante l’inverno del Covid. Che, detta così, non pare proprio un grande inizio.?E invece, in quell’inverno di paura, solitudine e assenza, c’era un gran desiderio di cambiamento e condivisione. Desideravamo incontrare persone, stare all’aria aperta, scoprire cose nuove, muoverci, viaggiare.
Desideravamo la vita, per farla breve.
E anche se guardare lontano era diventata cosa complessa, fuori dall’incubo – timidamente – riuscivamo a immaginare altro ed è esattamente su questi presupposti che è nato il progetto OSA.
Qual’è l’obbiettivo dei workshop??
Ritirarsi in un posto magico, lontano dalle proprie quotidianità dove coltivare le passioni che amiamo, insieme a una persona che amiamo.
Come e dove si sviluppano le residenze??
Per ora le organizziamo alle Eolie, a Lanzarote, e presto anche a Marrakesh! Anche perché un nostro obiettivo, è proporre una fuga dall’inverno.
Quali sono i temi dei workshop?
Di tutto! Design, arte, giornalismo, danza, grafica, scrittura, cinema e fotografia. Per ora abbiamo fatto mille cose.
Chi può partecipare e chi sono i docenti dei workshop?
Possono partecipare tutti. Questo è il bello di OSA. Professionisti, amatori, giovani, anziani. Non c’è nessuna distinzione di: provenienza, cultura, possibilità economiche. Cerchiamo di tenere il raggio più ampio possibile.?
Per quanto riguarda i “mentori” siamo stati felicissimi di avere personalità di spicco rappresentati di diversi settori creativi. Abbiamo avuto con noi: Daria Bignardi, Olimpia Zagnoli, Francesco Costa, Sara Ricciardi, Andrea De Sica, Nadia Terranova. Persone davvero speciali, talentuose, da amare.
Durante i workshop vengono realizzate opere dai partecipanti? Queste opere restano ad Osa??
Dipende. Alle volte rimangono ai partecipanti, alle volte le abbiamo pubblicate. Recentemente abbiamo donato tutte le opere in nostro possesso alla biblioteca di Stromboli per condividere questo patrimonio con la comunità.
Quali sono i progetti futuri di Osa??
Per adesso già mettere in piedi 3 cicli di workshop all’anno in altrettanti posti diversi del mondo è un impegno notevole. Ma abbiamo già in mente tantissime cose, anche spostando il format, e il target. Ma ci appelliamo al quinto emendamento, non diremo nulla! (Abbiamo già svelato la prossima location di Marrakech!)