Qual è la parola che contraddistingue il venture capital?
“Sicuramente, innovazione tecnologica” commenta Roberto Zanco, Head of Alternative Illiquid Investments di Kairos Partners Sgr. “Quando parliamo di venture capital, parliamo infatti di aziende nuove che si concentrano sull’innovazione. Possedere un proprio brevetto, una linea di codice o un software significa due cose: per l’azienda, avere un vantaggio competitivo rispetto al mercato; per l’investitore, puntare su un’attività decorrelata dal resto del portafoglio investito in business più tradizionali. Le nuove scoperte, infatti, non dipendono dal contesto generale, ma viaggiano su un binario a sé”.
Va detto che l’investimento nel venture capital avviene in una fase delicata dell’azienda: il VC finanzia il progetto, acquistando quote societarie e iniettando cassa per permettere all’azienda di crescere e svilupparsi. “Per questo, non è un investimento adatto a tutti”.
A che punto è il mercato italiano sul fronte venture capital?
Sul venture capital il mercato italiano è arrivato un po’ più tardi. Con l’impegno da parte dei governi di iniettare risorse in questa fetta di mercato ad alto potenziale, si è negli anni incentivato l’investimento sia istituzionale, sia privato. “Ci troviamo ora di fronte a un mercato che funziona, in cui le valutazioni sugli investimenti restano ancora basse rispetto a contesti esteri più evoluti, l’offerta non è satura e le possibilità di crescita dei margini sono ampie” prosegue Zanco.
L’Italia, nel caso di specie, conta su elevati standard di qualità a livello di ricerca di base e di università. “Un’attività promettente che tuttavia è oggi sottovalutata, nel vero senso della parola: farvi confluire risorse può portare beneficio a tutti”.
In cosa consiste la strategia di investimento di Kairos?
Il fondo Kairos Ventures ESG One si propone di investire nel mercato italiano emergente sfruttando i vantaggi competitivi che offre. La strategia si pone l’obiettivo di promuovere i principi di sostenibilità, investendo in aziende che agiscono rispettando i parametri ambientali, sociali e di governance al proprio interno.
“In qualità di professionisti, ci proponiamo infatti di dare fiducia e accompagnare quelle realtà che ancora sono indietro su questo fronte. La direttrice di sostenibilità è fondamentale sia nella fase ‘durante’ che nella fase ex post, al momento della nostra uscita dal capitale dell’azienda: un progetto che non rispecchi i canoni della sostenibilità oggi ha un destino breve” spiega Zanco.
Concretamente, come investe il Kairos Ventures ESG One?
Il Kairos Ventures ESG One persegue la sua strategia di investimento concentrandosi su tre livelli di analisi: settoriale, geografica e per fasi.
A livello settoriale, il filo conduttore resta quello dell’innovazione sostenibile, poi declinato in quattro aree: B2B Digital Transformation, Life Science, New Space Economy e Green Energy Technology.
In termini geografici, il focus principale riguarda start-up e PMI innovative già avviate o in procinto di avviare le loro attività. “Il fondo investe almeno il 70% in aziende italiane, con un 30% massimo in progetti esteri (Europa, ma soprattutto Stati Uniti e Israele, tra i mercati VC oggi più sviluppati)”.
Da ultima, l’analisi per fasi, che permette di selezionare progetti in diverse stadi di crescita per massimizzare i ritorni e minimizzare il livello di rischio.
Il fondo è chiuso, a capital call o a chiamata diretta, sottoscrivibile sia da investitori privati, che istituzionali, con una durata stimata in 10 anni. La dimensione che si prefigge di raggiungere Kairos Ventures ESG One – con target di raccolta fissato a 100 milioni di euro – lo renderà uno dei fondi di venture capital più grandi in Italia.
Articolo tratto dal Magazine We Wealth di Dicembre 2021