Dal 6 al 10 maggio, i risparmiatori italiani potranno sottoscrivere una nuova emissione di Btp Valore. Il titolo di Stato, che è riservato agli investitori retail, avrà durata di sei anni e la cedola trimestrale. È previsto, inoltre, il premio fedeltà dello 0,8% per coloro che terranno l’obbligazione fino a scadenza.
Quella di maggio è la quarta emissione in assoluto di Btp Valore da parte del governo italiano e la seconda del 2024. Le precedenti si sono chiuse tutte con grande successo. Nel collocamento del marzo scorso, sono stati raccolti 18.316,424 milioni di euro, “il risultato più alto di sempre in termini di valore sottoscritto ma anche per numero di contratti registrati, 656.369, in un singolo collocamento di titoli di Stato per i piccoli risparmiatori”, secondo quanto dichiarato dal ministero dell’Economia e delle finanze (Mef).
Più in generale, i dati della Banca d’Italia indicano un ritorno degli investitori sui titoli di Stato, che sono passati a pesare nel portafoglio di imprese e famiglie per un ammontare di 790 miliardi di euro alla fine del 2023, dai 741 di dicembre 2022.
I Btp non sono privi di rischi
I tassi di interesse ancora elevati e le prospettive di un taglio dei saggi di riferimento a giugno rendono le cedole dei Btp interessanti per gli investitori, i quali, però, devono prestare attenzione a non concentrare troppo il loro portafoglio in un singolo strumento e valutare il Btp Valore nell’ambito dei loro obiettivi finanziari e del profilo di rischio.
Le obbligazioni governative non sono prive di rischi, soprattutto se non si tengono fino a scadenza. È infatti possibile uscire prima dal momento che sono quotati in Borsa, ma il prezzo potrebbe essere sotto la pari, quindi inferiore a 100, che è il valore di collocamento.
Ad esempio, chi avesse detenuto Btp nel 2022, anno in cui la Banca centrale europea (Bce) ha avviato il suo ciclo di inasprimento dei tassi di interesse, sarebbe andato incontro a performance negative a due cifre. In quell’anno, l’indice Bloomberg Italy Treasury Bond perse quasi il 12%.
Andamento dell’indice Bloomberg Italy Treasury Bond negli ultimi tre anni
(grafico di crescita, base 100. Dati in euro al 31 marzo 2024)
Le alternative sul mercato al Btp Valore
Le alternative alla sottoscrizione del Btp Valore non mancano. Per chi non volesse concentrare tutto il proprio portafoglio in una singola emissione, è possibile scegliere un Exchange-traded fund (Etf) specializzato sui titoli governativi italiani. Nel database di Morningstar, se ne contano due, l’iShares Italy government bonds, che nell’ultimo anno ha avuto un rendimento del 5%, ma nel triennio ha una performance negativa (al 26 aprile), e l’Amundi Btp Government Bond 1-3y, che è stato lanciato a febbraio 2024 e investe in titoli governativi a breve termine, per il quale non si ha uno storico dei rendimenti.
Gli investitori possono anche considerare gli Etf governativi euro, dove l’Italia pesa in media il 21%, anche se è bene sapere che non tutti questi replicanti sono esposti al debito italiano, quindi sarà necessaria un’analisi più approfondita del portafoglio di ciascuno.
Anche tra i fondi è possibile trovare soluzioni che sono del tutto investite sui titoli di Stato italiani, ad esempio nell’offerta di Eurizon, di Amundi e di Anima, o in alternativa comparti obbligazionari governativi euro con una forte esposizione al Belpaese.
Guardando alle performance, l’esposizione ai bond periferici, in particolare italiani, ha contribuito ai guadagni nell’ultimo anno, con il fondo Anima Tricolore che è stato il migliore nella categoria Obbligazionari governativi in euro, ottenendo un rendimento del 6,4% (al 23 aprile).
Obbligazionari governativi: meglio attivi o passivi?
Nella fase di rialzo aggressivo dei tassi di interesse iniziata nel luglio 2022, i gestori attivi hanno avuto maggiori possibilità di sfruttare le variazioni dei tassi di riferimento rispetto agli Etf che replicano passivamente un indice.
Secondo il Morningstar Active/Passive Barometer, il tasso di successo dei fondi attivi con focus sui governantivi in euro è stato del 35,5% nel 2023, un dato che si confronta con un magro 19% nel decennio.
Il punto è che su orizzonti temporali più estesi il fattore dei bassi costi gioca a favore degli Etf, mentre i gestori attivi hanno poche chance di poter aggiungere valore perché i mercati dei titoli di Stato, in particolare dei paesi sviluppati, sono molto liquidi e facili da replicare.
Il portafoglio multi-asset è un’alternativa al Btp Valore?
Nella valutazione delle alternative al Btp Valore non conta solo la diversificazione del portafoglio rispetto a una singola emissione, ma anche il livello di rischio che si è disposti ad assumere con un determinato investimento e l’orizzonte temporale.
Moneyfarm ha calcolato che nel periodo 1° gennaio 2023 – 14 febbraio 2024, il ritorno cumulato di un Etf su Btp decennali, incluse le cedole, è stato pari al 9,1%, con una volatilità del 10%. Nello stesso periodo, un portafoglio multi-asset diversificato in bond e azioni, ad esempio con il 50% di obbligazioni avrebbe reso l’11,6%, con una volatilità del 5,7%.
“Se l’investitore fosse stato disposto a tollerare il maggior livello di rischio che comporta un portafoglio multi-asset con una quota di azionario, avrebbe quindi potuto ottenere un rendimento comparabile a quello di un Etf su Btp nel breve termine, con una volatilità più contenuta”, spiega Vincenzo Cuscito, head of investment Consultants Italy di Moneyfarm.
Su un orizzonte di lungo periodo, ideale per misurare la bontà di una strategia di investimento diversificata, un investimento in Etf su Btp decennali avrebbe generato un ritorno cumulato del 13%, con una volatilità del 9,4%, una performance influenzata dal pessimo andamento delle obbligazioni nel 2022.
Nello stesso periodo, Moneyfarm ha stimato che un portafoglio 50/50 (azioni/bond) avrebbe reso il 53% a fronte di una volatilità del 7,2%.