Può una cifra enorme essere al contempo irrisoria? Se normalmente la risposta a questa domanda sarebbe un laconico “dipende”, parlando di transizione energetica diventerebbe un fermo “sì”. Basta guardare agli investimenti necessari per raggiungere gli obiettivi climatici a oggi prefissati dai vari governi, ovvero 1,3mila miliardi di dollari l’anno da qui al 2030 (secondo l’edizione 2022 del World Energy Outlook dell’International energy agency). La cifra in sé appare decisamente elevata, ma non se paragonata al Pil mondiale globale (pari a 100,2mila miliardi di dollari stando ai dati di Statista): l’incidenza percentuale di tali investimenti raggiungerebbe infatti un modesto 1,3% del totale. Un numero che resterebbe comunque contenuto anche se si prendessero in considerazione gli investimenti annui necessari, sempre da qui al 2030, per assicurarsi che l’aumento delle temperature medie terrestri non superi gli 1,5 gradi centigradi nel 2050 (Net-zero economy), cioè 4mila miliardi di dollari secondo l’Iea. Ovvero, il 4% del Pil globale.
La crisi energetica e il ritorno dei combustibili fossili
Sebbene il cambiamento climatico vessi già da tempo le economie di tutto il mondo, con conseguenze disastrose per l’umanità, e le agende della maggior parte dei governi siano finalmente concentrate sulla necessità di una transizione verso un modello economico più sostenibile, la strada da compiere è ancora molto lunga. E rallentata da ostacoli. Ne è un esempio la recente crisi energetica globale, che ha spinto il consumo di combustibili fossili e loro derivati sopra i mille miliardi di dollari nel 2022, secondo l’Iea, un valore doppio rispetto al livello del 2021 (a sua volta già cinque volte superiore rispetto al 2020).
Italia, le emissioni crescono più del Pil
Anche in Italia la crisi sanitaria prima e quella energetica poi hanno avuto un significativo impatto sul raggiungimento degli obiettivi climatici prefissati dal governo. “Nonostante il percorso di transizione energetica del nostro paese sia allineato al piano Fit-for-55 dell’Unione Europea, identificato nei numeri del Piano nazionale italiano per l’energia e il clima (Pniec), si dovranno compiere ulteriori sforzi per raggiungere i necessari obiettivi legati al clima” spiega Giorgio Mottironi, CSO & Co-Founder di Ener2Crowd, la più grande comunità di investitori etici d’Italia ed Europa dedicata al crowdfunding di progetti 100% green. “Così come in Europa, in Italia nel 2021 vi è stato un forte rimbalzo delle emissioni (+8,5%), leggermente superiore a quello dei consumi di energia primaria (+8%), a significare che la ripresa economica ha fatto affidamento su ciò che rappresentava un modello pronto, coincidente con un maggiore sfruttamento delle risorse fossili. Inoltre, dopo un periodo di progressiva riduzione dell’intensità carbonica della nostra economia, ovvero i chilogrammi di anidride carbonica per ogni euro di Pil (-12% dal 2015 al 2020), nel 2021 le nostre emissioni sono aumentate maggiormente rispetto alla crescita del Pil” continua Mottironi.
Le mancata transizione energetica penalizza le aziende italiane
Le conseguenze di una rallentata transizione ecologica sono evidenti non solo sugli obiettivi climatici, che da ambiziosi potrebbero diventare impossibili da raggiungere entro i tempi previsti, ma anche sulla redditività delle aziende e quindi sul sistema economico. Secondo le stime di Ener2Crowd, infatti, già prima del 2022 le imprese italiane perdevano ben tre euro di fatturato per ogni euro di extra costo energetico sostenuto rispetto alla media dell’Unione Europea, per un totale di 27 miliardi l’anno. Lo studio della società dimostra che sarebbero bastati 25 miliardi di investimenti diretti in efficienza energetica e rinnovabili per recuperare agevolmente il gap e far crescere immediatamente il fatturato totale del +1% all’anno.
Le risorse del Pnrr non basteranno: il ruolo del crowdfunding
Considerando i forti contraccolpi della crisi energetica sull’economia globale, anche le ingenti risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza dedicate al clima e alla transizione verso un’economia a basse emissioni, pari a 59,46 miliardi di euro, potrebbero non essere sufficienti da sole. Ecco perché i capitali privati assumono un ruolo fondamentale per il successo del cambiamento. Società come Ener2Crowd, che offrono alle persone la possibilità di sostenere il processo di transizione energetica sostenibile attraverso il meccanismo di lending crowdfunding, rappresentano un’opportunità non solo per gli investitori, ma anche per l’Italia stessa. Solo così cifre ingombranti e ambiziose come quel 4% del Pil globale potranno diventare davvero più raggiungibili.
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