Retrocessioni, Ue: trasparenza e paletti per spingere investimenti

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Al Salone del Risparmio qualche assaggio su cosa aspettarsi dalla Eu retail investments strategy: in arrivo parziali limitazioni alle retrocessioni e più comparabilità sui prodotti

Se non fosse stato per una lunga serie di rinvii, il Salone del risparmio sarebbe arrivato all’appuntamento del 16 maggio avendo già in mano il testo della Commissione europea. Invece, una delle conferenze più calde dell’edizione 2023, quella che avrebbe dovuto commentare la proposta dell’esecutivo Ue sulla Retail investment strategy, si è ancora dovuta limitare alle previsioni. L’unico sollievo, per l’industria, è che appare ormai chiaro che il temuto divieto alle retrocessioni sarà limitato ad alcune casistiche, almeno in una prima fase. Le novità in arrivo, però, saranno molte altre.

Ad assumersi il compito di anticipare quella che sarà un’importante trasformazione per il settore è stato Andrea Beltramello, membro del gabinetto del vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis. “La consulenza finanziaria è un punto chiave: è difficile immaginare una maggiore partecipazione al mercato da parte degli investitori al dettaglio senza una consulenza affidabile”, ha dichiarato Beltramello nel passaggio probabilmente più difficile da digerire per la platea. “Parliamo di investitori al dettaglio, non di esperti, per i quali il ruolo della consulenza è ancora più importante”, ha aggiunto Beltramello: “Varie ricerche che abbiamo studiato mostrano” come i clienti siano spesso “invitati ad acquistare prodotti più costosi o non adatti a esigenze” e che “costi e oneri” legati agli investimenti, “spesso sono opachi, difficile capire quanto paghino o come confrontare prodotti disponibili”.

Limitare l’asimmetria informativa a danno dei risparmiatori

L’obiettivo della Eu retail investment strategy, dunque, sarà quello di “rendere l’Ue posto più sicuro per investire”, tenendo conto che il punto di partenza è che gli europei risparmiano molto, ma investono relativamente poco. L’ipotesi espressa da Beltramello, dunque, è che incrementare le misure a tutela dell’investitore, comprese limitazioni sulle fattispecie entro le quali le retrocessioni saranno consentite, potranno incrementare la fiducia negli intermediari e quindi la propensione a investire da parte delle famiglie. Aumentare le informazioni a disposizione dei risparmiatori e la comparabilità dei prodotti finanziari, come la Commissione intende fare, potrebbe far perdere clientela ad alcuni intermediari – in quanto sarà più facile trovare prodotti più convenienti e quindi, trovare una buona ragione per cambiare banca. Rimuovere questo strato di “nebbia” dovrebbe aumentare la concorrenza e abbassare complessivamente i costi per gli investitori – una perdita di ricavi, sul versante opposto, che gli intermediari potranno compensare se, effettivamente, la propensione a investire aumenterà.

La Eu retail investments strategy non si limiterà a fissare nuovi paletti sugli incentivi economici collegati alla vendita di determinati prodotti finanziari. Beltramello ha anticipato che i “pilastri” della proposta, che sarà poi vagliata da Consiglio ed Europarlamento, comprendono anche le attività di marketing, il rapporto costo/benefici dei prodotti finanziari, l’alfabetizzazione finanziaria, la certificazione professionale dei consulenti e l’applicazione delle norme da parte delle autorità di vigilanza

Tutte iniziative che, inevitabilmente, puntano a ridurre quella disparità di informazioni e conoscenze che permettono all’industria del risparmio di estrarre valore dal denaro della clientela, senza che questa possa efficacemente capire come fare confronti e i propri migliori interessi. Un punto di partenza della Commissione, ha affermato Beltramello, è che “la struttura di distribuzione al dettaglio” spesso non è “sufficientemente competitiva ed efficace in termini di costi”. Uno degli aspetti che più stimola attese e riflessioni da parte dell’industria del risparmio è il netto salto di qualità della Commissione europea, rispetto alle soluzioni proposte tramite la Mifid II: “Gli investitori continueranno a fare affidamento agli esperti, è un divario che non può essere colmato da un incremento della trasparenza”, ha affermato Beltramello. Non solo informative più chiare, dunque: dall’Europa sono in arrivo vincoli su quello che sarà consentito fare, con l’ipotesi che un domani il divieto alle retrocessioni “universale” potrà tornare sul tavolo.

In questa fase, oltre all’applauso piuttosto tiepido in sala per l’intervento dell’esponente della Commissione europea, l’atteggiamento guardingo dell’industria del risparmio potrebbe essere riassunto dal commento a caldo del ceo di Anima Holding, Alessandro Melzi d’Eril: “Sui principi siamo d’accordo, ma il diavolo sta nei dettagli… e qui non sono dettagli di poco conto”.

Gli articoli pubblicati sono stati realizzati da giornalisti e contributors di We Wealth e vengono forniti a Poste Premium a scopo informativo.


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