Outlook ’24: le strategie di Carmignac per affrontare la recessione

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Secondo le analisi della casa di gestione parigina, nel 2024 i mercati assisteranno al tanto atteso (e anticipato) passaggio dalla fase di resilienza a quella di recessione. Con Kevin Thozet, membro del Comitato di Investimento di Carmignac, analizziamo le strategie per cogliere le opportunità che tale cambiamento porta con sé

Nella prima metà del 2024, l’economia globale si troverà ad affrontare una fase di lento rallentamento e ciò innescherà crescenti timori per una possibile recessione nel corso dell’anno. Uno scenario sfidante per i gestori attivi che dovranno essere pronti a variare rapidamente l’allocazione dei propri portafogli o strutturali asimmetricamente, per cogliere le opportunità della transizione di scenario ed evitarne le insidie. Ne è convinto Kevin Thozet, membro del comitato di investimento di Carmignac, insieme al quale analizziamo la strategia di investimento della casa di investimento parigina per il prossimo anno.

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Reddito fisso, come posizionarsi in attesa del taglio dei tassi

L’aspettativa di tassi di riferimento al 4% nel prossimo futuro si scontra con la realtà del rallentamento dell’economia e della disinflazione ciclica. “Nel contesto dell’obbligazionario, in particolare per i titoli governativi – spiega Thozet – la chiave per superare questa dicotomia consiste nel prendere posizione su lunghe duration, evitando scommesse premature sui tagli dei tassi e riducendo l’esposizione all’incertezza sui premi a termine”.

Nonostante la Federal Reserve e la Banca Centrale Europea abbiano mantenuto una posizione ancora rigida e prudente, il mercato continua a guardare con ottimismo ad un eventuale taglio dei tassi, che potrebbe materializzarsi già in primavera. Questo scenario mette a rischio le scadenze a breve termine. Tuttavia, i mercati mostrano una certa fiducia nel trend dei rendimenti a lungo termine, che è fortemente influenzato dal debito utilizzato per finanziare il deficit. “Tale forma di indebitamento, tuttavia, non può essere assorbita all’infinito dai mercati monetari: al di fuori degli Stati Uniti, infatti, sembra esserci scarsa propensione ad acquistare tali obbligazioni a lungo termine. Di conseguenza, le scadenze a cinque anni appaiono particolarmente interessanti. Nell’Eurozona, invece, si prevede un calo dei tassi di interesse core dato il contesto di crescita debole”. Tale scenario aggiunge un elemento di complessità per gli investitori, che devono navigare tra le diverse dinamiche dei mercati globali.

Il lento rallentamento economico, destinato a culminare in una recessione nel secondo semestre, pone l’attenzione sui mercati del credito, che continueranno a essere i protagonisti in termini di rendimenti corretti in base al rischio nei prossimi trimestri. Il credito offre non solo un carry trade interessante ma anche una protezione contro eventi inattesi al ribasso. “In questo contesto economico, i settori favoriti (finanza, energia e credito strutturato) sono gli emittenti abituati a un costo del capitale elevato, data la fine dell’era del “denaro gratuito”. Con l’avanzare dell’anno, gli investitori dovranno essere disposti ad accettare una certa volatilità, o essere in grado di salvaguardare il proprio portafoglio dalla crescente avversione al rischio”, aggiunge Thozet.

Approccio “Barbell” per cogliere le opportunità dei mercati azionari

Nel mondo azionario, dopo la corsa sfrenata dei “Magnifici 7” (Apple, Microsoft, Amazon, Alphabet, Nvidia, Tesla e Meta), si prevede un ampliamento dei driver di performance. La concentrazione dei rendimenti richiede una certa cautela e, in un’ottica di diversificazione rispetto ai titoli più favoriti, ha senso adottare un approccio “Barbell”. Ciò significa, da un lato, l’esposizione ai titoli difensivi attraverso il settore sanitario e quello dei beni di largo consumo e, dall’altro, un potenziale di rendimento più elevato attraverso i mercati emergenti”.
Proprio questi ultimi, con il previsto indebolimento del dollaro statunitense e la stabilizzazione prevista dell’economia cinese, sembrano essere il terreno fertile per la diversificazione. “Potrebbero presentarsi delle opportunità su mercati che in precedenza hanno registrato vendite indiscriminate, come quelli asiatici o dell’America Latina, dove il trend delle bilance commerciali è positivo”, conclude Thozet.

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