Giappone in recessione, ma Buffett non perde l’entusiasmo

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Il Giappone sembra essere partito in quarta nel 2024 con un nuovo record del Nikkei 225 e il consolidato interesse di Buffett, basterà una recessione tecnica a frenare l’entusiasmo e bloccare la nuova fioritura del mercato nipponico?

Come ogni anno, Warren Buffett, ovvero l’investitore per eccellenza, ha pubblicato la sua lettera agli investitori e cosa ne è risultato? In un portafoglio di lungo termine il Giappone non può mancare, è anzi una scommessa fondamentale: la sua tesi di lungo termine per le cinque società giapponesi che ha in portafoglio (Itochu, Marubeni, Mitsubishi, Mitsui e Sumitomo, di cui possiede il 9% ciascuna) rimane invariata, e anzi la sua passione per il Paese del Sol Levante sta iniziando a dare i suoi frutti.

Se la parola di Buffet non bastasse, il 22 febbraio è stata una giornata importantissima per l’indice Nikkei 225 che, dopo 34 anni, ha prolungato il suo rally, superando il record del dicembre 1989. L’entusiasmo iniziale è stato molto, ma con questo è nata anche la preoccupazione che il Giappone stesse andando incontro ad una nuova bolla. Eppure, secondo Emily Badger, Portfolio Manager del team Japan CoreAlpha di Man Group, non è necessario preoccuparsi: se nel 1989 il Nikkei 225 era scambiato a 60 volte gli utili e aveva un rapporto prezzo/valore di oltre 8 volte, oggi questo scambia circa 16 volte il suo rapporto prezzo/utili, due volte il suo rapporto prezzo/valore contabile e il 37% delle società incluse nell’indice hanno un prezzo di mercato inferiore al suo valore contabile.

Le valutazioni del 1989 rispetto a quelle attuali non potevano essere più in contrasto

Fonte: Factset

Questo massimo simbolico del Nikkei sembra aver incoraggiato gli investitori nazionali verso il mercato, ma non solo: l’economia nipponica sta finalmente uscendo dalla deflazione dopo tre decenni molto difficili e sembra sia iniziato un ciclo virtuoso di aumento dei salari e dei prezzi, sostenuto da un ‘nuovo capitalismo’.

Insieme alla stagione dei sakura, anche l’economia giapponese fiorirà?

All’inizio di febbraio il Giappone è entrato in recessione tecnica, dovuta per lo più all’indebolimento dei consumi interni, al ritardo degli aumenti salariali e al rinvio del CapEx da parte delle aziende. Per garantire la fioritura dell’economia nipponica il ruolo dei salari sarà lo stesso del sole che aiuta gli alberi di ciliegio a sbocciare. Come per lo spettacolo dei sakura è ancora necessario aspettare qualche tempo, ma è già possibile vedere i primi germogli, lo stesso si può dire per i salari giapponesi. Alcuni esempi? “Le principali aziende giapponesi, tra cui Honda Motor e Aeon Group, hanno concordato a fine febbraio di soddisfare pienamente le richieste dei loro sindacati nelle trattative salariali di quest’anno, che inizieranno in primavera. Honda ha accettato un aumento del 5,6% e Aeon aumenterà I salari dei lavoratori a tempo pieno del 6,4%, mentre I lavoratori part-time riceveranno un aumento del 7% della paga oraria”, riassume Badger.

Accanto alle decisioni aziendali, la Banca del Giappone (BoJ) sta giocando una partita molto importante, cercando di rompere il circolo vizioso dato da tassi di interesse negativi e controllo della curva dei rendimenti. Quello che sembra un imminente cambio di prospettiva potrebbe essere il motivo principale per cui il mercato non si è lasciato scoraggiare dalla notizia della recessione tecnica.

In ogni caso è chiaro che per dare di nuovo forza all’economia giapponese la parola chiave sarà innovazione. La Borsa di Tokyo è molto attiva in tal senso, monitorando con costanza l’elenco delle società che hanno già divulgato adeguatamente i loro piani di miglioramento del valore aziendale, ma visto che la stagione delle assemblee generali si sta avvicinando – si terrà a giugno – è probabile che anche altre società si stiano preparando per presentare al meglio i loro piani. Certo è che questi miglioramenti non stanno passando inosservati: gli investitori stranieri ne hanno già preso nota anche se, per il momento, i loro investimenti si stanno concentrando tutti sulle Top Cap, fattore che non sorprende considerando la limitata liquidità del Giappone, dove solo 220 titoli hanno un valore medio giornaliero di scambio superiore a 20milioni di dollari.

L’arrivo della primavera nelle strade e nel mercato potrebbe cambiare questa situazione? Come sempre, solo il tempo potrà offrire una risposta, ma nel frattempo per Buffett è impossibile ignorare il Giappone, da oggi fino al lungo termine.

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