Est Europa, tutte le opportunità dei mercati emergenti a “km 0”

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Tassi di interesse, fondamentali macro resilienti e i vantaggi del nearshoring: ecco il mix che i mercati emergenti dell’Europa orientale offrono agli investitori in cerca di diversificazione

Le opportunità dei mercati emergenti non sono mai state così vicine per gli investitori europei. Grazie a fondamentali macroeconomici relativamente solidi, al fenomeno del nearshoring e a tassi di interesse attraenti, cambiare continente per trarre vantaggio dal potenziale dei mercati emergenti potrebbe non essere necessario potrebbe non essere necessario. “Sebbene l’Europa orientale sia pienamente investita dagli effetti della guerra in Ucraina – spiega Joseph Mouawad, Fund Manager di Carmignac – i suoi effetti cambiano da paese a paese. Alcuni di questi, infatti, offrono oggi rendimenti potenziali interessanti, specialmente per gli investitori obbligazionari che cercano diversificazione”. Vediamo insieme perché.

Europa dell’Est sotto i riflettori

La reazione di Mosca alle sanzioni occidentali adottate all’indomani dell’invasione in Ucraina ha causato un’impennata dei prezzi dell’energia che, unita agli effetti della pandemia e delle politiche monetarie adottate dai governi per sostenere l’economia, ha provocato un ritorno dell’inflazione a livelli che non si vedevano da decenni, soprattutto in Europa. “Alcuni paesi dell’Europa orientale – aggiunge Mouawad – sono stati tuttavia in grado di avviare i propri cicli di contrazione dei tassi già dopo la crisi pandemica, contenendo così l’urto causato dalla crisi energetica. Ciò ha dato loro un margine di manovra maggiore per attuare le proprie politiche monetarie rispetto a quanto osservato nei paesi dell’Europa occidentale. Dopo l’impennata dell’inflazione, alcuni paesi, come Ungheria, Polonia o Cechia, saranno probabilmente tra i primi a lanciare un ciclo di riduzione dei tassi, a partire dagli attuali livelli molto interessanti”.

Un ulteriore effetto del conflitto in Ucraina è stato quello di aver spinto numerose imprese dell’Unione Europea a cercare soluzioni alternative per eliminare le incertezze relative alle catene di approvvigionamento, in particolare delocalizzando parte dei loro impianti di produzione nell’Europa orientale, che offre una forza lavoro qualificata a un costo più competitivo. “In questo nuovo ordine geopolitico, alcuni paesi della regione, beneficiando di questa tendenza e vantando fondamentali più solidi, offrono interessanti opportunità a lungo termine, come all’interno dei mercati obbligazionari ungherese e rumeno”.

Ungheria: occhi puntati sui bond

Sebbene l’inflazione dei prezzi dell’energia stia rallentando in tutto il mondo essa continua ad avere notevoli ripercussioni sui prezzi dei prodotti alimentari. “L’Ungheria è stata particolarmente colpita da questo fenomeno – spiega Mouawad – avendo registrato un’inflazione dei prezzi alimentari record nel marzo del 25,6% su base annua ossia più di tre volte il tasso medio dell’8,3% nell’Unione europea”. Tuttavia, la tendenza al ribasso dell’inflazione dei prezzi alimentari dovrebbe influenzare il comportamento dell’inflazione ungherese, come confermato dalle rilevazione inferiori degli ultimi due mesi. “Nei suoi sforzi per contenere l’inflazione crescente, l’Ungheria ha iniziato ad aumentare i tassi di interesse molto prima della maggior parte dei paesi sviluppati e ha avuto un tasso di politica del 13% dal settembre 2022”.
Ma non è tutto: la relativa solidità dei fondamentali macroeconomici rende infatti l’Ungheria un emittente attraente nel lungo periodo. La sua severa politica di bilancio, ulteriormente inaspritasi nel corso dello scorso anno per far fronte all’impennata del deficit, ha contribuito a mantenere un tetto sul debito, riducendo notevolmente il rischio di un mancato pagamento. Infine, l’Ungheria sta attivamente cercando di migliorare il proprio impegno sul fronte ESG: Budapest si è infatti impegnata a raggiungere l’obiettivo europeo di neutralità carbonica, chiudendo le proprie centrali a carbone entro il 2025 e potenziando gli investimenti nelle fonti rinnovabili.

Alla luce di ciò l’Ungheria può essere un emittente chiave per diversificare i portafogli e potenzialmente offrire rendimenti interessanti. “In primo luogo, il debito sovrano ungherese offre tassi di interesse reali molto interessanti per gli investitori, che potrebbero anche beneficiare tatticamente di un apprezzamento della sua valuta. In secondo luogo, la prospettiva di una recessione economica globale potrebbe anche avvantaggiare il debito sovrano estero dell’Ungheria, che offrirebbe un potenziale di performance a lungo termine”, aggiunge il gestore.

Le opportunità di diversificazione della Romania

Grazie alla sua economia diversificata, alle varie fonti di approvvigionamento combustibili fossili domestiche e alla produzione di energia rinnovabile, la Romania sta contenendo l’impatto economico diretto della guerra in Ucraina. “La Romania è la settima economia più grande dell’Unione Europea e opera in settori chiave come l’industria, l’agricoltura, l’energia, l’automotive e i servizi”. Ma non è tutto. L’acuirsi delle tensioni tra Mosca e l’UE ha inoltre rafforzato il fenomeno del nearshoring, portando benefici alla produzione rumena. “Le incertezze che circondano la guerra e i maggiori costi di produzione derivanti dalla crisi energetica hanno portato molti paesi a esternalizzare alcune delle loro attività in Romania, che offre manodopera qualificata a costi competitivi”. Infine, sebbene le dinamiche inflattive abbiano interessato anche la Romania, la sua Banca centrale ha prontamente reagito con un inasprimento del tasso di interesse che, a gennaio 2023, si è attestato al 7%.

“L’economia sta già mostrando segni di rallentamento, che richiedono una politica più accomodante nel prossimo futuro. La relativa stabilità politica del paese, il debito pubblico contenuto rispetto al suo prodotto interno lordo (PIL) e l’impegno manifestato rispetto agli obiettivi di sostenibilità contribuiscono a rendere la Romania un’interessante opportunità per gli investitori dei mercati emergenti.”

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