Si scrive incertezza, si legge opportunità: la lettera di Carmignac

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Nella prima lettera del 2023, Carmignac sviluppa le proprie riflessioni sulle prospettive di mercato del nuovo anno

Nuovo anno, nuova Lettera di Carmignac. Nel primo appuntamento del 2023 con i suoi investitori, Édouard Carmignac, presidente e chief investment officer di Carmignac, condivide le proprie prospettive sui mercati. Come per la Lettera di ottobre, il gestore parigino torna a soffermarsi sulle incognite legate alla recessione sulle due sponde dell’Atlantico, sul deteriorarsi degli equilibri geopolitici e, infine, sulle previsioni di crescita di Pechino. Vediamo insieme i dettagli.

Usa ed UE: ancora dubbi sul Nuovo mondo, segnali positivi dal Vecchio

Il rally dei prezzi delle materie prima a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina, insieme con l’eccesso di liquidità globale post Covid senza precedenti hanno ha spinto le banche centrali occidentali a mettere in atto politiche monetarie fortemente restrittive.
Guardando alle due sponde dell’Atlantico, un importante fattore da tenere in considerazione è il ruolo che i sussidi statali all’economia, sotto forma di agevolazioni fiscali, giocheranno nelle economie occidentali.
Negli Stati Uniti – osserva il gestore parigino – tale sostegno si sta esaurendo, a conferma di un rallentamento dell’attività”. Resta da capire con che entità tale rallentamento dovrà manifestarsi per essere in grado di placare il mercato del lavoro americano, al momento a corto di manodopera e, allo stesso tempo, per abbattere le aspettative di inflazione. “Già molti indicatori segnalano un indebolimento del ciclo economico. Continuiamo a escludere il rischio di una recessione grave, tanto è ridotta la tolleranza politica verso un forte aumento della disoccupazione”.

Al di qua dell’atlantico, invece, i sussidi fiscali a sostegno dell’attività economica da un lato e il calare delle minacce all’autonomia energetica del Vecchio continente dall’altro – quanto meno per l’inverno in corso e presumibilmente anche in futuro – , contribuiscono a dissipare le nuvole minacciose di una recessione all’orizzonte. “In queste condizioni, prevediamo il proseguimento della rivalutazione degli asset europei a discapito di quelli statunitensi”. Ma non è tutto: “l’euro, in particolare, continuerà ad apprezzarsi rispetto al dollaro”.

Non solo Ucraina, occhi puntati sul Medio Oriente

Se il rischio di una carenza energetica sembra essere stato evitato, altrettanto non si può dire per le conseguenze del protrarsi della guerra tra Mosca e Kiev: avvicinandosi alla triste ricorrenza del primo anniversario, infatti, il conflitto in corso non sembra vedere una soluzione a breve. “Il fallimento dell’invasione russa dovrebbe indurre Putin in errore – osserva Carmignac – e si prevede una nuova offensiva non oltre il prossimo disgelo primaverile, o forse anche già alla fine di febbraio, in commemorazione dell’anniversario dello scoppio delle ostilità. Una nuova disfatta dell’esercito russo indebolirebbe maggiormente il potere di Putin, aumentando la probabilità di una rivoluzione a palazzo”.
Ma l’Europa orientale non è l’unico teatro di scontri. L’Iran, oggi attraversato da un’instabilità politica che non si vedeva da decenni e allineatosi al Cremlino, sarebbe vicino allo sviluppo di un’arma nucleare. “Allo stesso tempo il ritorno della destra al potere in Israele aumenta il rischio di un intervento preventivo, con il rischio collaterale di blocco del Golfo Persico”.

La Cina volta pagina e si prepara a ripartire

Nella precedente Lettre, Carmignac puntava l’attenzione verso l’inevitabile revoca da parte di Pechino della sua politica “zero Covid”, alla luce dei danni da essa provocati all’economia e alla società cinese e, in particolare, sulle giovani generazioni. “Questa politica – spiega il gestore parigino – è stata messa in discussione non appena Xi Jinping ha ottenuto la riconferma del mandato al Congresso del partito lo scorso ottobre, e con un vigore sorprendente dal punto di vista occidentale. Una volta superato il trauma di un aumento dei contagi, c’è da aspettarsi che l’economia cinese ritrovi rapidamente tutta la sua vitalità e che soprattutto i consumi, duramente repressi per quasi due anni, possano registrare una fase molto positiva in futuro”.

In conclusione

Le incertezze che penalizzavano le prospettive di investimento in ottobre risultano parzialmente eliminate, ma continuano a celare molte opportunità promettenti”, conclude Carmignac.

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