Ai blocchi di partenza l’earning season anche a Piazza Affari con le banche osservate speciali. Ad aprire le danze come di consueto sarà Unicredit, sotto i riflettori nel 2023 e anche nel primo mese del 2024 come top performer del settore. Il cda di Unicredit per l’approvazione dei conti del quarto trimestre 2023 è previsto per lunedì 5 febbraio, con release dei conti la mattina del giorno successivo prima dell’apertura dei mercati.
Cosa attendersi dai numeri del 4° trimestre 2023
Come di consueto il gruppo bancario italiano ha pubblicato sul proprio sito le stime degli analisti. Il consensus indica per la banca guidata Andrea Orcel un utile netto post AT1 & Cashes di 882 milioni di euro. Nel trimestre il margine di intermediazione è visto a 5,56 miliardi di euro dai 5,72 miliardi dell’analogo trimestre del 2022.
Considerando l’intero 2023, gli analisti vedono l’utile netto toccare i 7,91 miliardi.
Il capitolo dividendi è guardato con grande attenzione dal mercato che non esclude la possibilità di cedole più ricche per gli azionisti. Il consensus a proposito indica un dividendo di 1,53 euro per azione relativo all’esercizio 2023, destinato poi a crescere del 15% a 1,76 euro l’anno prossimo e a 2,03 euro tra due anni.
Utili record
Nei primi nove mesi 2023 l’utile netto di Unicredit aveva raggiunto il livello record di 6,7 miliardi di euro, con un aumento del 67,7% e la banca aveva previsto al rialzo la guidance 2023 su margine di interesse (almeno 13,7 miliardi di euro). La guidance relativa all’utile netto è di un riscontro pari o superiore a 7,25 miliardi di euro.
A ottobre l’istituto di piazza Gae Aulenti aveva confermato anche l’attesa per una redditività del 2024 in linea o superiore a quella del 2023 e l’intenzione di distribuire agli azionisti almeno 6,5 miliardi di euro.
LE OPPORTUNITÀ PER TE.
Quali i titoli bancari più interessanti?
Come capire l’esposizione ideale su un singolo settore?
Gli advisor selezionati da We Wealth possono aiutarti a trovare le risposte che cerchi.
TROVA IL TUO ADVISOR
Corsa a perdifiato a Piazza Affari e coro di buy sul titolo
Da inizio anno il titolo Unicredit segna un +10,5% (dati alla chiusura del 31/01/2024) sovraperformando sia rispetto al Ftse Mib (+1,3% Ytd) sia all’Euro Stoxx Banks (+0,95%).
Allargando lo sguardo all’ultimo anno, Unicredit segna un balzo del 51,8% rispetto al +14% del Ftse Mib e al +19,4% di Intesa Sanpaolo. Unicredit adesso supera i 45 miliardi di capitalizzazione, a valori triplicati rispetto a quando arrivò Orcel circa tre anni fa.
Oltre all’attesa per i conti, dei catalyst importanti sono i possibili scenari di M&A e l’attesa per sapere in che modo verrà utilizzata la liquidità in eccesso (10 mld), con tanti analisti che ipotizzano dividendi più corposi.
Nonostante l’importante rally dell’ultimo anno, la maggior parte degli analisti continua a ritenere che Unicredit abbia spazio per salire. L’85% degli analisti che seguono il titolo hanno raccomandazione “Buy”, il 15% ha giudizio “Hold” e nessuno dice “Sell”. Il prezzo obiettivo medio indicato è di 33 euro, oltre il 25% rispetto ai livelli attuali. Tra i più positivi Jefferies che nei giorni scorsi ha alzato il target price a 39,9 euro.
M&A, Orcel non esclude nulla
Nel mese di gennaio Unicredit è stata anche al centro di rumor stampa che indicavano una banca d’investimento americana aver accumulato una quota del 10% nella Popolare di Sondrio per consentire a un istituto di credito italiano di diventare un azionista importante, con UniCredit come principale candidato.
L’amministratore delegato di UniCredit, Andrea Orcel, ha smentito che la sua banca acquisterà azioni della Popolare di Sondrio. “Siamo interessati a tutto al giusto prezzo”, ha poi specificato il banchiere rispondendo alla domanda se UniCredit fosse interessata alla Popolare di Sondrio.
La Popolare di Sondrio vede attualmente Unipol come maggiore azionista con una quota di quasi il 20% e una partnership assicurativa. L’amministratore delegato di Unipol, Carlo Cimbri, ha affermato in passato che Pop Sondrio è un’opzione naturale per Bper (anch’essa controllata al 20% da Unipol) per una fusione dei due istituti.