“Nel 2001 insieme a mio fratello Saverio abbiamo deciso di restaurare e rilanciare gli antichi Bagni di Bormio che nostro padre Pericle acquistò nei primi anni ’80. In quel momento il nostro sogno ha preso vita ed è nata QC Terme. Mio fratello ebbe l’intuizione di realizzare una grande vasca di acqua termale a picco sulla valle: il successo fu immediato. Dal termalismo terapeutico avevamo intrapreso la marcia che ci avrebbe portato al benessere esperienziale. QC è l’acronimo di Quadrio Curzio e lo abbiamo coniato nel 2007 come tributo alla storica impresa di costruzioni di famiglia di cui avevamo appena ceduto il ramo lavori. Da allora abbiamo aperto 10 centri benessere e termali, 4 comprensivi di hotel; l’ultimo in ordine di tempo l’abbiamo inaugurato meno di un anno fa a Chamonix, in Francia. La nostra crescita in questi anni è sempre stata caratterizzata dalle due cifre percentuali; abbiamo superato 80 milioni di fatturato e con noi lavorano, tra dipendenti e collaboratori, circa 800 persone. Abbiamo coltivato – e speriamo soddisfatto – i desideri di benessere di un milione e centomila ospiti che sembrano destinati a crescere anche nel 2019”.
I centri di Qc Terme, neppure lontanamente ricordano i vecchi impianti termali tanto è diversa l’esperienza proposta al visitatore. C’è l’acqua come elemento unificante ma, spesso, non è neppure termale. Quali sono i punti di forza della vostra proposition e a quale target si rivolge la vostra offerta?
Proprio la non associazione al termalismo classico è la chiave del nostro successo. L’acqua è l’elemento centrale ma noi lavoriamo sulle emozioni, stimoliamo i sensi e le percezioni, la dimensione onirica che ognuno di noi ha bisogno di esplorare e che ha difficoltà nel farlo perché nella frenesia della vita di oggi risulta difficilissimo trovare luoghi e momenti per soddisfare i bisogni di evasione. Da sempre diciamo che ci rivolgiamo a chi già sta bene e vuole stare meglio; ecco, l’abbiamo fatto. In questi anni dall’avere un’iniziale preponderante presenza femminile in una fascia d’età 35/40 anni abbiamo visto il nostro pubblico aumentare riducendo la forbice donne-uomini, ospitando sempre più coppie e gruppi di amici nei nostri centri. E sempre più sono i giovani che si avvicinano al nostro modello di benessere – che è inclusivo e non esclusivo – confermando quanto si dice dei millenials, ossia che conta per loro molto di più vivere le esperienze che non il possesso materiale delle cose.
Bormio, dove siete nati, è una località celebrata da Plinio il Vecchio. E ancora oggi nei vostri depliant sono ricorrenti i riferimenti alle terme romane. Cosa vi ha incuriosito di quell’esperienza storica, forse l’aspetto sociale, edonistico?
Come ripetiamo sempre, le Terme dell’antica Roma erano luoghi di benessere, piacere, aggregazione, svago e vita sociale nei quali i cittadini trascorrevano il tempo libero. Rappresentavano uno stile di vita che affidava all’acqua e a quei magnifici luoghi il recupero del benessere fisico e la rigenerazione dello spirito. Peraltro nelle thermae – se in assenza di sorgenti naturali calde – si riscaldava l’acqua. Lo stesso facciamo noi quando non abbiamo la fortuna di avere a disposizione sorgenti naturalmente termali come a Bormio, Pré Saint Didier, San Pellegrino o Dolomiti. Svago, benessere, piaceri, profumi e gusto, da noi oggi come un tempo nella Roma imperiale il culto del bello trova la sua massima espressione.
La vostra esperienza, dallo scorso anno, ha incontrato sul suo cammino il private equity. Giuturna Investments, che lo scorso hanno è entrata in QC terme fornendo nuove forze finanziarie (54 milioni) con la partecipazione di alcune delle principali famiglie finanziarie della penisola. In che modo quest’innesto sta contribuendo alla vostra crescita?
La solidità finanziaria e la consapevolezza che chi ha investito crede nel tuo progetto è un volano straordinario e unico per la crescita di ogni azienda. Per noi oltre ad essere il riconoscimento di un lavoro importante e rivoluzionario nel settore è stimolo a crescere ancora di più, con i piedi ben piantati per terra come tradizione lombarda, nello specifico lecchese, insegna.
Il vostro obiettivo rimane lo sbarco in Borsa?
Questa è un’ipotesi: bella e che ci inorgoglisce. Non direi però che l’abbiamo calendarizzata; al momento siamo concentrati su nuove aperture (New York nel 2021).
In che modo sta evolvendo il vostro business? È possibile individuare un trend progressivo dalla Spa alle medical Spa che sta intercettando anche i cambiamenti demografici dei paesi sviluppati? Anche nelle vostre terme saranno implementati i servizi legati alla salute?
Io credo che uno dei segreti del nostro successo sia stato proprio quello di rompere lo schema old style che vedeva la frequentazione delle Spa, e ancor più le Terme, principalmente per necessità terapeutico-medicali. Abbiamo dato una risposta trans-generazionale ai bisogni crescenti di evasione, che non sono solo quelli del manager in carriera, ma quelli di ragazzi che cercano esperienze comunitarie oltre l’alienazione da isolamento tecnologico o – certamente – quelle degli anziani che vogliono godere in tranquillità del bello, del piacere e del relax. Nella vastità della nostra offerta di massaggi quelli tailor made si calibrano sulle richieste dell’ospite e sui suoi bisogni psicofisici, le biosaune dei nostri centri sono adatte a persone che cercano qualcosa di più light rispetto alle pratiche più tradizionali. Non imponiamo schemi rigidi lasciamo che i nostri ospiti si sentano liberi di vivere il percorso benessere come meglio desiderano. Per questo qualcuno ha detto che abbiamo scoperto l’acqua calda: è vero e ci fa piacere averla scoperta noi.
Come interpretate il tema della sostenibilità? Qual è il vostro modo di sentirvi sostenibili?
Da sempre siamo attenti ai temi dell’ambiente. Lavoriamo con l’acqua e siamo consapevoli che questo nostro elemento iconico sia un bene prezioso: lo è qui da noi, ad altre latitudini è preziosissimo. Per questo ci siamo sempre impegnati per l’ambiente, la riduzione degli sprechi, la carta dei tovagliolini e dei bicchieri dei nostri centri proviene da riciclo e reca la scritta: Earth is a limited edition. A breve faremo ulteriori interventi significativi sul tema plastica. La riduzione dell’impatto ambientale è al centro dei pensieri del nostro team progettuale di architetti e ingegneri. Generalmente lavoriamo su strutture storiche, come a Bormio o Milano, spesso con vincoli da rispettare e che rispettiamo per scelta prima ancora che per obbligo. Quando andiamo a progettare strutture ex novo come a Chamonix-Mont-Blanc o a Pozza di Fassa, nel cuore delle Dolomiti patrimonio dell’Unesco, siamo rigorosi nel rispettare non solo l’ambiente, ma nel valorizzare il più possibile costumi e tradizioni del luogo. Siamo consapevoli che il futuro – di tutti non solo della nostra azienda – si costruisca solo se si ha rispetto del passato e che il bello possa vivere solo fianco a fianco con la natura in cui armonicamente si va ad inserire.