Secondo l’ultima rilevazione Anasf il grosso dei consulenti percepisce fra i 25 e i 90mila euro l’anno
Per incoraggiare i giovani a intraprendere la professione è necessario affiancarli a professionisti più anziani e sostenerli con una retribuzione aggiuntiva per i primi anni
Qual è lo stipendio di un consulente finanziario: stando ai numeri delle ricerche effettuate su Google, è questa la domanda che incuriosisce di più gli italiani su questa figura professionale. Che questo sia l’interrogativo di un giovane che sta valutando il suo ingresso nell’universo della consulenza, o una semplice curiosità da parte dei risparmiatori, proveremo a fare chiarezza su questo tema.
Purtroppo il dato più oggettivo e solido sui guadagni medi della professione, non siamo riusciti a ottenerlo: ovvero, le statistiche sulle dichiarazioni dei redditi fornite al fondo previdenziale Enasarco, cui sono obbligatoriamente iscritti i consulenti finanziari registrati nell’albo professionale (considerati ai fini pensionistici come “agenti di commercio”). L’ente previdenziale non è riuscito a trasmettere i dati in tempo per la pubblicazione, pertanto aggiorneremo online la nostra panoramica quando li avremo a disposizione. Nel frattempo, però, è possibile fare riferimento anche ad altre fonti per avere un’idea di quanto guadagnano i consulenti finanziari, per quanto siano il risultato di analisi a campione un po’ meno precise.
Quanto guadagna il consulente finanziario: i dati medi
Una delle fonti di riferimento è il Salary guide 2023 realizzato per l’Italia da Michael Page, una società di selezione del personale di respiro internazionale. All’interno del report si legge che i relationship manager, termine con il quale vengono talvolta definiti i consulenti finanziari per i segmenti di clientela “di massa” o “benestanti”, guadagnano una retribuzione fissa compresa fra i 35 e i 50mila euro annui lordi entro i primi cinque anni di esperienza, che salgono nel range 50-80mila entro i dieci anni di esperienza e oltre gli 80mila euro annui una volta superati i dieci anni di esperienza. I bonus collegati alla professione, inoltre, oscillano fra il 30 e il 50% della retribuzione di base.
Per i private banker, i consulenti dedicati ai patrimoni finanziari oltre i 500mila euro, le retribuzioni e i bonus sono nettamente più sostanziosi. Fino a cinque anni di esperienza si percepiscono fra i 40 e i 50mila euro, che salgono nella forchetta compresa fra i 50 e i 90mila entro i dieci anni di lavoro, per poi superare i 90mila euro. Per i private banker, poi, i bonus sono particolarmente rilevanti e aggiungono dal 50 al 100%.
Un’altra fonte che accende un faro sulla distribuzione dei livelli di stipendio è Glassdoor, società che raccoglie in forma anonima le retribuzioni inoltrate dagli utenti. In questo caso non è possibile distinguere le dichiarazioni per anni di esperienza e il campione di riferimento è costituito dalle comunicazioni di 315 utenti in varie parti di Italia. La forchetta di retribuzione più comune risulta compresa fra i 24.750 e i 36.250 euro annui, con un valore medio attorno ai 29mila euro, cui vanno aggiunti mediamente 2.400 euro di bonus.
Anche secondo i dati di Glassdoor i livelli retributivi salgono drasticamente per i private banker che, sulla base di 60 dichiarazioni inoltrate alla piattaforma, guadagnano in media 75mila euro annui, più 15mila euro di bonus. Per questo genere di professionista la forchetta dei salari riportati non scende al di sotto dei 42mila euro, confermando in sostanza le stime di Michael Page.
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La retribuzione dei consulenti finanziari, i dati Anasf
Un’ultima ricognizione sull’universo degli stipendi dei consulenti finanziari l’ha effettuata Anasf, l’associazione di categoria della consulenza finanziaria, che nel maggio 2023 aveva coinvolto in un sondaggio i suoi iscritti su una varietà di aspetti legati alla professione, incluse le retribuzioni. Dalle risposte era emerso come il 56% dei consulenti percepisse una retribuzione compresa fra i 25mila e i 90mila euro. Circa il 20% degli intervistati aveva riportato retribuzioni al di sotto dei 25mila e una percentuale di poco superiore aveva dichiarato oltre 90mila euro di ricavi annui.
I dati in qualche modo confermano un’ampia variabilità dei guadagni all’interno della categoria dei consulenti finanziari, per i quali si prospetta solitamente una crescita notevole delle entrate dopo i primi anni di lavoro. “Le variabili che influenzano i ricavi della categoria sono rappresentate dal numero di clienti, dalle masse gestite e dalla tipologia degli investimenti”, ha dichiarato a We Wealth il presidente dell’Anasf, Luigi Conte, “la ricerca semestrale del Centro Studi & Ricerche Anasf rileva che la maggior parte degli under 30 ha ricavi fino a 15mila euro, che crescono fino a stabilizzarsi nel range dai 25.001 ai 90.000 euro a partire dai 41 anni”, ha aggiunto Conte.
“E’ possibile accelerare la crescita professionale continuando a investire nell’ingresso di nuove leve nella professione”, ha concluso il presidente dell’Anasf, “tramite un compenso fisso per i primi anni di attività e la modalità di lavoro in team”.
Diverse realtà del panorama italiano si sono già mosse in questa direzione, fra cui Banca Mediolanum e Zurich Bank. Il programma di reclutamento dedicato agli under 35 di quest’ultima rete, ad esempio, prevede un supporto economico della durata di due anni, in grado di sopperire ai ai pochi flussi commissionali generati da un portafoglio in gestione ancora da costruire. Il modello di remunerazione predominante della consulenza finanziaria, in Italia e in Europa, è ancora basato sulle commissioni percepite sui prodotti finanziari proposti alla clientela. Per tale ragione i consulenti che hanno più clienti e più facoltosi potranno contare sui flussi ricorrenti più sostanziosi: la strada per arrivarci, però, comincia in salita.
Articolo tratto dal n° di gennaio di We Wealth.
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