La quotazione dell’oro continua a mantenersi sopra quota di 2.000 dollari l’oncia, mentre la domanda di beni rifugio resta elevata per via delle tensioni internazionali e per l’atteso rientro dei tassi d’interesse nel corso dell’anno. Nel 2023 il prezzo dell’oro è stato, in media, pari a 1.940 dollari l’oncia, in aumento dell’8% rispetto all’anno precedente, mentre la chiusura a 2.078 dollari ha segnato un nuovo record.
L’ultimo aggiornamento fornito dal World Gold Council ha mostrato come, una volta inclusi i mercati over the counter, la domanda di oro abbia raggiunto un nuovo record storico nel 2023 a 4.899 tonnellate.
Se si considerano solo i mercati tradizionali, la domanda di oro è scesa del 5% rispetto a un 2022 che si era attestato su livelli già molto elevati. Nel quarto trimestre la domanda di oro è scesa del 12% anno su anno a 1.150 tonnellate (esclusi i mercati Otc), ma è risultata comunque in rialzo dell’8% rispetto alla media degli ultimi cinque anni.
Oro, la domanda delle banche centrali è stata ancora forte
Le banche centrali hanno contribuito in modo determinante ad alimentare la domanda complessiva di oro nell’intero 2023 e, con 1.037 tonnellate di acquisti, è stato il secondo anno più attivo di sempre, dopo il 2022.
La domanda di lingotti e monete è diminuita del 3%, ma con dinamiche assai diverse nelle varie parti del mondo. Mentre in Europa la domanda di oro fisico è diminuita del 59% rispetto al 2022, si è osservato un forte recupero in Cina, con un incremento del 28% corrispondente a 280 tonnellate di acquisti aggiuntivi. In crescita anche la domanda di lingotti e monete in India (185 tonnellate), Turchia (160 tonnellate) e Stati Uniti (113 tonnellate).
I prezzi in aumento non hanno inciso negativamente sulla domanda di oro per le attività di gioielleria, aumentata di 3 tonnellate nel 2023 a quota 2.168 e trainata, anche in questo caso, dalla riapertura post-covid in Cina (+17%).
Per il terzo anno consecutivo, poi, si è osservata una vendita netta di oro da parte degli Etf e prodotti finanziari comparabili, con un rosso pari a 244 tonnellate.
“La domanda costante da parte delle banche centrali ha sostenuto nuovamente la domanda d’oro quest’anno e ha contribuito a compensare la debolezza in altre aree del mercato, mantenendo la domanda del 2023 ben al di sopra della media mobile decennale”, ha dichiarato Louise Street, senior markets analyst presso il World Gold Council. “Oltre alla politica monetaria, l’incertezza geopolitica è spesso un fattore chiave della domanda d’oro e nel 2024 ci aspettiamo che questo abbia un impatto significativo sul mercato”, ha aggiunto Street, citando “conflitti in corso, tensioni commerciali e oltre 60 elezioni che si terranno in tutto il mondo” che “probabilmente incoraggeranno gli investitori a rivolgersi all’oro per il suo comprovato ruolo di bene rifugio”.
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Dove si sta muovendo l’oro adesso
Da inizio anno il prezzo dell’oro è diminuito dell’1,83% a 2.038 dollari l’oncia, complici la forza del mercato del lavoro statunitense e le probabilità sempre più basse che la Federal Reserve decida il primo taglio ai tassi già a marzo. Secondo l’ultimo sondaggio settimanale sull’oro realizzato dalla testata specializzata Kitco News, è emersa una “chiara divergenza tra trader istituzionali e trader al dettaglio, con due terzi degli esperti che hanno perso fiducia nel metallo prezioso, mentre la maggior parte degli investitori al dettaglio si aspetta comunque un aumento dei prezzi nella prossima settimana”.
Le prospettive di un rialzo immediato dell’oro, in questa fase, sembrano ostacolate dalle tempistiche di un rialzo dei tassi Fed, che non appaiono urgenti a fronte della forza dell’economia statunitense.
L’oro di solito aumenta di valore quando i tassi di interesse (e i rendimenti obbligazionari) diminuiscono. Questo perché l’oro, che non offre interessi o dividendi ai suoi proprietari, diventa più attraente in confronto ai Buoni del Tesoro Usa.
Un altro possibile fattore di sostegno ai prezzi dell’oro anche nel 2024 potrebbe essere costituito, ancora una volta, dalla domanda delle banche centrali: “Sappiamo che le banche centrali citano spesso le prestazioni dell’oro nei momenti di crisi come motivo per acquistare, il che suggerisce che la domanda da questo settore rimarrà elevata quest’anno”, ha affermato Louise Street, questo “potrebbe contribuire a compensare un rallentamento delle richieste in arrivo dai consumatori, dovuto ai prezzi elevati dell’oro e alla crescita economica più lenta”.