Alberto Burri, Texas, 1945. Ph. Teresa Scarale
Burri. La poesia della materia deve il suo titolo a Giuseppe Ungaretti, come ricorda il curatore Bruno Cora?, presidente della Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri: «Amo Burri perché non e? solo il pittore maggiore d’oggi ma e? anche la principale causa d’invidia per me: e? d’oggi il primo poeta». Burri amava la compagnia dei poeti, più che degli accademici, e il titolo della mostra deve essere preso alla lettera. «Non si tratta affatto solo di un ennesimo generico invito a considerare l’importanza decisiva della materia nella poetica di Burri. Ai visitatori della mostra proponiamo di assistere a un’indagine in fieri sul rapporto strettissimo, non solo a livello di fruizione estetica, ma autenticamente strutturale, costitutivo, tra l’opera di Alberto Burri e la parola in versi, la grande poesia del XX secolo e non solo».
Alberto Burri, Catrame, 1949, cm. 57,5×64,5 ©Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri, Città di Castello, by SIAE 2021
La mistica di Burri non è nel pigmento ma nella materia, generatrice di processi creativi in continua evoluzione. Grazie all’eccellente selezione delle opere in mostra, l’opera del maestro e? osservabile nella sua sperimentazione incessante, anticipatrice di molte delle questioni che hanno interessato le correnti artistiche degli anni sessanta del novecento, come il Nouveau Re?alisme, l’Arte povera, l’Arte neuminimale o il Fluxus.
Ritratto Alberto Burri, foto di Aurelio Amendola
Su volontà della presidente della Fondazione Ferrero, Maria Franca Ferrero, la mostra è fruibile gratuitamente, nella filosofia del “Lavorare, creare, donare” della stessa fondazione. Il mecenatismo del resto e? uno degli elementi dell’identità imprenditoriale della famiglia. Bartolomeo Salomone, presidente di Ferrero Spa e direttore generale della Fondazione Ferrero, coglie un altro aspetto. «Più che di mecenatismo si tratta di attenzione ai collaboratori, al territorio, di naturale sensibilità che Michele Ferrero ha adottato fin dall’inizio della sua attività, negli anni ’60, quando, pur di non sradicare la popolazione dai propri paesi, mandava una quarantina di pullman-navette in giro per le Langhe come navette. Questo consentiva ai dipendenti di non abbandonare le loro attività agricole, con un duplice risultato: tutti lavoravano moltissimo, con un sentimento di profonda gratitudine per i Ferrero. La fondazione è erede di questo spirito. In Ferrero, tutti si sentono imprenditori, dall’operaio al direttore generale. È straordinario. È questo il segreto che, insieme ai nostri prodotti, ha decretato il successo di questa azienda. Tutti si sentono responsabili, gratificati e protagonisti del successo».
Grande Cretto di Gibellina, 1985-2015. Veduta aerea del Cretto di Gibellina, Courtesy Fondazione Ferrero
La collaborazione fra la Fondazione Ferrero e la Fondazione Burri ha prodotto anche la mostra parallela (anch’essa gratuita) Burri. Il Cretto di Gibellina, presso gli spazi espositivi del Palazzo Banca d’Alba, nel cuore della cittadina in provincia di Cuneo. A cura di Bruno Cora?, Tiziano Sarteanesi e Stefano Valeri, questa esposizione e? dedicata al monumentale (80mila metri quadri di ampiezza) capolavoro del maestro umbro: il Grande Cretto di Gibellina, comune interamente distrutto dal terremoto del Belice nel 1968. L’opera di land art, la maggiore in Europa, utilizza colate di cemento bianco per inglobare ed eternare le macerie della citta? vecchia, in un ideale, accecante sudario sotto la luce dell’Esperia. Burri concepì ed avviò l’opera fra il 1985 e il 1989, ma non ne vide il compimento, giunto nel 2015.
Alberto Burri, Rosso Plastica, 1962, cm. 81,5×100 ©Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri, Città di Castello, by SIAE 2021
Burri. La poesia della materia ha ricevuto la Medaglia del Presidente della Repubblica ed e? realizzata con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo, con il patrocinio della Citta? di Alba e la partecipazione della GAM – Galleria Civica di Arte Moderna e Contemporanea di Torino.