I vincitori del premio Rinascimento+ 2021 nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, a Firenze.
Vincitori dell’edizione 2021 del premio – la seconda – sono Gemma De Angelis Testa, Heiner Friedrich (fondatore della Dia Foundation, “gli Uffizi del contemporaneo”), Giuliano Gori (preveggente sull’arte ambientale), Maria Manetti Shrem, Leonid Mikhelson e Margherita Stabiumi.
Giuliano Gori. Foto Carlo Cantini
Maria Manetti Shrem, fiorentina e filantropa nota a livello mondiale, a latere della manifestazione, ci racconta che lei l’arte non la vuole «tenere in magazzino». La dona e la presta alle istituzioni più disparate: non solo musei, ma anche scuole, come una di San Francisco (dove vive da 45 anni) in cui si insegna l’italiano.
Maria Manetti Shrem
«Negli Usa faccio parte di 18 organizzazioni filantropiche, disseminate fra la Bay Area e New York. In Europa invece sono otto le charity in cui sono coinvolta». Fra queste figurano la Andrea Bocelli Foundation, la Fondazione Palazzo Strozzi (anche quella Usa), il Fai, la Fondazione Fiorenzo Fratini, la Venetian Heritage, Amici del Louvre, Amici di Versailles e la The Prince of Wales’s Charitable Fund. «Sono una delle poche persone che il Principe Carlo saluta con baci e abbracci», dice con un pizzico di soddisfazione.
«Voglio donare la mia ricchezza a mani calde e non a mani fredde», rivela, riferendosi alla gioia di essere generosi quando si è ancora in vita. «L’arte del vivere viene dall’arte del dare», aveva detto ricevendo il premio. «Trascorro molto tempo nella mia Firenze durante l’anno, ci torno almeno due o tre volte. La amo e non posso farne a meno». E la città ricambia.
Anche col premio RINASCIMENTO +. Un riconoscimento che nel suo “più” potenzia il riferimento all’arte dei secoli passati come propulsore di una nuova contemporaneità, in una visione «non statica ma di continuità e di trasformazione», spiega lo stesso ideatore Sergio Risaliti. «La forza propulsiva di quello che noi chiamiamo Rinascimento inizia già nel ‘300, da Giotto in poi. Ha rappresentato una stagione straordinaria, è sempre stata un movimento d’avanguardia. Il rinascimento, l’umanesimo, ha reso l’uomo responsabile del creato».
Sergio Risaliti. Courtesy Museo Novecento
Senza i mecenati non esisterebbero gli Uffizi, il Museo Stefano Bardini. Tutti i musei fiorentini sono nati da lasciti privati. Lo stesso Museo Novecento non sarebbe nato senza l’immensa donazione di Alberto Della Ragione (240 opere), patrimonio donato alla citta? all’indomani dell’alluvione del 1966, «quale frutto di una vita d’intensa passione e come un atto di adesione agli sforzi che si fanno per restituire alla citta? il ruolo di viva capitale dell’arte», come ricordava lo stesso Alberto Della Ragione (1892-1973).
Finalmente Firenze è riconosciuta come «città dell’arte contemporanea» conclude Risaliti. Le mostre appena inaugurate di Jenny Saville, Jeff Koons, Francesco Vezzoli sono solo la tappa di un percorso iniziato molto tempo fa. Percorso che sembrava impossibile in una città da sempre definita “culla del Rinascimento”. Ma, aggiunge durante la premiazione il sindaco di Firenze Dario Nardella, «come diceva Einstein, tutti sanno che le cose impossibili non si possono realizzare. Poi arriva qualcuno che non lo sa e le realizza. Questo è lo spirito del premio RINASCIMENTO +. Essere rinascimentali significa essere in grado di cambiare il mondo». E Poi: «il Rinascimento non deve essere un comodo feticcio: nulla è più lontano dal concetto di rinascimento. Bisogna avere sempre la forza di mettere in discussione lo status quo». Fa eco alle parole del sindaco il giovane assessore alla cultura Tommaso Sacchi, con una citazione di Picasso: «L’arte scuote dall’anima la polvere accumulatasi nella vita di tutti i giorni».