- Secondo l’ultima inchiesta condotta da Altroconsumo a novembre, a Milano e Trento cittadini e cittadine rischiano di attendere oltre tre mesi per ottenere un appuntamento in questura per il rilascio o il rinnovo del passaporto
- La classifica stilata da Henley & Partners mostra che il passaporto italiano consente di accedere a 192 destinazioni al mondo senza visto. Lo stesso vale per Finlandia, Francia, Germania, Corea del Sud e Spagna
Ottenere un passaporto in Italia, specie nelle grandi città, resta una corsa contro il tempo. Secondo l’ultima inchiesta condotta da Altroconsumo a novembre, a Milano e Trento cittadini e cittadine rischiano di attendere oltre tre mesi per ottenere un appuntamento in questura per il rilascio o il rinnovo del documento, a Torino e Genova oltre due mesi, a Napoli più di un mese. Fino ad arrivare a Bergamo, dove l’attesa sfiora addirittura i sei mesi. Certo, qualche miglioramento si inizia a intravedere: è il caso per esempio di Bari o Bolzano, dove c’è chi riesce a ottenere un incontro in uno o due giorni o al massimo una settimana. L’accordo tra Poste Italiane e il ministero dell’Interno per l’attivazione del servizio di richiesta e rinnovo passaporti presso gli uffici postali, numeri alla mano, sta favorendo questo progresso. A Cagliari e Bologna si è passati da un’attesa di 2-4 mesi a un solo giorno, ma restano ancora poche le città in cui il servizio è disponibile.
Quanto è “potente” il passaporto italiano
Fatte queste premesse e dimenticandoci per un attimo dei lunghi tempi d’attesa, l’Italia si colloca tra i paesi con il passaporto più “forte” al mondo. Ma cosa significa avere un passaporto potente? Significa che apre più frontiere a chi lo possiede, senza la necessità di disporre di un visto. Secondo la nuova classifica stilata da Henley & Partners, il passaporto italiano consente infatti di accedere a 192 destinazioni al mondo senza visto. Lo stesso vale per Finlandia, Francia, Germania, Corea del Sud e Spagna. Singapore e Giappone si staccano invece dal gruppo aggiudicandosi rispettivamente l’oro e l’argento.
Qual è il passaporto più forte del mondo?
Singapore ottiene infatti la corona di passaporto più potente al mondo, abilitando l’accesso senza visto a 195 destinazioni di viaggio su 227 totali. Il Giappone consente invece ai titolari di passaporto di accedere a ben 193 destinazioni, dopo aver riottenuto l’accesso alla Cina per la prima volta dopo lo scoppio della pandemia da covid-19. Una coorte di sette paesi dell’Unione europea – Austria, Danimarca, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Norvegia e Svezia – condivide il quarto posto per numero di destinazioni che i cittadini possono visitare senza visto (191). I passaporti di Belgio, Nuova Zelanda, Portogallo, Svizzera e Regno Unito si posizionano invece quinti abilitando l’accesso a 190 destinazioni al mondo senza visto.
Fonte: Henley Passport Index 2025
Passaporto: il caso dell’Afghanistan
Il resto della top10 dell’indice è ampiamente dominato dai paesi europei, a eccezione di Australia (6° posto con 189 destinazioni), Canada (7° posto con 188 destinazioni), Stati Uniti (9° posto con 186 destinazioni) ed Emirati Arabi Uniti (10° posto con 185 destinazioni), il primo e unico Stato arabo a essersi ritagliato uno spazio nella parte alta della classifica. Sul versante opposto del ranking con il minor numero di destinazioni alle quali i titolari di passaporto possono accedere senza visto si collocano Iraq, Sira e Afghanistan, che consentono rispettivamente di visitare 31, 27 e 26 paesi. In particolare, l’Afghanistan ha perso l’accesso senza visto a due destinazioni nel corso dell’ultimo anno, creando così il più grande gap di mobilità dei 19 anni della storia dell’indice: i singaporiani possono infatti viaggiare in ben 169 destinazioni in più senza visto rispetto ai titolari di un passaporto afgano.
Stati Uniti giù di sette posizioni in classifica
Un altro caso particolare è quello degli Stati Uniti, al secondo posto tra i paesi che hanno perso più posizioni in classifica tra il 2015 e il 2025, dopo il Venezuela. Se il passaporto venezuelano è scivolato dal 30° al 45° posto, quello statunitense è sceso di sette gradini dal 2° al 9° posto. Secondo Annie Pforzheimer, senior associate del Washington center for strategic and international studies, il declino degli Usa sul fronte della mobilità globale non è in realtà una sorpresa. “Anche prima dell’avvento di una seconda presidenza Trump, le tendenze politiche americane si erano notevolmente orientate verso l’interno e l’isolazionismo”, spiega. “Durante la campagna presidenziale del 2024 gli elettori sono stati alimentati da una narrazione secondo cui l’America può (e deve) stare da sola”, ricorda. Per Tim Klatte, partner di Grant Thornton China, l’approccio del tycoon sul fronte della politica estera – dal Canada alla Cina – offrirà nuovi dubbi sulla tenuta del “potere” del passaporto a stelle e strisce in futuro.