Giappone da record: fin dove può arrivare il Nikkei?

giappone

La Borsa di Tokyo si distingue nel panorama internazionale con una performance particolarmente brillante. Una corsa destinata a proseguire? E fino a dove? Gli esperti di Capital Group mettono sotto la lente il mercato azionario nipponico per capire se ci sono ancora opportunità da cogliere e quali

Altro che Sol Levante, qui il sole è tornato a splendere alto nel cielo. Dopo un 2023 radioso, il Giappone continua a stupire a colpi di record, facendo meglio di Wall Street e di qualsiasi altra principale piazza azionaria nel mondo. Nei primi tre mesi dell’anno l’indice Nikkei ha messo a segno un rialzo di quasi il 20%, mentre guardando agli ultimi 12 mesi il balzo in avanti è di oltre il 40%. Una performance che nessun altro indice internazionale ha registrato e che ha permesso al Nikkei di superare i livelli del 1989, oltre che testare momentaneamente la soglia psicologica dei 40.000 punti. Anche l’indice MSCI Japan non è da meno, visto che è tornato a salire sui massimi storici.

Una corsa sostenibile? La domanda non è, certo, banale, considerando che il Giappone è reduce da tre decenni di deflazione e rendimenti azionari deludenti. Ma qualcosa forse è cambiato. Lo pensano gli esperti di Capital Group, che hanno messo sotto la lente di ingrandimento la Borsa di Tokyo: “Noi pensiamo che questa volta sia diverso – affermano – Gli ostacoli ai rendimenti azionari, presenti fin dagli anni ’90, sembrano essere in via di attenuazione e potrebbero portare il mercato azionario giapponese a valutazioni più elevate”.

Una prova del cambiamento è stata anche la recente decisione della Bank of Japan (BoJ) di abbandonare la politica di tassi negativi avviata nel 2016 e aumentare il costo del denaro per la prima volta in 17 anni. Una svolta dettata anche dalla fine della lunga fase di deflazione: dall’aprile 2022 l’inflazione in Giappone si è mantenuta al di sopra del 2%.

Sebbene siano i più evidenti, questi cambiamenti non sono gli unici. Capital Group ha individuato quattro aspetti favorevoli al Giappone e al suo mercato azionario nel prossimo futuro.

1) L’inflazione e l’aumento dei tassi sosterranno le valutazioni

Nonostante il rally del mercato, le valutazioni dei titoli giapponesi sono ancora ragionevoli, perché, spiegano gli esperti di Capital Group, il rapporto prezzo/utili (P/E) è rimasto schiacciato in una ristretta fascia di oscillazione per molti anni, a causa della prolungata deflazione e dei bassi tassi di interesse.

Guardando al lungo termine, “è plausibile immaginare che i tassi di interesse salgano al 2%, grazie a una maggiore crescita della produttività e dell’inflazione, il che aprirebbe la possibilità che il P/E del mercato nipponico salga a 20-25 volte nel tempo”, contro l’attuale livello di prezzi a 16-17 volte gli utili.

2) Produttività e utili societari miglioreranno

Secondo la casa di gestione americana, inoltre, la crescita della produttività in Giappone è destinata ad aumentare, il che, insieme a un’inflazione sostenuta, potrebbe favorire la risalita degli utili societari. Una previsione basata su quattro fattori in via di evoluzione:

  • La trasformazione digitale (compresa l’IA) che sta interessando tutta l’economia, dai sistemi di pagamento alle operazioni di back-office. Banche come Resona, ad esempio, prevedono di automatizzare 10.000 posti di lavoro. “Il rinnovamento digitale del Giappone può fornire soluzioni alla carenza di manodopera e liberare i lavoratori per spostarli verso professioni a più alto valore aggiunto”.
  • Il progressivo abbandono dell’occupazione a vita, con un numero sempre maggiore di laureati che lascia il posto tradizionale per dedicarsi al lancio di un’attività in proprio. I più giovani cambiano lavoro dopo tre anni e mostrano una maggiore imprenditorialità.
  • Il settore dei servizi va incontro a una fase di consolidamento attraverso fusioni e acquisizioni per via di un passaggio generazionale importante. “Ciò potrebbe incrementare la produttività, soprattutto nel settore dei servizi, che tradizionalmente è stato produttivo la metà di quello manifatturiero”.
  • La spinta in atto da parte delle autorità di regolamentazione per migliorare la governance aziendale potrebbe aumentare l’efficienza aziendale e la redditività di molte società, consentendo una migliore allocazione del capitale e contribuendo a incrementare i dividendi.

3) Il mercato sta diventando più attraente

Infine, il Giappone sta diventando un mercato sempre più attraente per gli investimenti esteri. Capital Group rileva come le aziende nipponiche abbiano sviluppato tecnologie uniche in mercati di nicchia, che permettono loro di mantenere una posizione dominante e duratura. Sono inoltre in grado di sfruttare i cambiamenti della catena di approvvigionamento globale in un contesto di tensioni geopolitiche crescenti. Basti pensare ai nuovi impianti di produzione costruiti dai colossi TSMC, Micron Technology e Samsung Electronics che hanno approfittato del pool di talenti qualificati e specializzati di cui dispone il Sol Levante.

“Questi investimenti potrebbero essere un volano per aziende giapponesi come SMC, un produttore di componenti specializzati per la produzione di semiconduttori, Shin-Etsu, il più grande produttore di wafer di silicio al mondo, e Tokyo Electron, il più grande produttore di apparecchiature per chip del paese”.

Senza dimenticare anche il mercato delle piccole e medie imprese, che offre agli investitori la possibilità di investire in società meno conosciute ma altrettanto valide e interessanti.

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