Il passaggio generazionale è un momento cruciale sia per la famiglia che per l’impresa. Come gestirlo opportunamente? We Wealth ne ha parlato con Honora Ducatillon, head of Family advisory, Pictet WM.
Come si articola la consulenza familiare di Pictet Wealth Management?
Una delle componenti principali del nostro approccio è che costruiamo partnership a lungo termine con i nostri clienti. Li aiutiamo a definire lo scopo del loro patrimonio, a chiarire i loro obiettivi e a costruire l’ecosistema di cui hanno bisogno per raggiungerli. Di solito il nostro cliente è un’intera famiglia, fatta di diverse generazioni, diverse esigenze e diversi asset: dagli investimenti, alle proprietà immobiliari passando per family office e filantropia.
Quali sono le principali sfide del passaggio di ricchezza da una generazione all’altra?
Sono molte. Ma ci sono due tappe fondamentali nella vita di una famiglia imprenditoriale. La prima è quando i figli diventano giovani adulti e si avviano alla carriera. L’altra è quando il fondatore inizia a pensare di andare in pensione. Questi due momenti creano molte domande e riflessioni. In queste fasi, la maggior parte delle volte i nostri clienti ci chiedono: quale dovrebbe essere il ruolo dei miei figli ora? Quando il fondatore si avvicina al pensionamento invece una domanda che sorge spontanea è se i figli saranno in grado di prendere il controllo oppure se si deve valutare la vendita di una parte o di tutta l’azienda. La maggior parte delle volte le famiglie tendono a concentrarsi sulla strutturazione del patrimonio, concentrandosi molto sugli aspetti legali e fiscali e tralasciando lo sviluppo del capitale umano della famiglia. Tutti i membri della famiglia che ruotano attorno al decisore chiave sono importanti, perché se quest’ultimo non ci sarà più un domani, dovranno essere pronti a rilevare l’attività, saperla gestire e fare investimenti che possono farla crescere. Riteniamo che un buon modo per prepararli sia incoraggiarli a diventare molto qualificati. Non si tratta solo di ottenere il classico mba ma di diventare pronti a padroneggiare moltissime situazioni diverse.
Più in generale, come si declina la gestione di un patrimonio generazionale?
Quello che in Pictet Wealth Management facciamo in primis con le famiglie clienti è iniziare a mappare lo stato dell’arte. A volte è sorprendente vedere che molte famiglie non hanno necessariamente una fotografia precisa della situazione, degli obiettivi, di chi sono i decisori chiave, di chi sono tutti i portatori di interesse. Il secondo passo, molto importante, è capire dove la famiglia vuole andare in futuro. Si tratta più che altro di definire gli obiettivi e la roadmap per raggiungerli.
Vede delle particolarità nelle aziende famigliari italiane?
In Italia le imprese familiari tendono a essere gestite direttamente dalla famiglia e meno da manager esterni: il 66% delle imprese familiari è infatti a conduzione familiare, rispetto al 26% della Francia e al 10% del Regno Unito. Anche la concentrazione in termini di proprietà è più elevata: nella maggior parte dei casi, circa il 70% del capitale dell’impresa è ancora nelle mani del fondatore. E quasi il 95% è detenuto dai tre principali azionisti. Ciò significa che per la famiglia gestire il ricambio generazionale è una grande sfida. Tuttavia, anche in Italia, dopo la pandemia abbiamo assistito a un aumento sostanziale di ricerca di investitori esterni e a una crescita delle operazioni di M&A.
Come può una famiglia utilizzare efficacemente la gestione del cambiamento per una completa transizione del patrimonio?
Le famiglie che hanno più successo capiscono che il cambiamento è un aspetto costante da tenere sempre in considerazione. Il cambiamento avviene ogni giorno, ogni minuto, in ogni momento. Nelle famiglie avviene con l’arrivo di nuove persone, le nascite e i decessi. A livello aziendale ci si trova sempre di fronte a una nuova sfida: l’importante è capire che per gestire un processo così complesso e continuativo hanno bisogno di un supporto e di competenze esterne.