Il 26% degli investitori professionali si attende un’accelerazione dello slancio economico globale nei prossimi 12 mesi
Oltre la metà prevede di aumentare la propria allocazione nell’azionario nel prossimo anno
Tra le principali classi di investimento nel 2020 ci sono anche il reddito fisso e il real estate
“È comprensibile che il sentiment degli investitori intorno alla crescita economica globale sia diviso in quanto le prospettive sono anche piuttosto binarie – commenta Ewout van Schaick, head of multi asset di NN Investment Partners – Dipende in larga misura dall’incertezza politica (ad esempio, la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina e Brexit) e dall’efficacia degli stimoli politici”. In altre parole, il rallentamento della crescita globale nel 2019 sarebbe legata all’aumento contestuale del rischio politico, che mina la fiducia delle imprese. “Finora le banche centrali sono state in grado di limitare l’impatto di questa crescita più lenta sui mercati, ma l’efficacia della politica monetaria sta diminuendo e un ulteriore allentamento monetario potrebbe addirittura danneggiare l’economia”, continua Ewout van Schaick.
Più azionario nei portafogli degli investitori
Come reagiscono gli investitori professionali? Accanto a un aumento della propensione al rischio rispetto al 2018 (lo scorso anno solo il 32% ne prevedeva una crescita contro il 57% di oggi), il 51% degli intervistati dichiara che aumenterà la propria allocazione nell’azionario. Inoltre, le asset class in cui si prospettano i maggiori investimenti sono fixed income e real estate con il 38%, i fondi hedge (30%), le commodity (27%) e il private equity (27%).
“Uno scenario caratterizzato da bassi rendimenti non spinge gli investitori solo verso le azioni – aggiunge Ewout van Schaick – Molti investitori sono limitati nella quantità di rischio azionario che sono in grado o disposti ad assumersi. La ricerca di rendimento continuerà a spingere i flussi verso prodotti con una maggiore diversificazione del rischio, come il debito dei mercati emergenti e strategie alternative meno liquide come i mutui”.