Delle 16 voci di spesa, 30 miliardi vanno all’efficienza energetica e alla ristrutturazione degli edifici. Un ammontare che potrebbe aiutare a riqualificare il patrimonio immobiliare storico nazionale. 28 miliardi andranno alle ferrovie.
Il recovery fund di Mario Draghi nel dettaglio
Alla digitalizzazione, innovazione, competitività e alla cultura andranno 46,3 miliardi, così suddivisi: 11,7 a digitalizzazione, innovazione e sicurezza della pubblica amministrazione. 26,5 miliardi a digitalizzazione, ricerca e sviluppo e innovazione del sistema produttivo.
A turismo e cultura, otto miliardi. Alla transizione verde, 69,8 miliardi.
Sette miliardi saranno per le aziende sostenibili e l’economia circolare: 18,2 per la transizione energetica e il trasporto pubblico locale. 29,5 miliardi andranno all’efficienza energetica e alla ristrutturazione degli edifici, 15 miliardi alla salvaguardia del territorio e delle risorse idriche.
L’istruzione e la ricerca potranno contare su 28,4 miliardi di euro. 16,7 miliardi sono destinati alla rimozione delle disparità nell’accesso all’istruzione; 11,7 dovrebbero invece cementare il rapporto fra università e aziende.
Il nostro pnrr ha anche previsto di destinare 27,6 miliardi del recovery all’inclusione sociale. 12,6 i miliardi che allevieranno la disoccupazione e che incentiveranno il reingresso nel mondo del lavoro. 10,8 la cifra pensata per le infrastrutture sociali, le famiglie, le associazioni di beneficenza. 4,1 i miliardi per la coesione territoriale.
I 19,7 miliardi previsti per la sanità sono suddivisi fra telemedicina (7,9 miliardi) e una generica modernizzazione (11,8).