Una volta si usava il salvadanaio per mettere qualche risparmio da parte. Ora, invece, il moderno salvadanaio è il conto corrente dove si ricevano interessi molto bassi ma anche dove si parcheggia la propria liquidità che resta così ferma. E se ne parcheggia persino troppa.
Liquidità ferma, scelta poco saggia?
Una scelta poco saggia quella di tenere i risparmi fermi sul conto visto che, nonostante il rialzo dei tassi, le banche continuano a pagare interessi vicino allo zero. Eppure è un’abitudine dura a morire. Soprattutto in Italia, dove è ancora elevatissimo il numero di persone che lascia il denaro parcheggiato sul conto corrente. Da una ricerca del centro studi Einaudi emerge che si tratta del 62% degli italiani, in gran parte “bloccati” nel fare altri investimenti dalla loro bassa alfabetizzazione finanziaria.
Gli svantaggi di avere la liquidità ferma sul conto
Mantenere la liquidità sul conto corrente presenta due svantaggi: il primo è che il denaro non è impiegato per generare reddito e il secondo è che il potere d’acquisto viene eroso dall’inflazione. Per farsi un’idea basta vedere quanto ci è costata l’inflazione fino ad oggi. A stimare l’impatto sulle nostre tasche è stato l’Ufficio Studi della CGIA di Mestre. Sulla base dei 1.152 miliardi di euro depositati sui conti correnti e ipotizzando che questa cifra non abbia subito variazioni tra il 2022 e il 2023, la CGIA stima che il costo a carico delle famiglie italiane di un’inflazione cumulata del 15% sia stata di 163,8 miliardi di euro nel biennio. In pratica, ogni nucleo familiare ha perso oltre 6 mila euro in termini di potere d’acquisto. Una cifra monstre, che risulta ancora più preoccupante se la si legge in una prospettiva storica.
Meglio investire la liquidità con i tassi elevati
In passato, quando i tassi d’interesse erano bassi e l’inflazione stava stabilmente sotto al 2%, detenere liquidità poteva sembrare ragionevole. Tuttavia, con l’attuale aumento dei tassi da parte della Bce e un carovita medio arrivato a superare il 5% nel 2023, lasciare i fondi sul conto non è una scelta saggia. L’incremento dei tassi d’interesse a livello globale ha reso più interessanti alcuni strumenti prima poco attraenti come i titoli di Stato, i fondi monetari e i conti di deposito.
Investire sui mercati finanziari, infatti, dà la possibilità di ottenere rendimenti positivi, difendere dal carovita e far crescere il valore dei risparmi nel tempo. Facendo un esempio pratico, se sono lasciati 20mila euro a “dormire” sul conto corrente, dopo 12 anni il loro valore reale si è ridotto a 16.682 euro, Questo, supponendo un’inflazione media annua dell’1,5%. In pratica, senza fare nulla, il risparmiatore avrà bruciato il 17% della tua ricchezza. Ma se anziché lasciare i soldi sul conto corrente, lo stesso risparmiatore avesse scelto di investirli con un livello di rischio/rendimento moderato, in 12 anni il loro valore reale si sarebbe attestato a quasi 27mila euro e quindi la sua ricchezza finanziaria sarebbe migliorata del 34%.
Quanti soldi lasciare sul conto
Eppure, la liquidità ferma sui conti correnti degli italiani continua a restare alta. A confermarlo sono gli ultimi dati pubblicati dalla Banca d’Italia che sottolineano come il deposito medio fermo in banca è di 14.981 euro. Ma quale sarebbe la cifra giusta da conservare? Non c’è una risposta univoca, dato che le variabili sono tante, così come le esigenze specifiche di ogni famiglia e i relativi obiettivi di investimento. Certamente, chiedere aiuto al proprio consulente finanziario può aiutare a capire quale sia l’ammontare migliore, dato che non esiste una formula unica per tutti. In linea di massima si dovrebbe tenere in liquidità una somma congrua per affrontare le spese quotidiane ed eventuali necessità per almeno 3-6 mesi. Quindi, una volta definita la propria esigenza di spesa, è meglio investire il surplus di liquidità, definendo i propri obiettivi finanziari, il proprio orizzonte temporale, tenendo conto della propria propensione al rischio. Perché il conto corrente è un ottimo strumento di pagamento e non di investimento.