Le meraviglie dell’infinitamente piccolo annoverano un’altra opera di maestria: un miniaturista – l’artista britannico David Lindon – ha riprodotto tre fra i più celebri quadri di Vincent Van Gogh: Notte stellata (1889), Girasoli (1888) e Autoritratto con cappello di feltro grigio (1887). Le tre microscopiche repliche sono quindi state inserite in un orologio creato per celebrare il 50esimo anniversario del Van Gogh Museum.
L’orologio con i quadri in miniatura di Van Gogh – Un gioiellino bespoke
Il prezzo? Quasi affordable, se si guarda ai risultati delle aste più prestigiose: 192.800 dollari. Lo vendono le Hammond Galleries, specializzate proprio nella vendita di sculture microscopiche e lavori d’arte ultra lusso bespoke – fatti su misura. I materiali in cui è realizzato l’orologio sono oro, micro pigmenti e nylon. La curiosità è che David Lindon – prima di cimentarsi in opere come questa – era un ingegnere operativo presso il ministero della difesa britannico. Il suo ruolo era quello di lavorare su “strumentazioni complesse” e sistemi aeronautici.
Un omaggio a Van Gogh, prima che al suo museo
L’idea di creare questa sorta di wunderkammer portatile era venuta al titolare delle gallerie Edward Hammond e all’artista stesso, per celebrare il 50° anniversario del Museo Van Gogh, con la benedizione dello stesso museo. Il desiderio di entrambi era quello di combinare la complessità dell’orologio con l’abilità di Lindon nel creare dipinti microscopici e dettagliatissimi. In precedenza l’artista aveva già riprodotto alcuni dipinti di Van Gogh, con grande riscontro di pubblico. Nel raccontare questo suo processo creativo alla stampa, Lindon ha dichiarato di aver sviluppato un «legame intimo» con il tormentato artista per poter essere in grado di «guardare nella sua mente». L’ex ingegnere ha raccontato di aver dovuto imparare a «dominare le mie emozioni e sfruttarle per esprimere con i colori ciò che Vincent Van Gogh aveva in mente quando creava i suoi meravigliosi dipinti».
La difficoltà di creare un orologio con miniature artistiche al suo interno
Cimentarsi con questo tipo di miniature richiede sforzi titanici, «ai limiti della resistenza mentale e fisica». Un singolo dipinto può richiedere «fino a tre mesi per essere completato» mentre «un solo errore può costare mesi di lavoro». Banalmente, «l’elettricità statica può spazzar via in un attimo le mie creazioni. Stessa cosa per un colpo di tosse o uno starnuto». Capolavori d’ingegneria, più che opere d’arte: ciascun display viene prodotto grazie a illuminazioni speciali e microscopi incorporati; «la capacità di manipolazione dei materiali diventa fondamentale perché le leggi della fisica sembrano cambiare ad alto ingrandimento: un anello d’oro lucido e liscio al microscopio può avere il colore e la consistenza del legno appena tagliato».
Un’altra difficoltà connessa alla creazione di un oggetto da collezione come questo è che tutta la strumentazione tecnica deve essere creata di volta in volta, artigianalmente. Spesso va distrutta durante la lavorazione e deve essere ripristinata in corso d’opera. «Controllo i miei movimenti con la precisione di un neurochirurgo, la mia mente è concentratissima. Il microscopio diventa un’estensione del mio corpo». Una manualità quasi ossessiva che lo stesso autore spiega: «Per me la verità fondamentale è che l’arte deve essere fatta a mano per essere apprezzata. La mia arte deve avere lo stesso valore artistico sia che sia a grandezza naturale che microscopica».
Si attende il riscontro del mercato e dei collezionisti, ma le previsioni di vendita devono essere rosee, se è vero che l’orologio sarà il primo di una serie dedicata a dipinti miniaturizzati. I prossimi artisti a finire sotto il microscopio saranno Picasso, Dalì, Warhol e addirittura Banksy, quest’ultimo su richiesta di un collezionista la cui identità «sarà svelata a inizio settembre».