Design che scrive la storia, fra iconicità e grandi autori internazionali
Il mondo del design ci ha regalato nelle diverse epoche oggetti che con lo scorrere del tempo si sono rivelati iconici, pezzi di design che hanno il potere di trasformare i luoghi in cui vengono collocati, di creare atmosfere e ambienti unici perché sono belli, sofisticati, ricchi di contenuti e messaggi e ci sussurrano storie appartenenti ai loro tempi e al genio dell’intelletto umano. Non importa quando questi oggetti siano stati progettati perché i grandi pezzi non conoscono il passare del tempo, essi sono in grado di mantenere la loro autenticità e la loro luce in modo perpetuo e di mutare con la solo loro presenza lo spazio che li circonda.
Si tratta di forme che sono state in grado di farsi strada nell’imaginario comune, riconoscibili ora, semplicemente dalle loro silhouette, oggetti contrassegnati dalla maestria di un saper fare che viene tramandata di generazione in generazione, aggiungendo però sempre qualcosa di nuovo, di pari passo con l’evoluzione che contraddistingue la nostra storia.
We Wealth, ha selezionato per voi i dieci pezzi di design internazionali che hanno fatto la storia e che ancora oggi non smettono di raccontarci il loro viaggio.
Sedia N. 14 di Michael Thonet
È forse la sedia più famosa al mondo. Disegnata da Michael Thonet nel 1860 – dopo uno studio durato quasi vent’anni – la No. 14 prodotta dall’azienda Gebruder Thonet Vienna nasce come sedia da bistrot. Minimalista per l’uso del materiale e per il numero di pezzi che la costituiscono, solo sei, è considerata il primo esempio di industrial design per la sua semplicità e versatilità. L’hanno amata moltissimo, tra gli altri, Tolstoj, Renoir e Marilyn Monroe. Resta ancora oggi un evergreen in grado di donare classe ed eleganza ad ogni ambiente.
Wassily Chair di Marcel Brueur
Il nome originale di questo iconico pezzo era B3 ma successivamente divenne nota come Wassily Chair, dopo che il designer Marcel Brueur realizzò un duplicato dell’originale per il famoso artista Wassily Kandinsky. Questo pezzo fu realizzato nel 1925 da Brueur, designer e insegnante del Bauhaus. All’epoca, il designer, si rese conto che se l’acciaio tubolare poteva essere piegato e utilizzato per i manubri delle biciclette, poteva anche essere usato per creare mobili. Si mise quindi a modellare l’elegante profilo della B3. Il risultato è un telaio che sembra il fantasma di una poltrona da club per gentiluomini troppo imbottita: solo lo scheletro, senza tutte le imbottiture inutili. Eppure, è altrettanto confortevole. L’uso rivoluzionario dell’acciaio tubolare rappresentò una svolta nel mondo del furniture design.
Lampada Arco di Achille e Pier Giacomo Castiglioni
Il progetto della lampada da terra Arco risale al 1962 e nasce dall’idea di creare una lampada da soffitto senza doverla collegare al soffitto. Il risultato è una perfetta dimostrazione del punto d’incontro tra forma e funzione: una pesante base in marmo, un collo d’acciaio arcuato, una lampadina e un paralume a sospensione che lavorano insieme per creare un oggetto essenziale che soddisfa pienamente il suo compito. Disegnata dai fratelli Castiglioni a Milano e prodotta da Flos, la lampada Arco si ispira all’illuminazione stradale. Questa meravigliosa lampada divenne ben presto un pezzo iconico a tal punto che dal 1962 è diventata un oggetto molto imitato dando così vita a numerose copie dell’originale.
Sedia rossa e blu di Gerrit Rietveld
La sedia rossa e blu all’inizio non era affatto rossa e blu bensì in legno di faggio naturale. I colori che la distinguono arrivarono diversi anni dopo, il primo progetto della sedia risale al 1917 ed è firmato da Gerrit Rietveld. Questo straordinario oggetto è ben presto diventato un’icona del movimento artistico olandese De Stijl, a cui Rietveld si unì due anni dopo la creazione di questa seduta, la sedia come la conosciamo ora deve molto a Piet Mondrian. Grazie al famoso pittore olandese (co-fondatore del movimento De Stijl), Rietveld decise di dipingere la sedia in questi distintivi colori nel 1923, su suggerimento di Mondrian. Il produttore italiano Cassina possiede i diritti della sedia rossa e blu dal 1971.
Lounge Chair di Eames
L’iconica Eames Lounge Chair and Ottoman, fu lanciata nel 1956 da Herman Miller. Questo magnifico oggetto nasce dal desiderio del designer di creare una sedia con “l’aspetto caldo e ricettivo di un guanto da prima base ben usato”. Il risultato incarna il vero significato di relax. In produzione continuativa dalla sua introduzione, questa autentica poltrona lounge che mantiene un’incredibile contemporaneità è tutt’ora assemblata a mano per garantire il massimo livello di qualità e artigianalità. La Eames Lounge Chair and Ottoman rimane ancora oggi un pezzo di grande attualità.
LC4 Chaise Longue di Le Corbusier, Charlotte Perriand e Pierre Jeannerret
Questa celebre chais longue è stata progettata nel 1928 da Le Corbusier, Charlotte Perriand e Pierre Jeannerret. Le Corbusier definì la Chaise Longue LC4 una “macchina per rilassarsi”. È costruita intorno all’idea che, con l’utente sempre al centro dei principi del design modernista, sia la forma che la funzione possano essere messe specificamente al servizio dell’ergonomia. In altre parole, sia la geometria che i materiali della LC4 sono stati progettati con un unico obiettivo: il massimo comfort. Dopo l’esposizione nello stand dei tre designer Le Equipment d’une Habitation al Salone d’Autunno di Parigi del 1929, l’LC4 è diventato uno dei mobili del XX secolo più noti e desiderati in circolazione.
Bookwarm di Ron Arad
Bookworm, è la celebre libreria flessibile progettata nel 1994 dall’artista e creativo Ron Arad per la nota azienda Kartell. Inizialmente la libreria nacque in acciaio ed in serie limitata solo successivamente l’oggetto fu prodotto in serie e in tecnopolimero, riscuotendo un successo immediato, dovuto alla sua resistenza e flessibilità. Grazie all’utilizzo del materiale plastico il prodotto è stato reso accessibile ad una clientela maggiore, mantenendo il suo fascino e la sua forma sinuosa.
Sedia Wiggle di Frank Gehry
La Wiggle Chair di Frank Gehry è senza dubbio uno dei più iconici pezzi di design in assoluto. Linee semplici accompagnate da una robusta struttura che dialoga con l’aspetto giocoso della sedia. Connotata dalla sua natura sperimentale nell’uso del cartone: incarna davvero un oggetto di design senza tempo e sottolinea una ricerca verso l’utilizzo di materiali riciclati ecosostenibili.
Tavolo Tulip di Eero Saarinen
Progettato dall’architetto finlandese-americano Eero Saarinen, il tavolo Tulip nasce dall’esigenza del designer di “mettere ordine” sotto la tavola. Era infatti infastidito dal brutto intrecciarsi di gambe accavallate e sbarre di ferro: nasce così questa icona – prodotta da Knoll dal 1956 – dalle forme sinuose, con una sola gamba centrale che evoca il fusto di un tulipano. Il tavolo è ancora oggi in produzione e continua a restare uno dei pezzi di design più ricercati e adatto ad ogni tipo di ambiente.
Specchio Ultrafragola di Ettore Sottsass
Lo specchio Utrafragola disegnato da Ettore Sottsass fu prodotto per la prima volta nel 1970 da Poltronova.
Questo splendido oggetto di design si avvicina molto all’oggetto d’arte e continua a rimane in produzione ancora oggi. La sua forma sinuosa e ondulata combinata al colore rosa che sprigiona tutta la sua brillantezza attraverso la retroilluminazione rende questo pezzo un oggetto irresistibile.
Lo specchio è parte della serie dei Mobili grigi, arredi retroilluminati per la camera da letto, che il maestro del design radicale Ettore Sottsass concepì con l’intento di rendere tangibile l’attrito tra vuoto e pieno.
Lo specchio è realizzato in vetroresina e prende il nome Ultrafragola grazie al neon rosa posto all’interno della cornice che una volta acceso conferisce all’oggetto una sensazione di vita vibrante.