L’israeliano che ha reso il trading democratico

Laura Magna
Laura Magna
18.8.2022
Tempo di lettura: 5'
Yoni Assia, il fondatore di eToro, aveva un sogno: rendere i mercati accessibili a tutti. E lo ha realizzato nella culla mondiale delle startup, navigando tra finanza e computer science. Un suo studio – poco noto – è alla base dei neonati Nft. E oggi racconta a We Wealth come una stablecoin di sua creazione possa garantire un reddito universale per i poveri del mondo

È la principale – nonché la prima - piattaforma di social investing al mondo, con oltre 27 milioni di utenti registrati in più di 100 Paesi e una valutazione di 10 miliardi di dollari. Parliamo di eToro, la cui storia è legata a doppio filo a Tel Aviv e inizia 15 anni fa. Ma in realtà incuba molto prima.

Perché Yoni Assia – colui che nel 2007 costituì la prima società insieme al fratello maggiore Ronen e al compagno di studi David Ring – è nipote di Yehuda Assia, che negli anni ’60 aveva fondato la Swiss Israel Trade Bank, istituto basato in Svizzera che ha contribuito allo sviluppo del giovane Stato d’Israele. Ed è figlio di David Assia, pioniere dell’hi-tech in Israele e fondatore di diverse start-up (Magic e Aladdin). Una famiglia insomma che è stata un habitat ideale per lo sviluppo di una forte attitudine imprenditoriale coltivata tra finanza e tecnologia.

Yoni si appassiona di finanza e programmazione fin dall’adolescenza e a 13 anni, quando gli vengono regalate delle azioni in occasione del suo Bar Mitzvah, impara a gestirne il valore. Ma quello che più lo affascina è l’interazione e l’interconnessione dei mercati finanziari, che mescola con il coding, che è il suo pane grazie a una laurea in Computer Science conseguita all’Università di Tel Aviv. “Mio padre mi ha insegnato tutto quello che so di finanza – dice a We Wealth Assia – a un certo punto ho capito che volevo condividere le mie conoscenze con il maggior numero di persone possibile”.

Le origini: la consapevolezza del privilegio e la missione di estenderlo a tutti

L’idea di eToro nasce dunque da una forte consapevolezza – quella di avere un accesso privilegiato al mondo della finanza – e dalla missione di voler estendere la stessa possibilità a tutti, riducendo la dipendenza del trading dal mondo delle istituzioni finanziarie. Un po’ la stessa filosofia che è alla base di bitcoin: quella di decentralizzare la finanza, renderla libera dai lacci delle banche tradizionali. “La crisi del 2008 è stata una conferma – continua Assia – ha dimostrato che quel sistema è completamente superato. E quando è arrivata la blockchain e la rivoluzione della decentralizzazione, ho capito dove dovevamo andare. Nel 2010 ho fatto il mio primo investimento in bitcoin, la valuta del futuro: e il futuro non può essere fermato”.

All’inizio la piattaforma è composta da due servizi: WebTrader, che consente di fare trading online anche ai neofiti, grazie a ticket di ingresso bassissimi e a un funzionamento intuitivo e OpenBook, che inventa la funzionalità CopyTrader: in sostanza la possibilità di copiare le strategie dei trader di maggior successo.

Via via gli asset investibili si sono ampliati includendo i cfd su bitcoin sin dal 2013 e poi una serie di cripto valute, accanto a frazioni di azioni, bond, valute, materie prime e interi indici, ma anche etf. Seguendo l’evoluzione della finanza e la domanda del mercato. E l’innovazione non si ferma.

Dal 2019, eToro ha fatto tre acquisizioni: Firmo (un'azienda di contratti intelligenti con sede in Danimarca), Delta (un’app di monitoraggio del portafoglio con sede in Belgio) e la terza, Marq Millions, annunciata l'anno scorso. L’obiettivo è trasformare la piattaforma in un hub di servizi finanziari: eToro Money sarà l'emittente della prossima carta di debito di eToro, uno dei servizi aggiuntivi al trading.

Infine, nell’aprile 2022, l’azienda ha fatto un primo passo nel mondo degli Nft con il lancio di eToro.art, un fondo da 20 milioni di dollari che sarà utilizzato per acquistare Nft di qualità, così come per finanziare creatori emergenti e progetti.

Pioniere degli Nft

D’altronde il genio di Assia ha avuto il suo peso nella stessa nascita degli Nft. Questa storia è probabilmente meno nota, ma nel 2013 Yoni è stato co-autore, insieme al creatore di Ethereum Vitalik Buterin, di un white paper sui “Colored Coin”. In sostanza, il paper ipotizzava la possibilità di colorare un insieme di bitcoin per distinguerli dagli altri, creando nella blockchain un overlay: ovvero una seconda catena che non avrebbe intaccato il codice sorgente con l’aggiunta di metadati che andavano ad agire sulle sole monete colorate. Il processo di “colorazione” era un modo per facilitare le transazioni non monetarie, che hanno a oggetto il trasferimento di beni diversi dal denaro, come le azioni di una società, i gettoni di un gioco o i contratti. Le monete colorate sono state sostituite poi da Etherum su cui girano i maggiori progetti Nft: ma è chiaro che senza le prime questo boom sarebbe stato difficile, avrebbe preso direzioni diversi o forse non ci sarebbe mai stato.

L’idea iniziale che ha ispirato eToro resiste fino ai giorni nostri. Lo dimostra il lancio che nel settembre 2020 Assia abbia fondato GoodDollar, un'iniziativa non profit per generare un reddito universale di base attraverso una moneta digitale, la stablecoin G$ appunto - il cui protocollo Assia stava scrivendo dal 2008. “Nella crisi finanziaria globale attuale, ma anche nel 2008, la distribuzione della ricchezza è completamente distorta... I ricchi diventano più ricchi e i poveri sempre più poveri. La ragione è davvero il modo in cui funziona il sistema ... Se ora sei molto ricco e all'improvviso i tassi di interesse salgono, allora guadagni un sacco di soldi solo con i tassi di interesse. Non devi fare nulla, non devi dare alcun contributo alla società, solo tenere la liquidità parcheggiata su un conto. E per chi ha molti soldi è facile. Mentre secondo me dovrebbe essere il contrario: le persone che effettivamente hanno più soldi dovrebbero ottenere tassi di interesse più bassi, e le persone che ne hanno meno dovrebbero ottenere di più, perché ne hanno più bisogno”.

GoodDollar, le critpo per appianare la disuguaglianza finanziaria

Il sistema dei GoodDollars si basa sull’equità: ogni persona nel mondo può avere un solo conto GoodDollar per richiedere G$ e il conto si basa sul riconoscimento facciale e sul fatto che distribuisca solo una piccola quantità di denaro ogni giorno (per esempio tre G$).

“Credo che questa struttura possa appianare la disuguaglianza finanziaria. Credo nel reddito di base universale come concetto e che tutti in tutto il mondo dovrebbero essere in grado di partecipare all'economia digitale”. E avere un reddito universale è sacrosanto – che ne pensano coloro che lamentano che i soldi facili dissuadono le persone dal fare un lavoro vero. “Non avviene, perché parliamo di cifre irrisorie – conclude Assia - Se il valore della stablecoin cresce, posso immaginare che le persone che la raccolgono arrivino a una somma di 2 dollari al giorno: bene, ci sono un miliardo di persone oggi che vivono con meno di questa cifra. Le stiamo dissuadendo dal lavoro vero? No, stiamo consentendo loro di vivere e partecipare all'economia... stiamo cercando di raggiungere le persone che sono escluse dal sistema”.

 

Giornalista professionista dal 2002, una laurea in Scienze della Comunicazione con una tesi sull'intelligenza artificiale e un master della Luiss in Giornalismo e Comunicazione di Impresa. Scrivo di macroeconomia, mercato italiano e globale, investimenti e risparmio gestito, storie di aziende. Ho lavorato per Il Mattino di Napoli; RaiNews24 e la Reuters a Roma; poi Borsa&Finanza, il Mondo e Plus24 a Milano. Oggi mi occupo del coordinamento del Magazine We Wealth (e di quello di tre figli tra infanzia e adolescenza). Collaboro anche con MF Milano Finanza.

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