Con anche il quinto mese dell’anno che va in archivio, non può passare inosservato il ritorno prepotente delle criptovalute che sembrano uscite prima del previsto dalla tanto chiacchierata crypto winter, ossia una possibile prolungata caduta nel dimenticatoio dopo una caduta verticale rispetto ai massimi storici del 2021.
Il 2022 è stato certamente un anno particolarmente duro con i crypto asset che hanno sovverto più di tutti l’aumento veloce dei tassi di interesse per contrastare l’inflazione, a cui si è aggiunto il crollo del UST di Terra (Luna) e soprattutto la bancarotta di FTX che ha fatto perdere ai clienti miliardi di dollari.
In questo 2023 tutto il settore ha cominciato a risollevare la testa e ad oggi il bitcoin segna un corposo +65% nei primi 5 mesi dell’anno, con il Bloomberg Galaxy Crypto Index in rialzo del 47% circa, sovraperformando decisamente anche rispetto a indici azionari molto performanti quali il tecnologico Nasdaq che segna un +25%.
Queste dinamiche si sono riscontrate anche in mercati paralleli a quello degli asset digitali, come quello degli investimenti in criptovalute tramite ETP, che da inizio hanno attratto flussi per 110 milioni di dollari, portando il totale delle masse gestite attorno ai 3,2 miliardi dollari (dati Bloomberg, aggiornati al 25/05/2023).
Ad oggi, il segmento degli ETP sulle criptovalute è composto da 11 emittenti attivi, con oltre 350 prodotti quotati su varie piattaforme di scambio e, come accade sul mercato del trading fisico, l’asset in cui si concentra la maggior parte dell’AuM è il Bitcoin, al quale sono dedicati 13 ETP, che raccolgono complessivamente 1,65 miliardi di dollari. Seguono l’Ethereum, con 10 ETP e 580 milioni di dollari di AuM, i basket – ovvero quegli ETP che sono esposti a più di una singola criptovaluta – con 16 ETP e 276 milioni di dollari di AuM, e le ALT Coin, con 54 ETP e circa 67 milioni di AuM. Per quanto riguarda gli inflows citati in precedenza, il Bitcoin è sempre in testa alla classifica, avendo attratto il 58% dei 110 milioni totali. Seguono le ALT coin con il 27%, Ethereum con il 10% e i basket con il 6%.
“Tutto il settore sta vivendo un generale livello di espansione – ha rimarcato Alessandro Mondio, Capital Markets Associate di 21Shares nel corso di una presentazione tenuta a Milano – . Se si guardano i nostri 5 prodotti che hanno avuto le performance peggiori, si nota che solo 3 sono in territorio negativo e di questi 3, 2 sono ETP short; ciò significa che, su oltre 30 prodotti, da inizio anno solo uno ha registrato effettivamente una performance negativa pari a -5,82%”.
Sponda anche dai fallimenti bancari
Gli asset digitali hanno anche tratto beneficio dalle recenti crisi del sistema bancario, innescate dal crollo di istituti come Silicon Valley Bank e Credit Suisse. Infatti, le criptovalute hanno mostrato una certa resilienza a questi eventi, con gli ETP sulle crypto che, a seguito della bancarotta SVB, hanno registrato afflussi per 3 settimane consecutive, alimentando la narrativa di come queste classi di attività siano viste dagli investitori come un’alternativa valida al settore bancario.
Le crypto tifano per un hard landing
Guardando alle prospettive per la restante parte dell’anno, il sentiment su bitcoin & co. sarà sicuramente condizionato da quella che sarà l’evoluzione del contesto macro, tra dinamica dell’inflazione e rallentamento economico. Nella prima parte dell’anno il mercato ha progressivamente prezzato uno scenario di rallentamento dell’inflazione e poi di possibile recessione negli Usa, che potrebbe accelerare il cambio di rotta della Federal Reserve con i primi tagli dei tassi già prima della fine del 2023. Scenario ‘caldeggiato’ dalle crypto che viceversa avevano sofferto enormemente l’impennata veloce del costo del denaro nel 2022.
Ma c’è il rischio che buona parte del rally sia già alle spalle? We Wealth lo ha chiesto a Massimo Siano, responsabile per il Sud Europa di 21Shares, che indica proprio le dinamiche di inflazione e attività economica dettare il ritmo delle crypto anche nei prossimi mesi. “Sono i driver principali in quanto una possibile recessione, e di conseguenza una Fed proattiva a tagliare i tassi, può offrire una sponda alle criptovalute; di contro un’inflazione più persistente del previsto potrebbe agire da freno al rally delle crypto”, asserisce Siano che vede i digital asset come un qualcosa di disruptive.
“Come tutte le rivoluzioni c’è chi la capisce e se ne avvantaggia, c’è chi non la capisce e perde il treno. Ad esempio i fondi pensione, che già si sono persi negli scorsi decenni il boom delle internet stock, adesso stanno facendo lo stesso con le crypto, quando invece la loro logica d’investimento di lungo periodo di dovrebbe sposare bene con le crypto”. Ad oggi, sottolinea Siano, a guardare alle crypto sono più il private banker e i retail.
In riferimento a un articolo del Financial Times intitolato ‘Cryptocurrency market struggles with trasparency’, dal quale emerge una mancanza di trasparenza da parte degli exchanges di crypto anche su informazioni base, Siano sottolinea come su 21shares e i suoi ETP c’è la massima trasparenza, con tutte le informazioni disponibili, qualsiasi piccola falla nel prospetto di un singolo ETP porterebbe al delisting.