Il completamento dell’halving di Bitcoin, un po’ come osservato nei giorni immediatamente precedenti al 20 aprile in cui è effettivamente avvenuto, ha portato più danni che benefici al valore della criptovaluta per eccellenza. Dopo un poderoso rally che, lo scorso marzo, è culminato su nuovi livelli record la tendenza si è invertita: fra il 14 marzo e il 1° maggio Bitcoin è arrivato a perdere oltre il 20% del suo valore.
Nelle ultime 24 ore (al 2 maggio) la criptovaluta è rimbalzata del 3,3% a 59.126 dollari, ma resta in territorio negativo dell’8% nell’orizzonte degli ultimi due mesi.
Anche se sulla carta l’halving dello scorso 20 aprile ha ridotto la nuova offerta di Bitcoin estratta dai miner (o minatori), favorendo un equilibrio di domanda e offerta più favorevole al progressivo apprezzamento del Bitcoin, a breve termine sono aumentati i possessori intenzionati a vendere – in particolare, si tratta proprio dei miner.
Infatti, l’halving ha dimezzato il premio in Bitcoin ricevuto per “far girare” la blockchain, a parità di costi in termini di consumo di energia: questo ha spinto i minatori meno profittevoli a vendere i propri Bitcoin per tamponare le perdite immediate di un’attività che per alcuni è diventata anti-economica.
Cosa sta succedendo a Bitcoin in questa fase
“Prima di fare qualsiasi valutazione di tipo tecnico/grafica sul prezzo del Bitcoin, va detto che in questo momento il costo medio che i miner sostengono per ottenere un Bitcoin è ben superiore ai 100.000 dollari”, ha dichiarato Eugenio Sartorelli, membro del consiglio Siat – Società italiana analisi tecnica, “pertanto, i miners di Bitcoin dalla data successiva all’halving, stanno minando in perdita”, dal momento che il valore della criptovaluta è sui 60mila dollari. Sartorelli, in un precedente articolo di We Wealth del 18 aprile aveva correttamente indicato una tendenza che, in seguito all’halving avrebbe favorito l’indebolimento della criptovaluta.
“I miners più deboli, ovvero quelli finanziariamente messi peggio, non possono far altro che vendere i Bitcoin che hanno minato nel tempo per sopperire alle perdite attuali”, ha aggiunto , “ogni miner cerca di sopravvivere nella speranza che il Bitcoin salga di prezzo e/o che altri miners falliscano, cosa che consentirebbe a chi sopravvive di incamerare più Bitcoin”.
Le dinamiche innescate dall’halving di Bitcoin, peculiari di questa specifica blockchain, spiegano come mai altre cripto stiano tenendo un po’ di più. “Ethereum per ora tiene l’area di supporto definita dal minimo di aprile, ovvero valori in area 2800 dollari; invece il Bitcoin ha rotto al ribasso l’area di supporto più recente che era posta poco sotto 60.000”, ha affermato Sartorelli. “Il prossimo supporto è molto ben visibile ed è area 50.000 dollari. Probabilmente su tali livelli potrebbero tornare acquisti più incisivi poiché su questi livelli molti operatori ritengono il Bitcoin conveniente”.
Etf Bitcoin ancora in affanno
Nel frattempo, i deflussi di capitali dagli Etf Bitcoin americani è proseguito ancora e anche l’Etf di BlackRock, il più grande per masse, ha registrato il suo primo deflusso giornaliero (pari a oltre 36 milioni di dollari). Mercoledì scorso i deflussi hanno raggiunto il loro maggior livello giornaliero, con una fuoriuscita netta di 563,7 milioni. Secondo i dati pubblicati il 2 maggio da CoinDesk, estratti Farside Investors e CoinGlass, dal 24 aprile gli investitori hanno rimborsato l’equivalente di 1,2 miliardi di dollari dagli Etf Bitcoin.