Il covid-19 avrà effetti nel lungo periodo. Oxford Economics, sulla base dell’analisi di 82 crisi passate, ha identificato 31 fattori e affidato un punteggio di vulnerabilità a ciascuno dei 162 paesi analizzati nello studio
Filippine, Peru, Colombia, e Spagna appaiono gli stati più a rischio. Australia, Giappone, Norvegia, Germania e Svizzera invece i paesi che limiteranno più efficacemente danni cronici all’economia
In termini regionali, il Medio Oriente e l’America Latina hanno le peggiori prospettive di ripresa, seguite da vicino dall’Africa. Il Nord America è la regione meno vulnerabile, mentre i paesi europei saranno i peggiori tra quelli sviluppati
Danni minori rispetto alla crisi del 2008
Non solo Pil. I canali di propagazione dell’infezione sono molti. Oxford Economics sulla base dello studio 82 crisi passate, tra cui anche quella indotta dall’Ebola e dalla Sars, ha individuato 32 diversi vulnus economici che possono incidere sulla salute dell’economia nel più lungo termine. L’indice di vulnerabilità per ogni paese è funzione di sei famiglie di fattori: perdita del pil (che conta per il 30%), mercato del lavoro (10%), fattori sanitari (10%), struttura dell’economia (20%), fattori di vulnerabilità economico-finanziario (20%) e misure politiche (10%). I risultati della ricerca sono principalmente due: gli effetti strutturali saranno minori rispetto a quelli della grande crisi finanziaria del 2008 e le cicatrici di lungo periodo saranno leggermente più profonde nelle economie emergenti rispetto a quelle avanzate per via di maggiori rigidità del mercato del lavoro, squilibri finanziari e minore capacità di sostegno fiscale.
I paesi più predisposti
Sul podio dei paesi con il più alto punteggio di vulnerabilità ci sono infatti tre economie emergenti. Le Filippine sono risultate le peggiori in assoluto nello studio soprattutto a causa del loro mercato del lavoro, con un’elevata disoccupazione e carenza di competenze, e la dipendenza dell’economia dal turismo. Seguono Cina e Colombia. Non tutto ciò che è emergente va però male. Cina e Brasile dovrebbero infatti soffrire di meno di molte economie avanzate come Gran Bretagna, Spagna e Francia che secondo lo studio impiegheranno più tempo per tornare a crescere. Al netto della dicotomia emergente-avanzato ci sono profonde differenze tra regione e regione e all’interno delle stesse. Medio Oriente e l’America Latina hanno le peggiori prospettive di ripresa, seguite da vicino dall’Africa. Il Nord America è la regione meno vulnerabile, grazie a cali relativamente bassi del PIL e forti pacchetti di stimolo fiscale. I paesi europei invece sono i peggiori nella categoria delle economie avanzate.