La nuova disciplina si baserà esclusivamente sul criterio di tassazione “per cassa”, abrogando l’opzione per la tassazione del risultato di gestione “maturato”
Per i Titoli di Stato non sono attese modifiche alla tassazione
Arriva una importante semplificazione per i redditi di natura finanziaria. Una novità per i risparmiatori per cui sarà più facile compensare plusvalenze e minusvalenze. In sostanza, i redditi di natura finanziaria saranno determinati attraverso il principio di cassa, con la possibilità di compensare utili e perdite derivanti dalle attività finanziarie.
La riforma
Il legislatore ha inserito nella legge delega di riforma della normativa fiscale (L, n. 111/2023, articolo 5, comma 1, lettera d) anche il riordino della tassazione dei redditi finanziari. “L’attuale disciplina dei redditi finanziari – spiega Daniela Delfrate di AndPartners Tax and Law Firm – non permette, infatti, di considerare, nella formazione della base imponibile finanziaria da assoggettare a tassazione, la compensazione di tutte le componenti finanziarie negative con quelle positive. Il contribuente può, essere quindi assoggettato a tassazione anche se il reddito complessivo derivante dalle attività finanziarie è negativo”.
Ad esempio, i dividendi e gli interessi non possono essere compensati con le minusvalenze derivanti dalla cessione di azioni e obbligazioni. Questa distorsione è ancora più accentuata se guardiamo alle partecipazioni in fondi comuni di investimento i cui proventi non possono essere compensati con i componenti negativi.
La tassazione per cassa
Altro aspetto rilevante della disciplina oggi in vigore è la tassazione su ipotetici proventi maturati e non ancora incassati (opzione per il regime del risparmio gestito).
La legge delega interviene qui prevedendo una riforma organica della tassazione dei redditi finanziari. La nuova disciplina si baserà esclusivamente sul criterio di tassazione “per cassa”, abrogando l’opzione per la tassazione del risultato di gestione “maturato”. Inoltre, applicherà l’imposta sostitutiva sul “risultato complessivo netto dei redditi finanziari”, formato sia dagli interessi dividendi e altri proventi che costituiscono i “redditi di capitale” sia dalle plusvalenze, minusvalenze e differenziali che compongono i redditi diversi di natura finanziaria.
Il cambio di passo
Il legislatore delegato ha quindi previsto:
-la creazione di un’unica categoria reddituale costituita dal risultato netto complessivo dei redditi di natura finanziaria realizzati nell’anno solare, ottenuto
sommando algebricamente i redditi finanziari positivi con i redditi finanziari negativi
–la possibilità di riportare le eccedenze negative nei periodi d’imposta successivi a quello di formazione sostitutiva della storica distinzione tra redditi di capitale e redditi diversi caratteristica dell’attuale ordinamento così da poter compensare utili e perdite derivanti dalle attività finanziarie
-l’abolizione della tassazione sul reddito maturato sostituita, in ogni caso, dal criterio di cassa.
–un regime di tassazione in base al quale l’imposta sostitutiva sul risultato complessivo netto sarà liquidata nella dichiarazione dei redditi e versata dal contribuente.
Le conseguenze sugli investimenti
Secondo l’esperta, gli investimenti in titoli di Stato non corrono rischi: la legge delega prevede che sarà mantenuto l’attuale livello di tassazione.
Dovrà essere razionalizzata la disciplina dei rapporti finanziari basati sull’utilizzazione di tecnologie digitali, anche se non è esplicitato come tale razionalizzazione debba avvenire.
LE OPPORTUNITÀ PER TE.
Questo nuovo meccanismo vale per tutti i prodotti come certificati di investimento, ETF, fondi comuni, azioni, obbligazioni?
La compensazione vale con tutti i regimi fiscali?
Gli advisor selezionati da We Wealth possono aiutarti a trovare le risposte che cerchi.
TROVA IL TUO ADVISOR
La gradualità
“È evidente che l’attuazione della nuova regola non potrà che avvenire gradualmente, data la
difficoltà di reperire le risorse necessarie per coprire il calo di gettito. Inoltre, è necessario
minimizzare gli impatti informativi per gli intermediari ed evitare scelte che privilegino alcuni
strumenti finanziari rispetto ad altri, per non incentivare arbitraggi”. La legge delega prevede,
infatti, che dalla stessa non dovranno derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza
pubblica né dovrà essere incrementata la pressione tributaria sul contribuente rispetto a quella
risultante dall’applicazione della legislazione vigente.