Se siete appassionati di arte, design o collezionismo, sicuramente vi interesseranno tutte le ultime novità presentata durante la design week 2023 a proposito di collectible design. Questi oggetti, che si muovono sul sottile confine fra arte e design, trovano come luogo espositivo quello di gallerie specializzate nel settore. Abbiamo fatto un giro nei luoghi espositivi istituzionali che hanno come focus quello del design da collezione, facendoci stupire da forme inaspettate e tecniche di produzione innovative. Ecco di seguito qualche spunto.
Luisa Dalle Piane
Una delle gallerie di collectible design più conosciute a Milano è la galleria Luisa Dalle Piane, che durante il Fuorisalone ha presentato una mostra bi personale del noto artista e designer Gaetano Pesce e dell’artista multidisciplinare Helen Britton.
Il nuovo progetto presentato dall’architetto Gaetano Pesce è stato creato in esclusiva per la galleria ed è stato prodotto nel laboratorio di New York. Si tratta di una collezione di lampade dal nome “Gaetana”, dove il tema centrale è quello della “diversità”: ogni lampada è infatti connotata da caratteristiche proprie e uniche in riferimento alla visione dell’artista, che ritrova nel diritto alla diversità il focus del suo lavoro. Così come gli esseri umani hanno diritto all’unicità, anche gli oggetti devono averlo. Le lampade presentata da Pesce sottostanno a questo pensiero, sono diverse e simili tra loro così come le persone.
La seconda artista in mostra è Helen Britton, che ha presentato una collezione di gioielli e oggetti scultorei che si distinguono per maestria nell’esecuzione e visionarietà dell’apparato iconografico. Nei suoi lavori l’artista indaga le tematiche dell’ambiente e del rapporto dell’essere umano con il mondo animale, evocando immagini simboliche che ci riportano ai rituali delle culture indigene, utilizzando però un linguaggio metropolitano contemporaneo.
I gioielli custodiscono una carica magica trasformandosi in oggetti apotropaici, dinamici e a volte sonori come antichi sonagli richiamando così l’attenzione alla presenza, all’umanità e all’eloquenza del gesto.
Courtesy Luisa Dalle Piane
Nilufar Depot
Come ogni anno, Nilufar Depot è stata protagonista della design week con una ricchissima esposizione di pezzi d’autore contemporanei e vintage, oltre a una varietà di installazioni inaspettate in un raffinato mix di emozioni, finiture, materiali e texture.
Al piano terra dell’ampio spazio espositivo è stata presentata la collezione “POIKILOS, Nuove forme di iridescenza” di Objects of Common Interest, curata da Studio Vedèt.
Gli oggetti presentati dal duo greco colpiscono per la loro peculiare iridescenza opalina sensibile ad ogni variazione luminosa e in grado di rendere gli oggetti evanescenti e misteriosi. Il materiale con il quale sono state realizzate le opere è costituito da una particolare miscela di resine, la cui ricetta è stata tramandata a Eleni da Ovidiu, artigiano con cui aveva lavorato per molti anni e che alle porte della pensione passò il testimone ai due designer rivelandogli tutte le ricette segrete per realizzare questi particolari composti.
La resina viene colata in stampi e successivamente, dopo la solidificazione, viene trattata manualmente come si trattano materiali naturali, come ferro, marmo o legno, dando vita ad oggetti unici in un dialogo tra curve e angoli acuti dove l’iridescenza non è in superficie, ma sospesa all’interno. Poikolos è una versione moderna dei manti selvaggi e screziati dell’antica Grecia.
Objects of common interest, photo by Ruy Teixeira
Ospitata invece nello spazio del palcoscenico, un’ampia personale di Audrey Large, la giovane artista che già da diversi anni collabora con Nilufar. Nell’imponente installazione era protagonista una gigantesca scultura che Large ha realizzato incastrando pezzi già creati nella successione di nuove forme. Il suo lavoro si esprime al confine tra reale e digitale con la reiterazione e la traduzione del formato. I suoi oggetti realizzati attraverso stampa 3D si presentano come una materia in divenire, ricca di potenzialità, le texture e i colori sono accattivanti e attraenti e ci riportano a scenari alieni, come se questi oggetti provenissero da un altro pianeta.
Audrey Large, photo by Ruy Teixeira
cc-tapis
cc-tapis, azienda di design milanese specializzata nella produzione di tappeti fatti a mano in collaborazione con designer e artisti internazionali, ha presentato quest’anno durante la design week un ampio portfolio di nuove collezioni nate da tecniche e approcci progettuali all’avanguardia, in collaborazione con esperti artigiani tibetani e indiani.
I tappeti annodati a mano sono stati presentati nello showroom di Piazza Santo Stefano dove sono state esposte le creazioni di designer internazionali noti ed emergenti.
Il duo FormaFantasma ha proposto per questa edizione il progetto “Telegram”: si tratta di una collezione che celebra l’artigianato attraverso i singoli artigiani che realizzano i tappeti unendo la visione contemporanea alla tradizione artigianale tibetana in Nepal. Durante il processo di realizzazione dei tappeti dalla forma irregolare, gli artigiani hanno annodato meticolosamente i lati di lana himalayana in un rettangolo da cui si rivela la forma finale. Gli artigiani sono stati liberi di annodare messaggi e parole a loro scelta, andando oltre i confini del disegno.
Dopo il lancio del primo prototipo nel 2022, Patricia Urquiola continua la sua ricerca di design digitali, ampliando il linguaggio grafico della collezione Pipeline con nuovi sorprendenti design. La ricerca è iniziata con la collezione Slinkie per cc-tapis, che ha portato a un prodotto artigianale composto da una serie di tubi collegati che emergono dalla superficie. Lo spazio delineato dai tubi è enfatizzato da un labirinto di colori che si sovrappongono in più livelli di lana himalayana. Alcuni “tubi pelosi” colorati dalla forma arrotondata e di diverse altezze crescono dalla superficie del tappeto, man mano che i confini tra design e arte diventano sempre più sfumati.
Bethan Laura Wood ha creato una collezione di tappeti a partire dai motivi raccolti durante i suoi viaggi. Bethan impara costantemente dagli ambienti che la circondano. L’esperienza della designer in diverse culture e paesaggi urbani le ha fornito un archivio personale di trame e colori, a cui applica i suoi progetti e li traduce in simboli e dettagli sorprendenti. La Nuova Basilica di Nostra Signora di Guadalupe a Città del Messico è uno dei siti religiosi più visitati al mondo, sito che ha ispirato Bethan soprattutto per gli elementi grafici delle vetrate. Le forme sono state dunque reinventate in modo da richiamare i tradizionali ricami Otom e hanno dato vita a una collezione di tappeti realizzati con raffinati materiali naturali come lana himalayana, lino e seta.
Germans Ermi?s presenta la collezione Tidal con due nuove combinazioni di colori e un nuovo design chiamato Tidal Wave. La superficie bidimensionale di ogni tappeto è esaltata dall’aggiunta del colore. Per creare l’effetto sfumato che caratterizza la collezione, cc-tapis ha sviluppato un nuovo sistema di colorazione, che combina i colori della lana himalayana in saturazioni alternate, seguendo un processo che richiede un impegnativo lavoro manuale.
cc-tapis, photo by Alejandro Ramirez Orozco
Galleria Rossana Orlandi
RoCollectible 2023, curata da Rossana Orlandi, tappa obbligata del Fuorisalone, ha presentato quest’anno nel suo meraviglioso spazio un’esposizione in dialogo con 80 designer e artisti, che abbraccia stili, culture e tradizioni di oltre 30 Paesi del mondo.
L’anima e la cornice della collettiva è la Narrativa, che racconta la storia dell'”opera”: dalla sua ideazione alla sua realizzazione, affondando le radici nella storia di ogni autore.
La preziosità del pezzo unico o dell’edizione limitata rappresenta la firma artistica della proposta di design da collezione che costruisce la mostra.
RoCollectible 2023 ha accolto inoltre la presentazione della Citroën Oli: un prototipo di vettura (che non diventerà mai tale), da considerare come un’integrazione concettuale delle varie soluzioni sostenibili e responsabili che si troveranno sui prossimi modelli del marchio.
Fra i designer in mostra abbiamo trovato nomi noti e nuovi volti come Sofie AALDERING, per la prima volta nella Galleria, dove ha presentato un lavoro profondamente legato ai materiali naturali, riciclando la loro forma originale per mostrarne la bellezza alternativa. La creatività di Matteo Cibic dà vita per Altreforme a sha-pes: gioiosi e antropomorfi, si tratta di quadri tridimensionali dove livelli differenti di pattern danno vita a un gioco di pieni e vuoti. Atelier oï progetta un ambiente poetico e pacifico, Dolomitisch si ispira all’analisi dei dati 3D e alla topografia realizzando delle accattivanti panche in legno dove il piano d’appoggio ci sorprende trasformandosi in un bassorilievo che ripropone le forme delle catene montuose delle Dolomiti. In Aeràs, brand di cosmesi sardo, e il duo di designer e architetti Palomba Serafini ci hanno appassionato con il loro progetto magico di vasi votivi realizzati in ceramica che ripercorrono il folklore e le antiche tradizioni della terra sarda, unendo al design l’aspetto più olistico di In Aeràs, specializzato nella realizzazione di oli essenziali completamente naturali.
Secondomee Studio presenta “La stanza delle necessità” proponendo una collezione di complementi d’arredo in legno massello recuperato. Lo studio ha invitato 5 designer a realizzare un oggetto: i creativi che hanno partecipato alla sfida sono stati Simone Fanciullacci, Duccio Maria Gambi, Giulio Iacchetti, Naessi Studio e Gio Tirotto.
Korea Craft & Design Foundation ha invece proposto le vie dell’artigianato e del design coreano presentando degli oggetti realizzati con grande maestria come ad esempio i puppies in ceramica che imitano la texture della pelle.
Anche quest’anno l’esposizione è stata ricchissima e ci ha mostrato un’ampia visione sul design contemporaneo mondiale.
Atelier oï, Se? Collection, courtesy Galleria Rossana Orlandi
In copertina: cc-tapis, Les arcs collection by Charlotte Perriande alla chiesa di San Celso, photo by Alejandro Ramirez Orozco.