Arte e moda senza diritti? Il caso Gaultier – Venere di Botticelli
Ci ricordiamo ancora il caso (poco fortunato) del vestito realizzato dalla maison Jean Paul Gaultier, che riproduceva, in una nuvola di tulle, il celeberrimo e meraviglioso ritratto della Venere creato alla fine del XV secolo da Sandro Botticelli. L’omonimo dipinto, ammirato da migliaia di visitatori che si recano ogni anno alle Gallerie degli Uffizi, è di proprietà dello Stato italiano, e la nota casa di moda aveva passato dei guai per non essersi preoccupata di farsi rilasciare il necessario e preventivo permesso all’utilizzo del capolavoro. Immediata era stata, infatti, la diffida inviata dalle Gallerie alla Jean Paul Gaultier per l’uso non autorizzato dell’iconica Venere: un monito sulla necessità di rispettare i diritti d’autore, ma anche sull’importanza di stipulare accordi preliminari di sfruttamento delle opere d’arte, o, più in generale, di beni coperti da copyright.
Balenciaga e le patatine Lay’s
Un esempio virtuoso, a quest’ultimo riguardo, è stato invece dato con la trasformazione, da parte della casa di moda Balenciaga, di un pacchetto di patatine Lay’s (marchio molto diffuso negli Stati Uniti) in una borsa da 1.800 dollari. Sebbene controversa, la collaborazione è rimasta legittima grazie a un accordo ben congegnato con il titolare del brand. L’accostamento ha funzionato così bene che è stato replicato, dopo l’edizione dell’ottobre 2022, anche nel marzo di quest’anno, a prezzo di acquisto invariato.
Timberland e Louis Vuitton
Altrettanto riuscita, la recente e audace collaborazione tra Timberland e Louis Vuitton, orchestrata dal visionario cantante americano Pharrell Williams: la partnership, come nel caso Lay’s X Balenciaga, non ha mancato di accendere il dibattito tra appassionati, “esteti” ed esperti del settore, anche giuridico. Questo sodalizio ha dato vita a una collezione che unisce l’essenza funzionale di Timberland all’eleganza senza tempo di Louis Vuitton, sfidando le convenzioni e ridefinendo i canoni estetici; il tutto è stato sapientemente sorretto da un accordo tra maison di moda, marchio Timberland e il (ben remunerato) direttore artistico Williams.
I diritti d’autore quando la moda attinge dall’arte
Questi esempi mettono in luce la complessità delle dinamiche tra arte e moda, dove il confine tra omaggio e appropriazione può essere sottile. Le collaborazioni possono infatti generare nuove prospettive e stimolare la creatività, ma sollevano anche questioni etiche e legali che non possono essere ignorate. In un’epoca in cui la cultura (in primo luogo quella streetwear) viene spesso commercializzata, è fondamentale mantenere un equilibrio tra innovazione, legalità ed autenticità.
Le critiche verso la diluizione dell’identità culturale e l’accento sulla pubblicità, piuttosto che sulla sostanza, sono argomenti validi, meritevoli di attenzione. Allo stesso tempo, è essenziale promuovere la responsabilità e il rispetto all’interno dell’industria, affinché la moda possa continuare a essere una fonte di ispirazione e di espressione artistica, senza violazione dei diritti degli autori e creatori di opere, per l’appunto, protette.
L’esempio dell’Uomo Vitruviano
Ultimi due esempi. Il primo: poco più di un anno fa, all’azienda tedesca produttrice dei puzzle Ravensburger è stato vietato di utilizzare a fini commerciali l’immagine del leonardesco “Uomo Vitruviano”, custodito alle Gallerie dell’Accademia di Venezia, e, dunque, di proprietà pubblica come la Venere. A stabilirlo è stata un’ordinanza del Tribunale di Venezia, emessa dopo che le Gallerie avevano presentato ricorso. Recentemente, però, il colpo di scena. Il tribunale di Stoccarda infatti ha bocciato la richiesta dell’Italia di imporre a un’azienda tedesca di pagare per l’uso dell’immagine della celebre opera di Leonardo. L’autorità giudiziaria tedesca ritiene che “Ogni ordinamento giuridico nazionale è limitato al rispettivo territorio nazionale. Questo principio di territorialità è generalmente riconosciuto dal diritto costituzionale internazionale ed è espressione della sovranità di ciascuno Stato. Ciò significa che una legge italiana, come questa per la tutela del patrimonio culturale, è valida solo sul territorio italiano”.
Crocs X Pringles
Il caso del puzzle origina, naturalmente, dalla mancanza di un previo accordo di collaborazione. Agreement che, invece, è stato stipulato tra altri due colossi, per immettere sul mercato, proprio qualche giorno fa, un prodotto che si preannuncia come tra i più ambiti dal 2024: avete visto la nuova limited edition di Crocs X Pringles?! Calzature e patatine accostate per una curiosa capsule collection(prezzo di vendita in Europa: 70 euro). In conclusione, mentre celebriamo la creatività e l’innovazione che le collaborazioni apportano al mondo della moda, dobbiamo anche riflettere sull’impatto che queste hanno sul tessuto culturale e legale del settore. L’arte e la moda continueranno a influenzarsi a vicenda, ma è fondamentale assicurarsi che questa sinergia sia non solo esteticamente piacevole, ma anche eticamente e legalmente sostenibile.