Il percorso a tre tempi del wealth management in Asia nell’era post Covid
Gestire la crisi (orizzonte 1)
Nell’immediato, la priorità è quella di assicurare la continuità della propria attività economica: la sopravvivenza. Ciò si traduce nel fare passi chiari e “ben comunicati” non solo riguardo alla salute dei dipendenti (smart working, canali alternativi di engagement). Ma anche all’istruire gli investitori a restare calmi nel mare agitato della volatilità. Soprattutto nei periodi di volatilità severa, una comunicazione frequente è essenziale per rafforzare la fiducia degli investitori nei confronti delle istituzioni finanziarie. Un ruolo importante nel governare il panico degli hnwi possono giocarlo anche le associazioni di wealth management.
Stabilizzare e liberare le nuove opportunità di crescita (orizzonte 2)
Nel medio termine, man mano che le economie si stabilizzano, le società di gestione patrimoniale dovrebbero implementare un vero salto qualitativo nelle infrastrutture digitali e analitiche delle loro catene del valore. Un mercato in forte ascesa come quello dell’Asia secondo la società di consulenza strategica deve formare i suoi relationship manager per costruire la fiducia del cliente verso i modelli di consulenza digitale. La transizione verso “non fisico” è irreversibile. Nello stesso tempo, in questa fase gli asset manager dovrebbero scovare nuove opportunità di crescita dividendo i clienti per segmenti, per aree geografiche e canali.
Competere in un mondo nuovo (orizzonte 3)
A livello strategico, quindi nel lungo periodo, l’industria cambierà radicalmente, con un bilanciamento ottimale fra canali fisici e virtuali. Il modo di lavorare cambierà da una modalità centrata sul prodotto a una centrata sul cliente, in cui gli interessi dei relationship manager e dei clienti siano allineati. Molto spazio, conclude McKinsey, dovrà dedicarsi alle fusioni e alle acquisizioni strategiche per il “next normal”.